L’obiettivo dei “grandi strateghi” del marketing è andato a buon fine.
Dividere un sistema già in grave crisi strutturale, annullare la partecipazione dei grandi costruttori a una fiera internazionale del CECE – Commitee for European Construction Equipment – e dare al mondo intero un ulteriore chiaro segnale di sofferenza dell’economia italiana.
Obiettivo perfettamente centrato. E tutto per mangiare quattro salsicce alla griglia insieme ai propri affezionati clienti che, ovviamente, si prodigheranno in molteplici complimenti con un ossequioso salamelecchi di circostanza.
Anche se poi non avranno in tasca nemmeno un centesimo per potersi comprare – non dico un mini escavatore nuovo – ma nemmeno il dente di una benna.
Alla fine il Samoter si farà ma – come appare evidente – sarà una edizione sotto tono e con la partecipazione di pochi grandi costruttori.
Pazienza. Forse era giusto che fosse così anche perché l’Italia ha ancora una lunga strada da fare per tornare a essere un riferimento autonomo e sicuro nel panorama internazionale. E di conseguenza i singoli comparti economici nazionali devono ancora adeguarsi a un modus operandi diverso…più aperto al confronto e allo stimolo – anche brusco – con il desolante panorama politico.
Ma di fatto le scelte di alcuni manager (?) – che però mi lasciano forti dubbi sulla loro effettiva capacità gestionale e di visione programmatica – sono assolutamente votate alla distruzione di quel poco mercato che ancora esiste o che può essere rilanciato con pochi ma significativi gesti.
Tutto per un piatto di salsicce…meglio se mangiato in piedi, in piatti di plastica e sotto il tendone di un cocente sole estivo.
Interessante. Una visione decisamente interessante che fa capire come in realtà non ci sia una visione.
“Non c’è trippa per gatti”….disse qualcuno…lo stesso che però sentenziò che lui “…aveva salsicce per i suoi clienti…”.
Fare sistema era estremamente importante per sostenere un settore in crisi.
Peccato che i soloni del marketing non la pensassero così e avessero la presunzione di pensare che loro, anche senza sistema, potevano comunque giocare e prevalere su tutti gli altri.
Ma se il sistema si distrugge non c’è più mercato e i soloni del marketing rischiano – fra un po’ – di mangiare le salsicce alla griglia solo con i loro compagni di avventura che – non vedendo più clienti attorno a se’ – chiederanno ai soloni che fine abbiano fatto.
Se da un lato non stupisce che certe decisioni siano arrivate da soloni del marketing che pensano di aver scoperto l’acqua calda indirizzando i loro sforzi su “mercati alternativi” (come se tutti gli altri fossero completamente idioti e non ci avessero pensato), stupisce invece che altrettanto miopi decisioni siano state prese da protagonisti di ben altro livello. Ma di questi altri avremo modo di parlare a tempo debito.
Si tratta di visione. O meglio…di visione che non c’è. Di una visione che guarda solo nel proprio orticello senza rendersi conto di cosa stia succedendo al di là della siepe e del buio pesto che sta arrivando per eclissare i sogni di onnipotenza di qualcuno che pensa di essere migliore, più preparato e più furbo.
Se un paese non funziona, se non è attrattivo per chi invece ha una chiara visione programmatica, per chi dovrebbe venire qui e investire in un sistema i cui protagonisti stessi ignorano l’esistenza, il sistema stesso si distrugge e il mercato svanisce.
Cosa potrà mai fare, allora, il dispensatore di salsicce se non guardarsi allo specchio…ammirarsi…dirsi da solo quanto è bello…dirsi quanto è bravo…salvo poi trovarsi da solo – in un deserto – in cui nessuno può comprare nulla.
E si ricorderà di quanto erano buone le sue salsicce mangiate con i suoi clienti che – già allora – non avevano soldi e si stavano organizzando per andare a lavorare dove c’erano manager – e non soloni del marketing – che programmavano come far funzionare sempre meglio il sistema.
W le salsicce!…finché ci saranno…
