di Costantino Radis
Il CFRM di Merlo e Volvo CE Italia hanno siglato un accordo quadro per la formazione degli operatori di macchine movimento terra.
Una partnership di alto profilo in cui i valori di ricerca della sicurezza che accomunano i due marchi trovano la migliore valorizzazione. Un punto di incontro in cui la sicurezza è sempre al top
La formazione professionale sta lentamente assumendo un ruolo fondamentale anche in Italia.
Un riconoscimento che – nel nostro settore – ha visto nell’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 la definitiva formalizzazione di un protocollo procedurale che prevede la formazione obbligatoria per gli operatori delle macchine da costruzione.
Una formazione da erogarsi, ovviamente, da parte di soggetti accreditati dalle Regioni secondo precisi requisiti.
Merlo si è sempre distinta nel tempo per la filosofia che ha messo la ricerca e lo sviluppo del prodotto fra i principali asset aziendali con una visione della formazione che l’ha portata, nel 2005, all’inaugurazione del Centro Formazione e Ricerca Macchine attiguo al quartier generale di San Defendente di Cervasca (CN).
Una struttura inizialmente concepita sia per testare tutte le nuove macchine Merlo che per fornire una adeguata formazione agli operatori dei sollevatori telescopici e, in generale, di tutte le apparecchiature per il sollevamento.
Un settore di attività che, per i rischi connessi, ha visto da sempre una maggiore attenzione verso un approccio sicuro con normative ante litteram che ne hanno regolato il controllo e l’esecuzione in sicurezza.
Dal sollevamento verso gli altri settori di formazione il passo è stato breve. L’esperienza acquisita in questi anni ha portato il CFRM a diventare un punto di eccellenza per la formazione nell’uso delle macchine. Non solo sollevatori telescopi e, soprattutto, non solo macchine Merlo.
Nel 2013 sono stati abilitati 2.148 allievi provenienti da 29 paesi diversi con presenze di eccellenza fra cui il personale della Protezione Civile, dell’Esercito Italiano e della NATO.
Un matrimonio naturale
Con un curriculum vitae di questo spessore il CFRM non poteva non attirare l’attenzione di un costruttore come Volvo che, da sempre, ha come riferimento la sicurezza dell’operatore.
Un valore declinato al massimo in ogni paese in cui il marchio è presente e che in Italia vede Volvo CE come diretto promotore dei corsi di formazione per gli operatori di escavatori idraulici, pale caricatrici frontali e terne.
«Si tratta di una filosofia aziendale» ci racconta Elena Pallicelli, marketing manager di Volvo CE Italia «che parte dalla casa madre e ci vede impegnati in prima linea per la diffusione di una cultura della sicurezza che vada al di là della semplice vendita e noleggio di macchine all’avanguardia nel settore».
Le fa eco il dott. Paolo Peretti, direttore del CFRM di Merlo «I valori fondamentali di Merlo e Volvo sono la sicurezza. Su questo fondamentale punto di incontro abbiamo costruito questa collaborazione che ci vede legati con un progetto formativo di ampio respiro in cui il CFRM promuove insieme a Volvo la formazione degli operatori».
L’accordo fra i due costruttori è un vero e proprio matrimonio naturale che si basa su valori condivisi e vede le regioni di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Toscana come principali palcoscenici formativi.
«Volvo CE Italia ha cercato dei partner affidabili, preparati e con lunga esperienza nella formazione per l’uso delle macchine» ci spiega Elena Pallicelli «e la collaborazione con il CFRM è per noi un vero e proprio fiore all’occhiello».
L’accordo prevede la messa a disposizione da parte di Volvo CE Italia di un midi escavatore ECR88 Plus e di una pala gommata compatta L25F che saranno usate presso la sede centrale di San Defendente di Cervasca per lo svolgimento del modulo pratico previsto dall’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012.
«I corsi nelle altre regioni che fanno parte dell’accordo» spiega il dott. Peretti «saranno svolti presso i centri satellite del CFRM accreditati in collaborazione con la rete locale Volvo CE».
«Laddove nascano specifiche esigenze» sottolinea Elena Pallicelli «i formatori del CFRM sono disponibili a muoversi ovunque sul territorio italiano come già normalmente fanno con alcuni grandi enti. La rete Volvo CE, da parte sua, promuove i corsi per operatori presso i propri clienti e mette a disposizione le macchine necessarie».
Anno zero…corso zero
Il CFRM e Volvo CE Italia, per rendere nota l’iniziativa, hanno organizzato un corso zero destinato ai giornalisti della stampa tecnica di settore in cui sono stati illustrati tutti i contenuti così come previsti dall’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 con le relative verifiche finali.
Il modulo base per gli escavatori idraulici prevede una durata di 10 ore complessive suddivise in un modulo giuridico-normativo di 1 ora, un modulo tecnico di 3 ore e un modulo pratico di 6 ore.
I contenuti spaziano dalle normative in materia di igiene e sicurezza del lavoro, con particolari cenni alle responsabilità dell’operatore, fino alla classificazione dei vari tipi di macchine movimento terra, la descrizione delle loro caratteristiche generali, i dispositivi di sicurezza, i controlli da effettuare e il corretto impiego in ogni contesto con l’analisi dei rischi connessi.
Da un punto di vista pratico, invece, si passa dall’individuazione dei componenti strutturali e di sicurezza, i dispositivi di comando, i controlli pre-utilizzo, la pianificazione delle operazioni da svolgere, l’organizzazione del lavoro e – ovviamente – l’uso concreto dell’escavatore.
Questo aspetto deve prevedere operazioni di scavo e riempimento, l’accoppiamento di attrezzature, manovre di livellamento, movimentazione precisa dei carichi, aggancio di attrezzature speciali e il loro impiego. Infine si devono effettuare le operazioni di sicurezza passiva come il corretto e sicuro parcheggio del mezzo a fine lavoro, gli accorgimenti per evitare un impiego non autorizzato, il suo corretto posizionamento e blocco sui mezzi di trasporto dopo averlo fatto salire.
Non è ovviamente mancato il test scritto di verifica – previsto dalla normativa – con un totale di 32 domande che vertevano su tutte le tematiche affrontate in aula nei moduli giuridico-normativo e in quello tecnico.
Operatori per caso…operatori per professione
Ho apprezzato molto l’iniziativa congiunta di Merlo e Volvo in quanto, operando in prima persona nel settore della formazione, si è potuto dare l’occasione a molti profani di cosa significhi condurre una macchina movimento terra in modo sicuro e corretto.
La difficoltà nello svolgere anche solo manovre basilari ha messo l’accento sul fatto che non è assolutamente possibile improvvisarsi operatori…anche solo per un giorno.
Il ruolo della formazione diventa quindi fondamentale per la sicurezza non solo nei cantieri edili ma in generale in tutto il mondo professionale legato all’utilizzo delle macchine.
Se nel settore industriale è la prassi che vi sia un percorso formativo adeguato alla complessità della nuova macchina appena installata nelle linee produttive, nel movimento terra si danno invece troppe cose per scontate.
La formazione obbligatoria, insieme al quadro normativo di riferimento, portano verso una professionalizzazione degli operatori come non era mai accaduto prima nel nostro paese.
Rispetto a quanto accade nel resto dell’Europa siamo ancora indietro ma se l’esempio del CFRM e di Volvo CE Italia verrà copiato anche da altri significa che si è imboccata la strada giusta.
Ancora oggi molti mi chiedono se la formazione per gli operatori sia un obbligo. C’è molta confusione in merito e occorre che si faccia chiarezza in modo univoco. La formazione per gli operatori di macchine movimento terra è obbligatoria per legge e l’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 regola la sua attuazione. Le attrezzature oggetto di formazione sono state catalogate come risulta evidente dalla seguente tabella. Per le definizioni corrette si rimanda all’accordo stato-regioni che è visionabile in PDF come allegato online alla rivista. L’abilitazione si ottiene dopo il superamento delle verifiche intermedie e finali inerenti sia i contenuti strettamente teorici (normativa di riferimento, conoscenza tecnica delle macchine) che quelli pratici (condotta corretta del mezzo in base a una serie di prove stabilite). L’attestato ha una validità quinquennale e si rinnova dopo la partecipazione a un corso di aggiornamento che deve avere una durata minima di 4 ore di cui almeno 3 dedicate ai contenuti pratici dei rispettivi moduli. L’abilitazione va registrata sul Libretto Formativo del Cittadino di cui il datore di lavoro deve tenere conto per la programmazione della formazione del personale e come riscontro dell’avvenuta formazione nei confronti degli organi di vigilanza per rispetto degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico della Sicurezza). Un altro aspetto su cui occorre fare chiarezza è che occorre ottenere l’abilitazione entro 24 mesi dall’entrata in vigore dell’accordo Stato-Regioni, ossia entro il 12 marzo 2015. Questo perché l’accordo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 12 marzo 2012 e la sua entrata in vigore era prevista 12 mesi dopo quella data. Stiamo quindi vivendo un momento transitorio in cui le aziende hanno il tempo per programmarsi e pianificare la formazione del personale per mettersi in regola. Teniamo però presente che le esigenze in tema di formazione si stanno evolvendo in modo molto dinamico con clausole assicurative limitanti che comporteranno, visto il generico obbligo di formazione, l’introduzione de facto di nuove macchine e attrezzature. Rimangono infatti escluse dall’accordo le macchine per i lavori stradali come finitrici, rulli e frese e molte altre attrezzature decisamente pericolose su cui la normativa latita ma che, nella pratica, occorre usare con una adeguata preparazione.
Non si può parlare di Merlo senza pensare al Centro Formazione e Ricerca Macchine che è attiguo allo storico stabilimento di San Defendente di Cervasca. Nato da una chiara visione legata alla sicurezza a 360° di cui Merlo si è chiaramente fatta portatrice come azienda costruttrice di attrezzature per l’edilizia e l’agricoltura, il CFRM è diventato un punto di riferimento per la formazione nell’uso delle macchine per il sollevamento e, da oggi, anche per il movimento terra. L’accreditamento come centro di formazione per la NATO è il coronamento che fa seguito a una lunga serie di successi che si traducono nei 2.148 allievi – provenienti da 29 paesi – che sono stati abilitati nel corso del 2013. Esercito Italiano, Protezione Civile, grandi enti e aziende come Ferrovie dello Stato ed ENEL oltre alla miriade di artigiani, piccole e medie aziende che fanno capire come l’attenzione del Centro sia mirata alle esigenze di tutti. «Anche i privati» ci spiega il Dott. Paolo Peretti, direttore del Centro «sono fra nel nostro target con i corsi per i carrelli elevatori industriali. Molti investono in un corso di questo tipo con una buona percentuale di probabilità di trovare un impiego dopo averlo perso in precedenza». Anche e soprattutto nel CFRM si respira la chiara filosofia del Gruppo Merlo in cui la dimensione organizzativa, il bacino di utenza allargato e la professionalità vanno di pari passo con l’attenzione per il singolo individuo che si trova a essere considerato come persona e non come un numero. Esattamente lo spirito che dovrebbe spingere chi fa formazione.