Cantieri

Autovictor dalla teoria alla pratica

Uno studio di circa un anno per il sollevamento (spettacolare) di un’elipiattaforma a Sommacampagna. Un cantiere complesso, a pochi metri dalla sede autostradale, affrontato attraverso la progettualità di altissimo livello messa in campo da Autovictor, che si è tradotta in molteplici vantaggi, operativi e in termini di costi, per tutti gli attori coinvolti.

I lavori di sollevamento non sono una questione di forza. La potenza delle macchine è necessaria, ci mancherebbe altro, ma la vera forza risiede nella capacità progettuale. Autovictor ancora una volta è stata in grado di mettere in campo la propria esperienza e preparazione tecnica per affrontare la movimentazione di una elipiattaforma, posta a quasi 40 m d’altezza e con un peso di circa 570 t.

Le fasi preliminari

Il lavoro ha visto la demolizione di una elipiattaforma posizionata al di sopra del palazzo direzionale della società Uteco a Sommacampagna, in provincia di Verona. Un’operazione resa necessaria dopo che le verifiche sul palazzo avevano evidenziato una carenza antisismica causata proprio dall’elipiattaforma, che rendeva solidali i quattro vani scala dell’edificio. La proprietà dell’immobile ha quindi optato per la demolizione del manufatto, che del resto non era mai stato utilizzato per l’atterraggio degli elicotteri.

L’incarico è stato affidato a Demco Demolizioni Controllate, che si è dovuta occupare della rimozione della piattaforma, della sua posa a terra, della demolizione del manufatto a terra e del suo smaltimento. Demco in un primo tempo aveva ipotizzato un sollevamento della piattaforma “a spicchi”, dividendo il manufatto in otto sezioni al fine di ridurre i pesi e, di conseguenza, le dimensioni della macchina da utilizzare. Stiamo infatti parlando di una costruzione posta tra i 35 e i 40 m di altezza, con un peso complessivo di 570 t.

La soluzione Autovictor

Demco ha affidato ad Autovictor lo studio del cantiere per le opere di sollevamento e di movimentazione della piattaforma. La società di San Pietro Mosezzo si è quindi impegnata in un importante studio del cantiere, che ha comportato quasi un anno di verifiche e di intensa progettazione sfociate in una soluzione differente: la rimozione della piattaforma nella sua interezza. Oltre a risolvere parecchie questioni tecniche – la demolizione in quota è sempre piuttosto difficoltosa e dispendiosa – questa soluzione ha permesso di creare meno problemi agli utilizzatori degli uffici presenti nell’unità immobiliare (ben 400 persone) in quanto il lavoro è stato eseguito in una sola giornata.

I dettagli del cantiere

Per procedere secondo questo progetto, Demco ha provveduto al taglio dei quattro piloni sorreggenti la piattaforma, dopo che gli uomini di Autovictor avevano imbragato il manufatto, messo in tiro secondo il peso ipotizzato. Eseguite queste operazioni sono entrate in gioco le gru, che hanno effettuato la movimentazione e la posa della piattaforma. Autovictor ha utilizzato quattro macchine: due autogrù principali deputate al sollevamento (una Terex-Demag TC2800/1 da 600 t in configurazione SSL con 60 m di braccio principale, 300 t di zavorra sulla tavola e Superlift e una Manitowoc 16000 da 400 t) e due macchine ausiliarie di assistenza alle due tralicciate. Le due autogrù tralicciate hanno lavorato in tandem. Nello specifico la Terex-Demag ha effettuato una manovra di rotazione per far uscire la piattaforma dal volume dell’edificio, mentre la Manitowoc ha operato il sollevamento, ha ruotato la torretta e si è mossa sui cingoli. La gru cingolata si trovava infatti incastrata in uno spazio di circa 12 m e, come una pick and carry, è fuoriuscita da questo budello con il peso posto a 40 m di altezza. Una volta usciti dal volume del palazzo, l’elipiattaforma è stata calata a terra in un primo posizionamento non definitivo. Si è quindi provveduto a spostare la TC2800/1 per poi riprendere la piattaforma e posizionarla al di fuori della recinzione dello stabile. Qui la palla è passata a Demco, che ha provveduto alla demolizione finale.  Un’operazione svolta a terra e quindi decisamente più semplice (e meno onerosa) rispetto all’ipotizzato intervento in quota.

Coordinamento a 360°

Com’è facile intuire, in questo intervento le difficoltà maggiori sono state quelle inerenti la lunga fase di progettazione finalizzata a garantire un sollevamento in totale sicurezza. I tecnici di Autovictor hanno infatti dovuto studiare non solo il sollevamento, ma anche l’imbrago della piattaforma; verificare che la resistenza della stessa fosse idonea e che non vi fossero sollecitazioni al suo interno prendendola su quattro punti ed effettuando il sollevamento. L’imbrago è stato studiato nei minimi particolari a partire dai golfari posti sulla piattaforma, che sono stati realizzati ad hoc da una società specializzata in carpenteria. In sostanza è stato creato un sistema di sollevamento che prima non esisteva. Sono stati praticati alcuni fori sulla piattaforma che hanno permesso di fissare la carpenteria alla quale sono stati collegati i grilli e le funi delle autogrù.

Particolarmente complesso è stato anche il coordinamento con l’autostrada (il cantiere era estremamente vicino alla sede stradale), la proprietà del palazzo e la società che opera nell’edificio. L’Autostrada ha imposto una fascia di rispetto di 30 m, Autovictor ha quindi dovuto condividere con la società autostradale sia i piani di montaggio delle autogrù sia il piano di sollevamento. La società ha dovuto posizionare le macchine e adottare lunghezze di braccio idonee perché in caso di incidente non si andasse a invadere la sede autostradale.

Qualche numero

A Sommacampagna, tra ufficio tecnico e operatori in campo, hanno lavorato ben 25 persone di Autovictor. Lo studio è stato particolarmente lungo soprattutto per il differente approccio suggerito dalla società piemontese, rispetto alla prima idea di demolizione in quota. Questa intuizione di Autovictor, rivelatasi vincente, si è tramutata in un notevole vantaggio per tutti i soggetti coinvolti: Demco ha evitato di affrontare un’onerosa e complessa demolizione in quota, mentre l’utilizzatore del palazzo ha dovuto affrontare una sola giornata di fermo.

L’operazione si è svolta senza intoppi e nei termini previsti. Il primo tiro, inerente la presa dal palazzo e la posa a terra, è durato circa 8 ore. Altre 6 ore sono state necessarie per la ripresa del manufatto e la sua collocazione definitiva