Voglio una lama tutta per me

Quando si parla di macchine movimento terra si pensa subito a lui.

Quando da bambini si gioca nella sabbia si vorrebbe averne uno.

Si rimane incantati quando lo si vede all’opera e si potrebbe stare ore a guardare i movimenti ripetitivi – sempre uguali ma mai uguali – del suo andare e tornare.

Lo avrete capito tutti: sto parlando del dozer e del suo grande fascino che non tramonta e non tramonterà mai.

Rimpiazzato, in cima alle classifiche storiche di vendita, sia dalle pale gommate che dall’escavatore idraulico, il dozer ha spesso fatto coppia fissa con loro rubando la scena ai suoi compagni di lavoro.

Abbiamo tutti bene  in mente le immagini dei grandi dozer in spinta che alimentano fronti di carico in cui sia pale gommate che escavatori sfilano processioni ininterrotte di dumper: la nostra attenzione è sempre rivolta alla grande lama che, come fosse inarrestabile, muove quantità enormi di materiale senza sforzo apparente.

La lama. E infatti, in gergo, il dozer viene anche chiamato “lama”. Quasi un modo affettuoso per riconoscere che, nella sua intima natura, tutta una macchina si riassume solo e soltanto in quel pezzo di ferro ricurvo piazzato là davanti.

E tutto quanto riesce a fare lo fa solo spingendo e modellando il terreno con una lama.

Il dozer non è solo una delle tante macchine movimento terra ma è “LA” macchina movimento terra.

Lo vedevamo da bambini nei nostri libri illustrati disegnato magistralmente dal grandissimo Richard Scarry.

Lo ammiravamo nelle gite primaverili al mare mentre preparava le spiagge per l’estate.

Lo vedevamo con ammirazione e paura mentre in estate sistemava le piste da sci nelle località montane.

Ancora oggi il dozer, laddove sussistano le condizioni, è una macchina dalla produttività enorme e in grado di muovere migliaia di metri cubi di materiale in una giornata di intenso lavoro.

Ancora oggi è il mezzo più usato per i grandi lavori di ingegneria civile e per le grandi infrastrutture, soprattutto nei paesi extraeuropei, ed è il mezzo su cui puntano molti costruttori dell’ex Cortina di Ferro per conquistare clienti occidentali diffidenti.

Alcuni lo fanno con mezzi di chiara derivazione militare. Altri, come la polacca Dressta (entrata nell’orbita dei cinesi della Liugong), con marchi altisonanti come la Dresser della “fu” International. Tanto da proporre non solo i dozer ma anche le pale gommate della celeberrima gamma Pay-Loader a cui si deve niente meno che l’invenzione dell’articolazione centrale.

Ma questa è un’altra storia.

Se i costruttori cinesi si sono spesso affidati all’esperienza di marchi russi per evidenti ragioni geopolitiche, i grandi costruttori che hanno mantenuto in gamma questa macchina si sono nel tempo ridotti.

Oggi i due big competitor del mercato mondiale sono sicuramente Caterpillar e Komatsu con due gamme quasi infinite che combattono a suon di innovazioni, migliorie e prestazioni “sul fil di lama”.

Ma anche altri big mantengono una propria fetta di mercato con prodotti che, come nel caso di Liebherr e John Deere (i due marchi sono legati da una proficua collaborazione  che dura da decenni), hanno portato il mercato verso soluzioni produttive e maggiormente orientate verso l’operatore come la traslazione idrostatica.

Altri, come CNH con i marchi Case e New Holland, dopo un passato glorioso con macchine di grande caratura che combattevano ad armi pari con i colossi di Caterpillar e Komatsu, stanno tornando in gran spolvero sul mercato globale.

Piccolo o grande che sia, il dozer è sempre nel cuore di tutti gli appassionati con la sua memoria di grandi storie scolpite nella memoria di una macchina che è stata – ed è ancora – la protagonista dei grandi cantieri di tutto il mondo.

Strade, dighe, cave, miniere…o anche solo piccole urbanizzazioni, piazzali, capannoni

Penso che non smetteremo mai di vederlo all’opera e, anche se da noi la sua presenza è sempre più rara, rimane sempre capace di scatenare pensieri che vagano oltre il consueto…

…e ci fanno diventare tutti operatori di frontiera, con la tuta blu, gli scarponi, l’elmetto giallo, gli occhiali da sole e la grande lama che spinge e permette a chi è dietro di poter passare dove prima c’era un ostacolo

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