Una visione che non c’è: verso lo Stage V

Stage_V (3)Come sempre il WEB e i social sono spunto di riflessioni non solo sul nostro mondo ma, a più largo respiro, verso tutto il panorama che circonda la nostra vita quotidiana.

Leggendo alcune considerazioni sulle altezze dei cofani dei nuovi escavatori e parlando con dei progettisti di aziende di macchine industriali che ho recentemente incontrato nei miei viaggi in Francia, sono emersi spunti interessanti su cui vale la pena soffermarsi.

A prescindere dai gravi fatti di cronaca di questi ultimi giorni, che hanno visto lo scatenarsi, ancora una volta,  degli effetti di una latitanza e una litigiosità politica a livello internazionale, ci sono altri fattori che hanno profonde conseguenze sui costruttori e sugli utilizzatori di macchine.

Non è ancora completamente terminato il passaggio allo Stage IV che già è stato posto un ulteriore gradino da superare e la cui scadenza è stata fissata al 2019.

Nonostante dal 1996 a oggi, con la graduale introduzione dei vari step normativi, i motori a gasolio abbiano emissioni di particolato e ossidi di azoto inferiori al 98% rispetto al primo gradino normativo, sembra che tutto questo non basti ancora.

Lo Stage V abbasserà ulteriormente le soglie attuali e obbligherà i costruttori a ulteriori impegni progettuali alzando i costi finali delle macchine.

Stage_V (2)Decisioni che mi vedono, in linea di principio, perfettamente d’accordo ma, per contro, sarebbe interessante che le classi dirigenti politiche dei paesi in cui queste normative saranno introdotte – e a oggi solo l’Unione Europea ha dato piena adesione – si muovessero affinché gli stessi step fossero rispettati da quei paesi il cui tasso di inquinamento è altissimo e che costituiscono oggi la vera fonte dell’inquinamento antropico globale.

Non è possibile, a mio avviso, non avere la benché minima idea di cosa queste normative comporteranno in termini di ulteriori costi a carico delle aziende che operano nei mercati più evoluti.

Ancora una volta dovranno portare un fardello che, concretamente, risulta del tutto irrilevante per la diminuzione concreta degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico dato dai motori impiegati in ambito agricolo e industriale.

Spiace vedere come, ancora una volta, il motore a gasolio sia considerato l’unico colpevole dell’inquinamento atmosferico antropico. Tenendo anche conto della bassa percentuale di emissioni a fronte di tutte le altre fonti negative, in primis del traffico automobilistico, della produzione di energia elettrica con fonti fossili e degli impianti di riscaldamento.

Vale quindi la pena intraprendere tutti questi grandi sforzi se poi la gran parte delle emissioni viene prodotta da paesi in cui non esistono regolamentazioni?

Sicuramente sì.

Stage_V (4)Ma, e c’è un “ma”, occorre che tutti si corra con le stesse regole e che i benefici in termini ambientali e di qualità della vita siano evidenti e abbiano una controparte tangibile e concreta.

Occorre che le aziende che investono in macchinari puliti siano premiate nell’aggiudicazione degli appalti pubblici. Occorre che vi siano serie campagne di incentivazione, con semplici meccanismi fiscali così come avviene per la riqualificazione energetica degli edifici, con cui gli investimenti in nuove tecnologie siano sostenibili, occorre che a livello globale ci si muova uniti e compatti per non penalizzare, come spesso avviene anche nella vita di tutti i giorni, proprio coloro che si impegnano di più e che sono, di fatto, i “più bravi”.

Ancora una volta manca una visione politica che esprima una reale unità di intenti e una reale voglia di essere guide di un processo di evoluzione positiva.

Lo riscontriamo nella vita di tutti i giorni in cui è evidente una mancanza a livello di Unione Europea di una qualsivoglia visione positiva.

Stage_VFiguriamoci nel nostro settore dove una congrega di burocrati decide di seguire certe strade senza sapere dove queste in effetti porteranno.

Alla fine andremo tutti incontro allo Stage V, che ci piaccia o no, e ancora una volta lo faremo senza una chiara visione.

Buon lavoro a tutti!

…e ricordatevi che quattro anni passano molto in fretta…soprattutto nei ritmi produttivi di un costruttore di macchine e di motori.