Una delle mie esperienze professionali più belle è stata sicuramente il test comparativo che aveva visto come protagoniste tre pale gommate.
Non tre pale qualsiasi ma tre macchine del calibro della Liebherr L566 2plus2, della Caterpillar 966H e della Volvo L150F.
Una due giorni svoltasi in Austria insieme a Massimo, ottimo operatore dalla sensibilità tecnica non comune, e che ci aveva visti insieme per una settimana intera.
Partenza dal Piemonte la domenica pomeriggio per arrivare in Austria in serata e, dopo due giorni passati nello stabilimento Liebherr di Telfs, ci aveva visti spostarci a Bischoshofen.
È proprio qui, a 60 km da Salisburgo, che Liebherr progetta e costruisce le sue pale gommate e la disponibilità di un confronto aperto sul campo ci aveva ben più che invogliati a muoverci per capire le specifiche soluzioni messe a punto da tre grandi costruttori che hanno sempre privilegiato la qualità.
I risultati dei nostri test furono allora pubblicati in un articolo decisamente corposo – sarebbe più corretto definirlo un vero e proprio dossier – uscito su più numeri per non monopolizzare gli spazi a disposizione.
A prescindere dai risultati, quello che mi è rimasto per sempre impresso nella memoria è sicuramente la capacità di questi grandi costruttori di saper gestire in modo corretto la tecnologia complessa che ruota attorno a una pala gommata.
Tre macchine che si collocano al top del mercato e che si distinguevano per soluzioni molto differenti fra loro.
La capacità di ognuno di loro, pur con macchine dall’anima così differente, di sapersi collocare al top del mercato, mi ha affascinato e insegnato che ogni costruttore ha una propria anima che cerca di cogliere le sfumature di ognuno di noi.
Caterpillar, Volvo e Liebherr sono sicuramente, oggi, tre marchi che tutti vorrebbero avere nel proprio parco mezzi. Ognuno di loro intercetta una parte ben specifica di mercato senza rinunciare a fare l’occhiolino ai clienti del diretto concorrente.
Una “sfida benevola” che vede ognuno di loro proporsi con macchine all’altezza delle migliori aspettative grazie a ingenti risorse investite in ricerca e sviluppo del prodotto.
Ma quello che ancora oggi mi è rimasto nel cuore – come insegnamento da non dimenticare mai – è sicuramente un grande rispetto per ogni costruttore.
Per tutti gli sforzi che si fanno all’interno di un’azienda per riuscire a intercettare le esigenze di un mercato in continuo cambiamento e per chi ogni giorno entra in un ufficio di progettazione e si confronta con una realtà in continuo movimento.
Un ricordo e un insegnamento professionale che saranno sempre la mia guida ogni giorno e che mi portano ad affrontare l’analisi di una macchina con quella sana voglia di imparare che non lascia mai nulla per scontato.
E che quindi mi porta a rispettare ogni competitor proprio perché dietro a ogni macchina e a ogni scelta c’è una persona che vi ha dedicato del tempo sia a progettarla, che a costruirla, che a sceglierla e usarla.