Grandi Flotte

Un altro mondo

articolo di Marco Giussani

È questo il commento che Alberto Marocca, presidente dell’omonimo gruppo di Anagni, riserva alle macchine e ai servizi messi a disposizione da Scai. Nella cava frusinate e nei cantieri del gruppo operano un impianto di frantumazione Metso Minerals e molteplici macchine tra escavatori cingolati, minipale gommate, dumper e anche un nebulizzatore

La scelta del fornitore, soprattutto quando si parla di macchine importanti, è fondamentale e si basa su molteplici fattori che vanno quella qualità intrinseca dei mezzi e dei macchinari sino all’assistenza tecnica e alla disponibilità del personale. Sono questi i cardini sui quali Scai e Marocca stanno costruendo una vera e propria partnership che vede cliente e fornitore alleati nel ricercare la massima evoluzione tecnologica affiancata da un rapporto «d’altri tempi», cioè fondato sulla fiducia, sull’affidabilità e sulla disponibilità, senza dimenticare la necessaria flessibilità concernente il lato economico che, viste le macchine in gioco, è sempre della massima rilevanza.

Una società di rilievo

Marocca è un nome importante nel settore estrattivo e nella produzione di conglomerati bituminosi dell’aerea limitrofa alla capitale. Operante nel campo dei lavori pubblici, questa realtà è nata nel 1921 per iniziativa di Adolfo Marocca, forte dell’esperienza acquisita nella gestione dell’attività svolta dal padre Francesco fin dagli inizi del Novecento. Prima firmataria dell’atto costitutivo dell’Unione Industriali di Frosinone, la società con sede ad Anagni nel tempo ha evoluto la propria attività anche sotto la spinta dei figli Gianfranco e Alberto che hanno puntato tutto sull’industrializzazione e sull’automazione dei processi produttivi e delle attività costruttive. In questo contesto proprio l’attuazione di un’importante strategia di diversificazione della gamma di prodotti, la propensione all’innovazione tecnologica e l’attenzione alle evoluzioni normative, hanno portato all’affermazione del gruppo sul mercato. Attualmente gli abituali interlocutori della società sono rappresentati da committenti di rilevanza nazionale quali enti pubblici, concessionari autostradali e società collegate, cementerie, industrie di prefabbricati, di malte premiscelate, di calcestruzzi preconfezionati e impianti di conglomerati bituminosi.

Alberto Marocca

Oggi l’azienda è diretta da Alberto Marocca affiancato dalla figlia Elena e dalle nipoti Giovanna e Roberta e prevede anche un’attività di cantiere volta all’esecuzione di lavori stradali, acquedotti e fognature. Per quanto riguarda il settore estrattivo, Marocca gestisce una cava di proprietà la cui coltivazione interessa due fronti contrapposti con un’estensione di 450.000 m2 e con una capacità produttiva di circa 5.000 m3/giorno. Il materiale estratto viene frantumato e vagliato in opportune granulometrie per essere impiegato in lavori edili e stradali, nonché utilizzato come inerte per la confezione di calcestruzzi e conglomerati bituminosi, o come materia prima per la produzione del cemento. L’inerte calcareo viene utilizzato anche come tout venant per la costruzione di massicciate stradali o ulteriormente raffinato per la produzione di filler 0/1 per intonaci e per varie lavorazioni industriali. Senza dimenticare l’impianto per la produzione di conglomerati bituminosi tradizionali, modificati e per pavimentazioni antiskid.

Il rapporto con Scai

La ferma volontà di migliorare su tutti i fronti ha portato la società a rivoluzionare il proprio modo di lavorare in cava grazie all’acquisto di un impianto di frantumazione mobile Metso Minerals Lokotrack LT140 collegato a un sistema di nastri Lokolink LL12. Questo sistema, già ampiamente illustrato sulle pagine di Macchine Edili di maggio, si inserisce in un più ampio progetto ad alto valore aggiunto che vede una sostanziosa collaborazione tra la società anagnina e Scai, distributore italiano di marchi di assoluta importanza quali Metso Minerals, Hitachi, Bell e Gehl. «Storicamente – ci spiega Alberto Marocca, il vulcanico presidente del gruppo – ci siamo sempre forniti da un altro costruttore e non ci sarebbe mai venuto in mente di cambiare, invece, grazie all’esperienza con l’EX1200-5D per noi si è aperto un nuovo mondo». In effetti il gigante Hitachi EX1200-5D, che abitualmente alimenta il frantoio Metso, rappresenta la macchina della svolta. «Il nostro precedente fornitore – continua Marocca – non arriva a questi tonnellaggi, mentre noi avevamo la necessità di mettere sul fronte cava una macchina possente, in grado di fare tanta produzione. E Scai ci ha offerto questo escavatore incredibile con garanzie molto elevate. Una macchina, con una forza di strappo impressionante, che ci ha risolto tutti i problemi relativi all’utilizzo del martellone da 150 q, ma che utilizziamo anche equipaggiata con il ripper o con la benna da roccia. Attrezzature che vengono sostituite, grazie all’attacco rapido, in pochissimi minuti e con l’impegno di solo un operatore. L’EX1200-5D è poi l’ideale per alimentare le poderose mascelle del nostro nuovo frantoio mobile».

La qualità del gigante Hitachi ha poi convinto Marocca a continuare sulla strada del costruttore giapponese con l’acquisto di uno ZX670-3 e di uno ZX210-3 e ad abbracciare il mondo Scai a tutto tondo attraverso l’inserimento in flotta di un dumper Bell B25D, di una pala Gehl 6640 e anche di un cannone nebulizzatore WLP660. Il tutto grazie a un rapporto sempre più solido rafforzato anche dall’estrema vicinanza della sede Scai di Perugia al quartier generale Marocca di Anagni. «Con noi – sintetizza Alberto Marocca – sono stati dei veri signori. Abbiamo stipulato anche preziosi contratti di manutenzione programmata: a mio avviso Scai propone un servizio tecnico di altissimo livello, che non ha nulla da invidiare a nessuno e a condizioni economiche decisamente vantaggiose. In tutte le occasioni sono stati molto disponibili, seri, in poche parole un fornitore sempre all’altezza della situazione. D’altro canto la nostra cava è anche un banco prova per le loro macchine, un bel biglietto da visita per tutto il centro Italia».

Detto dell’EX1200-5D, sempre operativo sul fronte cava, lo ZX670-3 lavora costantemente con il martello, mentre lo ZX210-3 è una vera macchina da cantiere, un jolly per molteplici utilizzi. «Noi eravamo fossilizzati su scelte effettuate anni fa – conclude Marocca – e l’acquisto del 1200 ci ha aperto gli occhi su un altro mondo. A livello escavatori la strada è segnata e andremo sempre più su Hitachi».

Alcune note tecniche

Tralasciando l’impianto Metso Minerals, la macchina più importante è senza dubbio l’escavatore EX1200-5D, un gigante con un peso operativo compreso tra le 108 e le 113 t ed equipaggiato con un motore Cummins QSK23, sei cilindri in linea, raffreddato a liquido, in grado di erogare una potenza di 567 kW a 1.650 giri/min. e una coppia massima di 3.326 Nm già disponibile a 1.200 giri/min. Impressionante anche l’impianto idraulico dotato di tre pompe a cilindrata variabile, con una portata massima di 495 l/min. ciascuna, mentre il circuito pilota prevede una pompa da 63 l/min. Il sottocarro, ovviamente heavy duty, ha due possibilità di suole: standard da 710 mm, oppure opzionali da 900 mm; ogni lato presenta tre rulli superiori e otto inferiori.

Di tutto rispetto anche lo ZX670-3 con un peso operativo di oltre 67 t e un motore Isuzu, sei cilindri, turbocompresso, da 345 kW a 1.800 giri/min, sistema di iniezione Common Rail e raffreddamento EGR. Il circuito idraulico prevede due pompe a pistoni assiali a portata variabile (2×456 l/min.) e una pompa a ingranaggi (30 l/min.) per il circuito di pilotaggio.

Abbandoniamo i pesi massimi e scendiamo a una categoria più comune per il mercato italiano con il modello ZX210-3, macchina che, a seconda delle versioni, presenta un peso operativo compreso tra le 20,3 e le 22,6 t. Il cuore dell’escavatore è un motore Isuzu, quattro cilindri, con aspirazione sovralimentata e intercooler, da 122 kW a 2.000 giri/min. e coppia da 655 Nm a 1.500 giri/min. Due le pompe principali (da 212 l/min. ciascuna) cui si aggiunge l’elemento per il circuito di pilotaggio da 30 l/min.

Merita infine attenzione la presenza di un dumper articolato Bell B25D equipaggiato con un motore Mercedes Benz 6 cilindri in linea, da 7,2 l di cilindrata, turbocompresso, da 210 kW di potenza massima a 2.200 giri/min. La trasmissione è una ZF a distribuzione automatica del carico e prevede sei marce avanti e una retromarcia, mentre il convertitore di coppia è idrodinamico con lock-up in tutte le marce. I semiassi sono realizzati in acciaio ad alta resistenza con ingranaggi elicoidali sul bloccaggio del differenziale con slittamento limitato e planetari esterni per impieghi gravosi. L’impianto frenante prevede due circuiti con freni a pinza ad azionamento idraulico su tutte le ruote; il freno di parcheggio ed emergenza è a disco e montato in linea sulla trasmissione. Il freno ausiliario contempla un freno motore automatico ed Engine Valve Brake (EVB) Retarder idraulico modulabile. La sospensione anteriore è semi-indipendente, mentre le posteriori sono oscillanti per la distribuzione uniforme del carico. L’impianto idraulico è a portata variabile con sistema di rilevamento del carico. La capacità di carico massima è di 18m3.

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