Premiata Ditta “Libri & Macchine”

LIBRI_MACCHINE_001Due eventi fieristici molto diversi fra loro – ma entrambi nello stesso periodo – mi hanno fatto riflettere su un tema che potrebbe sembrare campato per aria ma che – al contrario – è strategico per il nostro futuro produttivo.

Si tratta del Samoter di Verona – di cui tanto abbiamo parlato – e del Salone del Libro di Torino….di cui ovviamente non abbiamo mai parlato.

Come possono essere uniti due eventi di questo tipo?

Innanzitutto sono uniti dalle diverse sorti e dal diverso progetto che sta alle spalle di ognuno.

Mentre il Samoter – con l’edizione 2014 – ha segnato il passo verso un destino alquanto incerto, il Salone del Libro ha segnato un record storico di visitatori non solo per quanto riguarda quella manifestazione ma – probabilmente – anche per qualsiasi fiera mai organizzata in Italia.

340.000 visitatori singoli sono un numero che deve far pensare non solo gli addetti ai lavori ma tutti quanti noi.

Si potrebbe chiamare il buon vecchio Giulio Tremonti e dirgli chiaramente “…caro il mio Giulio, con la cultura si mangia eccome…anzi…si fanno quattro pasti al giorni e ci esce anche l’happy hour con gli amici e la sciata nel week-end…”.

Ebbene sì. Con le costruzioni classicamente intese ormai non si mangia più.

Parliamo infatti di un settore che, in Italia, si è sostanzialmente basato su una forte commistione con la politica e che ha forzato la mano con speculazioni dannose per un territorio fra i più belli al mondo incurante delle vere necessità del paese che sono, in ultima analisi, quelle dei suoi cittadini.

I due segnali contrastanti che sono giunti forti e chiari sia dal Samoter che dal Salone del Libro ci indicano però chiaramente quale sia la via da seguire.

Il mondo nazionale delle costruzioni – come lo abbiamo sempre inteso e vissuto – è definitivamente morto.

Prima ce lo mettiamo in testa e meglio è per tutti.

Ma c’è davanti a noi una strada aperta in cui le macchine – quelle che a noi piacciono tanto e che usiamo con tanta passione – avrebbero da lavorare fino alla consunzione: il completamento delle infrastrutture che ancora mancano all’appello, la manutenzione di quelle esistenti, la tutela del territorio dal suo inesorabile dissesto idrogeologico e, dulcis in fundo, la riqualificazione del costruito e la tutela del patrimonio paesaggistico e architettonico.

Roba da far tremare le vene ai polsi. Si parla di decine e decine di miliardi di euro di lavori che aspettano con urgenza e che si possono pagare grazie a un bacino di utenti di svariate centinaia di migliaia di milioni (!) di persone da tutto il mondo che non aspettano altro di vedere da vicino un paese meraviglioso tirato a lustro.

E dove una fiera come il Samoter potrebbe essere il punto di riferimento internazionale per le macchine specializzate in quei tipi di lavori…a discapito magari delle grandi macchine ma con una miriade di costruttori a mettere in mostra una tecnologia di primo piano per intervenire in modo mirato nella conservazione del patrimonio e nella salvaguardia del territorio. E valorizzando una specializzazione che sarebbe tutta nostra.

Tutto questo in modo assolutamente funzionale al decollo di una vocazione culturale che, senza adeguate strutture e senza un territorio curato e sicuro, non può avere luogo.

Un esempio nostrano – per quanto a volte criticato – è quello del Trentino Alto Adige in cui manutenzione continua del territorio e rinnovo  costante del patrimonio edilizio sono gli elementi cardine per preservare un ambiente eccezionale che attira milioni di turisti ogni anno.

La cultura in Italia è stata trascurata e calpestata troppo a lungo. Spesso proprio da coloro che hanno allegramente speculato nel mondo delle costruzioni.

E proprio dal Salone del Libro di Torino si è alzato chiaro il grido di protesta di tutti coloro che vogliono una chiara svolta a questa politica miope.

Non è un caso se proprio quest’anno è stata siglata l’alleanza ufficiale con il “Frankfurt Book Fair” – il salone del libro più importante al mondo – e se sempre a Torino il Salone del Gusto, chiara espressione di un valore aggiunto tutto italiano, continua a mietere ogni anno successi stellari.

A me sembra abbastanza evidente e lampante: la “Premiata Ditta Libri & Macchine” ha davanti a se’ un futuro luminoso e prospero.

Basta avere il coraggio di voltare pagina. E iniziare a leggere un libro diverso rispetto al passato.

Anzi. Iniziare a leggere. Visto che prima non lo si faceva.