Svedese di sostanza (sesta parte)

Se Akerman ha gettato solide basi per costruire quello che è oggi l’escavatore idraulico moderno, tutto questo lo si deve alla sua passata esperienza di costruttore di escavatori a corde.

Un passaggio non sempre obbligato a cui i maggiori costruttori del mondo si sono spesso elegantemente sottratti partendo direttamente dalla tecnologia idraulica.

Così come, per molti altri, l’iniziale produzione di escavatori a corde non è sempre stata seguita da una adeguata gamma di macchine idrauliche.

L’esperienza di Akerman con gli escavatori a corde inizia nel 1939 con l’H300, un modello da 8 tonnellate di peso operativo che era già disponibile in svariate versioni. Frontale, rovescio, dragline, gru e in una interessante variante “skumskopa” (letteralmente “paletta per schiuma”) in cui la benna scorreva sul braccio compiendo un movimento radente rispetto al terreno.

La sigla identificativa dei modelli è riferita alla capacità della benna frontale: H300 indica una benna da 300 litri. Una denominazione che Akerman non abbandonerà più.

La Seconda Guerra Mondiale scombina i piani di crescita anche in Svezia ma nonostante tutto nel 1942 arriva il più grande H600 e bisogna poi attendere fino al 1946 per vedere un ulteriore ampliamento della gamma Akerman verso il basso.

Nel 1946 vede infatti la luce il più piccolo H200 – da 6 tonnellate – disponibile sia in versione semovente che nella versione D – trainata – destinata al mercato agricolo.

Nel 1950 nasce l’H350, che sostituisce il “vecchio” H300 e ne accresce dimensioni e peso operativo: 9,5 tonnellate per una benna frontale che passa da 300 litri del primo modello ai 350 dell’ultimo nato. Arriva anche la doppia velocità di traslazione…1,33 km/h per il lavoro e 2,55 km/h per i trasferimenti.

Le potenze installate non erano mostruose…anzi…36 hp per il H350, 39 hp per il primogenito H300, 33 hp per il più piccolo H200.

Il funzionamento era semplice e del tutto identico agli escavatori a corde del periodo: frizioni che innestavano gli argani che, con il loro movimento, consentivano l’avvolgimento dei cavi e il relativo movimento dei bracci. Lo svolgimento avveniva semplicemente staccando le frizioni e sfruttando l’inerzia del ritorno dei movimenti.

Nel 1957 la gamma cresce in prestazioni con il nuovo H375 che sale a 11 tonnellate per una benna da 375 litri e una potenza di 49 hp.

Tra il 1946 e il 1968 si affiancano e avvicendano altri modelli che, in ordine crescente di prestazioni, sono l’H475 (1957), l’H575 (1956), l’H610 (1959), l’H650 (1948), l’H700 (1963), l’H750BR (1965), l’H751 (1967), l’H800 (1952) e il top di gamma H1400 del 1962.

Quest’ultimo modello, rimasto in produzione fino al 1968, pesava 43,2 tonnellate e aveva una potenza di 154 hp. Fornì alcune soluzioni costruttive per un modello molto particolare che fu in produzione fra il 1968 e il 1974: l’M14.

Quest’ultimo, con un peso operativo di 33,5 tonnellate e una potenza di 157 hp, fu il trait d’union con gli escavatori idraulici Akerman che vennero successivamente.

Carro, cabina, linee della torretta, l’M14 aveva già tutto quello che, negli anni a venire, caratterizzò gli escavatori svedesi e che ce li fanno ricordare ancora oggi per tutte le loro particolarità.

Le soluzioni impiegate da Akerman per questo escavatore furono talmente innovative – anche rispetto ai grandi colossi mondiali degli escavatori a corde – che l’M14 merita un approfondimento tutto suo.

Nella prossima puntata ci sarà un avvincente “faccia a faccia” con un’altra perla dello “svedese di sostanza”.