Smart working!
…ecco una delle soluzioni lavorative che – ovviamente oltre frontiera – ha portato aumenti della produttività che ha superato il 35%.
Una delle industrie italiane più presenti al mondo e simbolo di quel migliore “made in Italy” che tutti ci invidiano ha deciso che – a partire dal 2020 (???) – inizierà ad utilizzare questo tipo di modalità organizzativa.
Sentivo per radio i dettagli degli accordi con i dipendenti e – diciamolo chiaro – siamo ancora molto lontani dalle frontiere ormai segnate da tantissime aziende USA leader nel mondo.
La visione provinciale dell’Italia – evidente anche nei grandi colossi nostrani – è oggi il limite maggiore allo sviluppo del nostro sistema produttivo.
Ovvio che non tutte le attività potrebbero essere delocalizzate o gestite da lontano ma, quanto meno in quelle gestionali fondamentali, si potrebbe fare un salto in avanti notevole.
Nel nostro mondo, quello delle macchine da costruzione, i vantaggi sarebbero evidenti.
Soprattutto dove sono coinvolte giovani professionalità che – per loro natura e dinamismo – non possono e non devono essere irretite in griglie statiche che uccidono entusiasmo, voglia di fare e idealità che portano all’innovazione.
Nello sviluppo del prodotto e nelle strategie di marketing occorre che la visione sia aperta e fuori dagli schemi statici e chiusi che, spesso, aleggiano nelle aziende.
Il cambiamento di mentalità può portare a un rilancio delle aziende italiane che si difendono egregiamente con prodotti di elevato contenuto tecnologico ma che, di fronte ai cambiamenti rapidissimi del panorama globale, si fanno trovare spesso impreparae.
E quindi diventano fragili prede di grandi gruppi orientali dove – spiace dirlo – la meritocrazia e il dinamismo sono due valori fondamentali delle gestioni aziendali.
Con buona pace dei giovani che, ci piaccia o no, sono ovviamente attratti da scenari meno ingessati e molto più stimolanti.
Lontani dalla visione provinciale del nostro paese.
