La nuova Grove RT550E è una autogru fuoristrada, da 45 t e 39 m di braccio, dotata di un equipaggiamento tecnologico di tutto rispetto focalizzato sulla massima semplicità di utilizzo e sulla più elevata sicurezza. Una fuoristrada versatile ideale per il noleggio a freddo o per chi desideri un jolly da cantiere.
L’unità produttiva di Niella Tanaro (Cn) è il luogo ideale per avvicinarsi a una nuova macchina. In questo centro di eccellenza Manitowoc c’è tutto: la linea produttiva, il comparto formazione, il campo prove e tutti gli uffici, dalla commercializzazione al marketing, che svolgono il compito di far conoscere le macchine del gruppo agli operatori del settore. In questo contesto, stimolante quanto funzionale, abbiamo osservato la nuova autogrù fuoristrada Grove RT550E, macchina presentata ufficialmente allo scorso Bauma e che, durante i mesi estivi, ha visto la consegna di vari esemplari in Italia e in tutta Europa.
Un progetto innovativo
Quello della RT550E, pur nell’attuale difficoltà di mercato, è un successo che i vertici Manitowoc avevano facilmente previsto e si basa su due elementi essenziali: l’innovazione tecnologica e l’approccio user friendly, tradotti in un progetto innovativo nato per l’Europa meridionale e che, nel suo sviluppo complessivo, ha evidenziato caratteristiche tecniche idonee per essere apprezzate anche dagli operatori del nord-Europa, da sempre più sensibili alle meraviglie della tecnologia.
«Il progetto – ci spiega Davide Camperi, Area Sales Manager Manitowoc – era partito per l’Europa affacciata sul Mediterraneo, fondamentalmente perché le statistiche di vendita raccontano di un mercato delle fuoristrada più attivo in quest’area. La macchina è sotto le 28,5 t di peso e ha una larghezza compresa nei 2,55 m, parametri appositamente pensati per l’Italia e altri Paesi europei. Al Bauma, invece, ecco che abbiamo esposto una macchina già venduta a un cliente olandese, e in fiera abbiamo piazzato ulteriori unità RT550E nel nord Europa. Oltre al suo tradizionale bacino di utenza la nuova autogrù è quindi destinata a essere apprezzata anche nell’Europa settentrionale, area in cui si chiede abitualmente di più in termini di tecnologia. In sostanza, la RT550E cerca di introdurre una nuova cultura nelle autogrù fuoristrada, in cui un’elevata tecnologia si combina con un’interfaccia industriale. Grazie a un’interfaccia avanzata ma non esasperata, robusta, da cantiere, che può essere tranquillamente utilizzata indossando i guanti da lavoro».
Osservando la macchina da vicino e scorrendo le sue peculiari caratteristiche tecniche, oltre che prestazionali, la bontà del progetto appare evidente. Ce lo conferma Federico Lovera, EMEA Product Manager Manitowoc, che afferma: «si tratta di un progetto innovativo portato avanti dall’Italia in collaborazione con la Germania e gli Stati Uniti, centri di eccellenza che hanno contribuito alla riuscita di questa macchina mettendo a disposizione tutte le proprie competenze. Scorrendone velocemente le principali caratteristiche si può vedere come il carro sia di concezione americana, molto robusto, dotato di motore Cummins, powershift e freni a disco. La sovrastruttura ricalca quella di una multistrada, con una tecnologia che offre un braccio a elevate prestazioni e un’idraulica, certamente più raffinata rispetto alla classica da gru fuoristrada, pensata per la massima precisione e contemporaneità dei movimenti, inoltre completamente personalizzabile secondo le esigenze e le abitudini dell’operatore. Resta confermata la presenza di una pompa principale a cilindrata variabile per ottimizzare al massimo anche i consumi di carburante. Il braccio si avvale dell’esperienza tedesca Twin-Lock con profilo Megaform per assorbire al meglio lo sforzo e distribuire il peso in modo uniforme. La cabina è Full Vision, con ampie superfici vetrate, condizionamento dell’aria molto efficace, porta scorrevole e un sedile ancora una volta in stile multistrada, molto comodo, con sospensione pneumatica e grande ergonomia di utilizzo. Dal punto di vista produttivo l’argano ha un tiro singolo molto elevato che permette di fare meno rinvii sul bozzello migliorando la produttività grazie alla maggiore velocità di salita e discesa. Mentre gli stabilizzatori, a steli rovesciati, propongono un vero e proprio marchio di fabbrica Grove. Quattro le modalità di sterzo, dove è molto apprezzata quella solo posteriore che permette un utilizzo come pick and carry».
Il mercato della RT550E
La RT550E si presenta come una fuoristrada di assoluta semplicità e, cosa ancora più importante, assolutamente sicura anche nell’utilizzo da parte di un operatore non particolarmente esperto. Tutto ciò grazie agli accorgimenti tecnologici adottati che permettono di lavorare con facilità e velocità. «A dispetto di quanto si possa immaginare– riprende Camperi – questa macchina è nata con il presupposto di creare qualcosa di facile per gli operatori, è ideale per il noleggio a freddo, per i general contractor, oppure per gli installatori di strutture metalliche, anche grazie al braccio telescopico molto lungo e con prestazioni importanti: alla massima estensione di 39 m abbiamo ancora ben 66 q di capacità. Può inoltre rappresentare una valida alternativa alle 35 t o 40 t multistrada con un investimento minore e con costi di gestione molto più contenuti. Dato chela maggior parte dei noleggiatori ha ormai un carrellone, anche il trasporto è enormemente facilitato, senza necessità di permessi e con costi di trasporto contenuti. Eccellente per un cantiere di tre o quattro giorni, è sicuramente più compatta di un’autogru multistrada tre assi o di una city crane e ha un braccio da 39 m. In pratica i fondamenti per cui si sceglie una fuoristrada o una multistrada rimangono i medesimi, ma questa macchina può dare qualche motivazione in più legata alle prestazioni che permettono tanti lavori, praticità d’uso, costi di manutenzione e di esercizio ridotti, la possibilità di dare l’autogrù a freddo o anche a caldo. La nostra RT550E segue l’evoluzione stessa del mercato che cerca macchine sempre più versatili, autentici jolly da cantiere». Inoltre, per la massima tranquillità del noleggiatore, la macchina è equipaggiata con il Crane Star, il sistema Manitowoc di monitoraggio flotta da remoto, con tanto di report di utilizzo e con funzione di localizzatore geografico.
Chicche tecnologiche che fanno la differenza
«La tecnologia adottata su questa macchina – interviene Lovera – permette di offrire prestazioni superiori: abbiamo il braccio più lungo della categoria (39 m) e, a livello di capacità di sollevamento, stacchiamo il miglior concorrente mediamente del 10%». Come accennato la RT550E utilizza un braccio con tecnologia Twin-Lock – la stessa utilizzata sulle macchine della serie GMK, con un solo cilindro telescopico per l’estensione del braccio – ma per facilitarne l’uso, sulla nuova fuoristrada Grove è stata introdotta la nuova interfaccia uomo-macchina CCS, acronimo di Crane Control System. Il sistema CCS è composto di due display, uno dedicato al limitatore e un secondo schermo riservato alle funzioni, e di un Jog dial. Dietro questo termine inglese c’è, in buona sostanza, un semplice dispositivo applicato abitualmente nel sistema automotive. Integrato nel bracciolo destro, permette all’operatore di passare agevolmente da uno schermo all’altro e, comandare tutte le funzioni della macchina. Una semplice manopola a rotella consente di selezionare l’opzione che interessa e confermarla con la pressione del suo punto centrale.
«Per quanto concerne il braccio, che si può anche sfilare sotto carico – prosegue Lovera – abbiamo tre differenti modalità di sfilo. La Full Automatic prevede un modo di lavoro completamente automatico: la macchina inizia a sfilare dapprima le sezioni più piccole per arrivare a quelle di maggiori dimensioni. L’operatore deve solamente inserire la distanza che vuole raggiungere e la macchina fa tutto da sola, quando arriva alla lunghezza desiderata l’area di lavoro viene semplicemente delimitata dalla configurazione della macchina a livello di stabilizzazione. La funzione Semi-automatic è in stile GMK ed è dedicata all’operatore più esperto. Questi seleziona 0, 50 o 100% di estensione per ogni sezione – un metodo di lavoro che presume sappia usare la macchina e sia cosciente di cosa debba fare per ogni sollevamento – se per esempio dovrà effettuare un tiro pesante sfilerà le prolunghe di maggiori dimensioni ed effettuerà il sollevamento vicino alla macchina, in tutti gli altri casi effettuerà lo sfilo delle sezioni basandosi sulle sue conoscenze che verranno tradotte alla perfezione dalla macchina stessa. Infine abbiamo introdotto una terza e nuova modalità: il Boom Configurator Mode. Nella relativa schermata la macchina chiede: raggio di lavoro, carico da sollevare e lunghezza del braccio. Fornendo uno di questi parametri il sistema propone quattro differenti configurazioni di braccio: con portata massima, con il braccio più lungo, con il braccio più corto e la più rapida da ottenere (in ogni caso, comunque, per ciascuna configurazione è indicato il tempo necessario per raggiungerla)».
In pratica anche l’operatore meno esperto attraverso il monitor può impostare pochissimi dati e la macchina procede in autonomia a realizzare la configurazione migliore per lavorare. Conoscendo il peso del carico e a che distanza si trova, l’operatore non ha la necessità di confrontarsi con le tabelle di portata cartacee e pianificare il sollevamento (cosa che accade solo nel migliore dei casi) ma è la macchina che esegue questo lavoro. Inserendo uno dei due parametri, distanza o peso, la macchina è in grado di fornire tutte le configurazioni possibili e, in sostanza, pensa al posto dell’operatore utilizzando le tabelle in relazione alla configurazione dell’autogrù.
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