Svedese di sostanza (ultima puntata)

La raffinatezza tecnologica degli Akerman si può capire molto bene da uno degli ultimi suoi modelli di escavatori a corde: l’M14 e l’M14-5P Pile drive.

Prodotti fra il 1968 e il 1974, erano la concreta anticipazione di cosa sarebbero diventati i modelli idraulici del costruttore svedese.

Cabina e posto guida, disegno dei cofani, carri, livrea, funzionamento con trasmissione del moto con cinghie in gomma, azionamento  idraulico: una vera e propria chicca che si staccava nettamente dalla concorrenza dell’epoca e che per questo vide una limitata diffusione di soli 96 esemplari in versione per scavo e carico e in 74 macchine in versione Pile drive per l’infissione di pali e parancole. Un totale di 170 mezzi le cui soluzioni tecniche si ritrovarono sul successivo Akerman H21 da 35 ton.

Con un peso operativo di 43 ton in versione Pile drive, l’Akerman M14 era equipaggiato di un motore Volvo Penta D100B da 168 hp a 1650 rpm.

L’azionamento idraulico era una delle maggiori rotture con il passato e questo aveva fatto sì che tutta la macchina ne avesse degli evidenti vantaggi in termini di affidabilità, consumi, velocità, rumorosità e comfort.

Per la prima volta fece la sua comparsa una cabina di guida perfettamente allineata agli standard attuali e la cui impostazione – ovviamente migliorata nel tempo – caratterizzò gli escavatori Akerman fino agli ultimi modelli della serie EC.

Un vero e proprio precursore dei tempi in cui la tecnologia idraulica/elettrica soppiantava definitivamente quella meccanica anche in un prodotto tradizionalmente legato a quest’ultima.

La diffusione limitata di un prodotto di così elevata tecnologia dimostra perfettamente che non sempre l’unione fra qualità e contenuti va d’accordo con il mercato. Una regola che vediamo tutti i giorni confutata in ogni settore merceologico.

C’è anche da dire che la comparsa dell’M14 avvenne proprio a cavallo della grande diffusione degli escavatori idraulici che, ovunque nel mondo, stavano rivoluzionando un modo di lavorare fermo da quasi un secolo.

Confrontando questo modello con le pari macchine “made in USA” che furoreggiavano in quei tempi, però, è evidente quanto l’Akerman guardasse al futuro in modo del tutto privo di preconcetti: uno dei pregi che ancora oggi caratterizza i costruttori svedesi in generale.

L’eredità di questo grande marchio – ancora oggi in gran voga nei paesi nordici con macchine datate ma perfettamente efficienti – mette in luce una eredità concettuale prima ancora che tecnica e tecnologica.

Una eredità che il marchio Volvo ha fatto propria e che ha saputo fondere con il dinamismo degli escavatori Samsung portando a quelli che sono gli attuali prodotti del costruttore svedese.

Quando usiamo un escavatore Volvo sappiamo quindi che un pezzo importante di DNA, a prescindere dalla inevitabile evoluzione che il mercato impone, affonda le proprie radici in quegli Akerman che, da noi, in pochi conoscono.