Un futuro rosa per le nostre macchine?

pink_excavator (3)Nei miei quotidiani trasferimenti sentivo con interesse la notizia delle stime al rialzo del PIL italiano per la fine del 2015.

Il valore dell’1%, che l’Italia dovrebbe raggiungere entro fine anno, è un traguardo sicuramente lontano dalle percentuali mirabolanti di alcuni altri grandi paesi ma, per contro, è comunque altrettanto lontano dal quel misero 0,1-0,2 con cui venivamo accreditati a inizio anno.

Sicuramente non c’è motivo per stappare grandi quantità di bottiglie di spumante.

Rimane però il fatto innegabile che l’indice di fiducia di famiglie e imprese si sta attestando nuovamente ai livelli ante-crisi.

pink_excavator (2)Segnali che indicano come la reazione del nostro tessuto sociale ed economico sia stata forte al di sopra di quanto si aspettavano molti analisti.

Non nascondo che ho sempre paventato un ottimismo di fondo non tanto basato su un entusiasmo di corto raggio ma sia su dati economici oggettivi che sulla continua raccolta di informazioni sul territorio.

Uno degli aspetti più belli e interessanti del mio lavoro, infatti, consiste proprio nel contatto sia con i concessionari che con i clienti finali. Un contatto che mi porta a raccogliere tantissime informazioni sia in merito all’andamento del mercato che alle aspettative degli attori economici.

Lontani da essere nuovamente ai livelli immediatamente prima della crisi iniziata nel 2008, siamo però in una fase in cui è fondamentale continuare in questo percorso virtuoso che il nostro paese e le imprese si meritano fino in fondo.

pink_excavator (1)Da tutto questo penso che il futuro delle nostre care, amate, macchine si stia nuovamente tingendo di rosa con una crescita costante, fatta di cifre e numeri sostenibili (la crescita migliore è quella lenta ma costante) in cui siano premiate le aziende serie, i lavoratori seri, i committenti seri.

Gli obiettivi da raggiungere sono quelli di una qualità sempre più elevata, in ogni settore e in ogni processo produttivo, perché è l’unica vera arma che ci può consentire di rimanere a testa alta nello scenario economico della “vecchia Europa”.

Non siamo competitivi con i grandi numeri, non siamo competitivi laddove si mira a una produzione pura fatta sul prezzo, non possiamo continuare, per chi opera sul mercato interno, a perseverare lungo una strada di appalti e opere in cui si continui a ragionare come si è fatto fino ad ora.

Il lavoro sicuramente non manca. E lo sappiamo bene tutti quanti.

pink_excavator (4)Non sarà possibile continuare, e anche questo l’ho detto ben più di una volta, con la continua devastazione del nostro territorio o con speculazioni che non portano a nulla se non ad aggravare situazioni di crisi già consolidate.

Al contrario abbiamo bisogno di infrastrutture, di proteggere con opere di difesa il nostro territorio, di recuperare aree industriali dismesse in cui bonifiche e demolizioni siano l’impiego principale delle macchine movimento terra.

Uno scenario che si tinge di rosa già solo nella prospettiva di quanto è attualmente in programma e va attuato con estrema urgenza.

La strada intrapresa è sicuramente quella giusta.

Tocca nuovamente a noi cercare di percorrerla nel migliore dei modi.