Motori e dintorni – quarta parte

Il Bauma è appena passato ma ne parleremo ancora a lungo viste le importanti novità che lo hanno caratterizzato.

Uno dei temi “caldi” (e mai definizione fu più indovinata!) era proprio quello dei motori e delle ripercussioni sul mercato delle macchine movimento terra sulla base delle soluzioni che saranno adottate per rispondere allo Stage IV (Tier IV Final).

La mia personale propensione verso la tecnologia SCR, più volte affermata non solo su questo sito ma anche nei miei articoli su “Macchine Edili” e, con minore presenza, su “Macchine Agricole”, deriva non tanto da una tifoseria calcistica verso un marchio o una particolare azienda quanto verso una evidente maggiore affidabilità e verso una diminuzione dei costi di gestione per l’utilizzatore finale.

Minori consumi che ripagano ampiamente il costo dell’AdBlue, maggiore affidabilità e rendimento del motore, una semplicità manutentiva che abbassa notevolmente il costo degli interventi nella vita utile e permette di utilizzare le macchine così equipaggiate anche in mercati non emissionati con semplici interventi di rimozione del dispositivo SCR.

Alcune soluzioni erano poi così astruse, costose e complesse che suscitavano il serio dubbio che fossero state congegnate o per palese incapacità o per aumentare in modo artificioso i costi di manutenzione a carico del cliente.

Ci sono costruttori che hanno pervicacemente percorso strade dall’esito scontato quanto annunciato. Salvo poi giustificare le loro scelte con farfuglianti motivazioni tecniche relative a migliori erogazioni di coppia con un tipo di motore montato su una certa tipologia di macchine….salvo poi smentirsi da soli nel momento in cui, a seconda dei modelli e della comodità del momento, montavano sia motori con EGR + DPF che motori con il semplice SCR

Si sa che per vendere si direbbe tutto e il contrario di tutto. E questo si basa spesso su una sostanziale impreparazione da parte degli addetti ai lavori che, nella stragrande maggioranza dei casi, si bevono le soluzioni proposte dal costruttore preferito esattamente come farebbero per l’acquisto di quello o quell’altro giocatore da parte della propria squadra del cuore.

Ossia chiudendo gli occhi davanti all’evidenza e facendo finta che tutto sarà perfetto. Salvo poi arrabbiarsi quando arriva il conto dell’officina o le cifre alla pompa del gasolio non sono esattamente come ci si aspettava.

Di fatto le leggi della fisica hanno riportato tutti con i piedi per terra e per rientrare nei severi parametri Stage IV (simili ma non uguali al Tier IV Final) tutti i peggiori detrattori dell’SCR hanno dovuto per forza di cose….adottare l’SCR….!!!

Alcuni costruttori come Liebherr hanno ricorso a questa tecnologia anche per lo Stage IIIb per i nuovi grandi modelli presentati al Bauma dopo aver cominciato l’aggiornamento di altri modelli con motori EGR + DPF.

Volvo ha annunciato che userà motori di derivazione automotive con SCR dopo aver tanto investito sui motori con V-Act e aver complicato la vita a clienti e operatori con i problemi sulla rigenerazione del DPF. Così come Caterpillar che – dal par suo – userà questa tecnologia in associazione con un catalizzatore ossidante e il filtro antiparticolato….giusto per non dire “…scusate ci eravamo sbagliati…” e per complicare ulteriormente le cose ai propri clienti.

Gli altri si accoderanno a quanto proposto dai singoli costruttori di motori come Cummins o Isuzu.

Nei piccoli motori queste problematiche si sentono meno perché temperature di funzionamento ed emissioni sono inferiori già in partenza e quindi soluzioni come SCR, EGR e DPF a lunga durata sono soluzioni pressoché efficaci.

Di fatto alcuni grandi costruttori hanno capito che la semplicità è premiante. Altri continuano a voler complicare le cose per evidente incapacità progettuale o semplicemente per assicurarsi un cospicuo ulteriore margine dai successivi interventi post-vendita.

Dei due una cosa è chiara: molti grandi miti andrebbero visti con occhi più oggettivi e più disillusi.

Tutti ne avrebbero dei vantaggi: portafoglio, ambiente, ricerca tecnologica.

E ragionare come quelli che oggi vengono chiamati “smart buyer”. Ma essere smart non è sempre così semplice.