Grazie al Decreto “End of Waste” i rifiuti da costruzione e demolizione avranno una nuova vita, portando notevoli vantaggi all’ambiente e alle imprese. E c’è chi, come MB Crusher, da tempo aveva capito questa enorme potenzialità, mettendo a punto prodotti mirati e tecnologicamente avanzati.
Dal 26 Settembre 2024 è entrato in vigore il decreto “End of Waste” che sostituisce e abroga il precedente D.M 152 del 2022: le aziende produttrici di aggregati recuperati avranno tempo fino al marzo 2025 per aggiornare le proprie autorizzazioni o presentare nuove comunicazioni alle autorità competenti.
Questo decreto introduce nuove regole che impatteranno profondamente sulla gestione e il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione, trasformandoli in una grande risorsa e costituendo un’importante svolta per le aziende del settore non solo in termini di conformità ma di business.
Cosa sono i rifiuti inerti?
Con questo termine si intendono tutti quei rifiuti solidi derivanti da attività di costruzione e demolizione e altri rifiuti di origine minerale che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa, che non si dissolvono, non bruciano, non sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e che, in caso di contatto con altre materie, non comportano inquinamento ambientale o danno alla salute umana. Da questa classificazione sono esclusi i rifiuti interrati e le terre e rocce da scavo provenienti da bonifica di siti contaminati.
Questi nuovi criteri consentono ai materiali riciclati come aggregati inerti di essere riutilizzati in vari settori industriali, promuovendo così l’economia circolare.
L’obiettivo del decreto “End of Waste” è ovviamente facilitare il riciclo di rifiuti inerti, rendendoli nuovamente competitivi, trasformando lo scarto in risorsa, dando loro nuova vita. Un processo che trasforma i rifiuti in un prodotto che può essere reintrodotto nel mercato con nuove formulazioni e ambiti applicativi, come per esempio le miscele bituminose per lavori stradali, il confezionamento di calcestruzzo e le opere di riempimento.
Una svolta per l’ambiente e per le aziende
Secondo i dati dell’ISPRA, nel 2022 l’Italia ha prodotto 60 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione, con un tasso di riciclo del 79,8% superiore all’obiettivo UE del 70%, un trend che verrà sicuramente implementato grazie alle nuove normative.
Sono indubbi i vantaggi che il Decreto “End of Waste” porta innanzitutto all’ambiente in termini di sostenibilità anche grazie ai criteri di recupero differenziati che sono stati adottati. La tabella con i limiti diversificati per i contaminati stabilisce infatti soglie diverse a seconda dell’uso previsto per gli aggregati recuperati. Per esempio, sono previste soglie più severe per gli aggregati utilizzati in progetti di recupero ambientale e riempimenti e soglie meno stringenti per applicazioni come la costruzione di strade, ferrovie, piazzali industriali: un approccio flessibile che consente alle aziende di adattare i propri processi in base al tipo di progetto, agevolando un maggiore impiego di materiali riciclati. Inoltre, il nuovo decreto include ora anche i rifiuti da costruzione e demolizione abbandonati, ampliando così il ventaglio di materiali che possono essere trattati e riciclati.
Ma non sono da sottovalutare neppure le grandi opportunità di business che si schiudono per le imprese. Eccone alcune.
• Riduzione dei costi: riciclare e riutilizzare aggregati inerti può ridurre notevolmente i costi di approvvigionamento delle materie prime.
• Accesso a nuovi mercati: la possibilità di utilizzare materiali riciclati in una vasta gamma di applicazioni apre nuove opportunità commerciali, in particolare nei settori delle infrastrutture e delle costruzioni sostenibili.
• Sostenibilità: con l’introduzione del Decreto “End of Waste” l’uso di aggregati riciclati sarà incentivato, contribuendo a ridurre l’uso di materiali naturali e promuovendo un’edilizia più sostenibile.
Trasformare il rifiuto in profitto. Un esempio italiano
“Viviamo in un momento in cui il settore delle costruzioni non può più fare a meno di soluzioni innovative che supportino una gestione sostenibile delle risorse. L’economia circolare non è solo una necessità ambientale: è un’opportunità economica per tutte le aziende che puntano all’efficienza e alla competitività”, spiega Guido Azzolin, amministratore delegato di MB Crusher.
“Da sempre MB Crusher ha creduto in questa visione: abbiamo sviluppato attrezzature che consentono di ridurre gli scarti, trasformando il materiale di risulta direttamente sul posto. In un mondo in cui le risorse naturali si esauriscono e la richiesta di infrastrutture cresce, fornire strumenti che incentivino il riciclo non è solo una scelta strategica, ma una vera e propria responsabilità verso il pianeta e verso il futuro.
Con i nostri macchinari, i nostri clienti riescono ad affrontare sfide cruciali: contenere i costi, gestire i tempi di cantiere, ridurre l’impatto ambientale. Utilizzando le unità di MB Crusher, le imprese diventano autonome nel ciclo del riciclaggio. Diventano quindi più flessibili, ottimizzano i costi operativi e rispondono con velocità alle esigenze dei progetti. Non è solo una questione di sostenibilità, è una scelta efficiente e redditizia.
L’idea stessa di economia circolare implica un cambiamento culturale: il rifiuto non è più un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. Per questo motivo MB Crusher si impegna per fornire strumenti che aiutino le imprese a trasformare scarti e materiali di risulta in nuove risorse, in modo autonomo e sostenibile. Guardiamo al futuro e vediamo un settore che evolve, un settore in cui innovazione e responsabilità ambientale si muovono di pari passo, per creare valore aggiunto per le imprese e per la società”.
Ora faremo qualche esempio pratico di reimpiego di materiali “di scarto” grazie alle attrezzature messe a disposizione da MB Crusher, dopo aver sentito anche il commento tecnico di un legale sul Decreto “End of Waste“.
Ri-innovare la tradizione: l’alternativa al trasporto in discarica
“La nuova disciplina concernente il riutilizzo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e altri rifiuti inerti di origine minerale, è sostituiva della pregressa normativa di cui al D,M. n. 152/2002, abrogato dall’art. 9 del decreto in commento, anche in virtù della considerazione circa l’esistenza di “…un mercato per l’aggregato recuperato in ragione del fatto che lo stesso risulta comunemente utilizzato per la realizzazione di opere di ingegneria civile, in sostituzione della materia prima naturale…” (I° considerato) e conseguente necessità di “…apportare modifiche sostanziali alla disciplina vigente..” (III° considerato)”, ha approfondito per noi l’avv. Marco Fabrizio Commissario aggregato Commissione VIA-PNRR/PNIEC.
“In particolare il nuovo decreto stabilisce i criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e di demolizione e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, come definiti all’articolo 2, comma 1, lettere a) e b), ed elencati alle Tabelle 1 e 2 dell’allegato 1, cessano di essere qualificati come rifiuti a seguito di operazioni di recupero, ai sensi dell’art. 184-ter, D.lgs. n. 152/2006 (art. 1, c. 1)”, spiega l’avv. Fabrizio.
E’, peraltro, prevista l’ammissione in via preferenziale alla produzione di aggregati recuperati per i rifiuti inerti dalle attività di costruzione e di demolizione provenienti “da manufatti sottoposti a demolizione selettiva”.
In caso difforme (operazioni di recupero finalizzate alla cessazione della qualifica di rifiuto aventi a oggetto in tutto o in parte rifiuti non elencati nell’Allegato 1, Tabella 1, punti 1 e 2, del nuovo decreto) risultano fatte salve le procedure autorizzatorie sul recupero di rifiuti previste all’art. 184-ter, c. 3, D.lgs. n. 152/2006.
I criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti per i rifiuti inerti derivanti dalle attivita’ di costruzione e demolizione e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, sono quelli definiti all’Allegato 1 del D.M. m. 127/2024, fermo restando il rinvio, per quanto concerne ciò che debba intendersi per “rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e demolizione” ai disciplina di cui alla nota Decisione della Commissione 2000/532/CE, capitolo 17, purchè elencati nell’Allegato 1, tabella 1, del nuovo regolamento in oggetto (art. 2, c. 1, lett. A, D.M. 127/2024).
L’allegato II del decreto indica, a propria volta, gli scopi specifici per i quali potrà essere utilizzabile l’aggregato recuperato con rinvio, per quanto concerne il rispetto die menzionati criteri di cui all’art. 3, ad una dichiarazione sostituiva di certificazione di atto notorio redatta dal produttore secondo il contenuto minimo all’uopo previsto in allegato III del decreto.
L’art. 8 detta, infine, una disciplina transitoria per i produttori di aggregato recuperato i quali, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto, dovranno presentare all’autorita’ competente un aggiornamento della comunicazione effettuata ai sensi dell’art. 216 del D.lgs. n. 152/2006 (DIA per operazioni di recupero), oppure un’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione concessa ai sensi del Capo IV, del Titolo I, della Parte IV ovvero del Titolo III-bis, della Parte II del D.lgs. n. 152/2006.
Nelle more dell’efficacia dell’aggiornamento delle dette comunicazioni/autorizzazioni è previsto che i produttori di aggregato recuperato potranno continuare ad operare in conformità ai titoli posseduti prima dell’aggiornamento (nell’ipotesi in cui, all’entrata in vigore del nuovo decreto, l’autorizzazione sia in fase di rinnovo, i produttori di aggregato recuperato potranno operare, fino alla conclusione della stessa, in conformità ai titoli oggetto di rinnovo).
Ma come hanno recepito i costruttori di macchine e attrezzature per la demolizione e il riciclaggio queste nuove normative che per alcune aziende – come MB Crusher – non sono che la conferma di un percorso intrapreso da tempo in un’ottica di economia circolare e di ottimizzazione delle risorse? La strada da fare è ancora tanta, ma fortunatamente qualcosa si sta muovendo. Vediamo in dettaglio qualche cantiere che evidenzia come sia stato aggiunto valore allo scarto, trasformandolo in risorsa e donandogli nuova vita.
L’esempio di Matera
Nel cuore di Matera ha preso forma un grande progetto di recupero urbano che unisce tecnologia e sostenibilità: un esempio di come innovazione e sostenibilità possano andare di pari passo. Si tratta del cantiere del Parco Intergenerazionale di Piazza della Visitazione e Piazza Matteotti, finanziato dalla Regione Basilicata e dal Comune di Matera, affidato all’azienda Trezza srl.
Alla guida dei lavori l’Ing. Carla La Torre, direttore tecnico del cantiere, che ha deciso di affidarsi alla benna frantoio MB Crusher BF90.3 installata su un escavatore Doosan per velocizzare il recupero e il riutilizzo dei materiali di risulta.
La benna frantoio MB Crusher ha costituito un’alternativa al trasporto in discarica o ad altre forme di recupero e quindi ha consentito di risparmiare tempo e risorse. Con il frantoio a mascelle MB Crusher si riducono di granulometria direttamente sul posto i materiali di risulta da demolizioni e scavi che si possono così riutilizzare immediatamente, risparmiando tempo e risorse economiche. In un cantiere vasto come quello di Matera, il frantoio a mascelle MB Crusher permette anche di ridurre il traffico in cantiere, i tempi di attesa e l’inquinamento. La separazione del ferro dai materiali frantumati avviene direttamente sul posto grazie all’uso del deferrizzatore 24 Volt installato sull’unità MB Crusher.
Il dispositivo si controlla dalla cabina dell’escavatore, quindi l’operazione si fa in totale sicurezza per l’operatore e per il cantiere.
La benna frantoio MB Crusher diventa una soluzione ideale per i cantieri moderni che vogliono essere efficienti, sostenibili e sicuri.
La testimonianza di Pragma Costruzioni Generali
Sono tre i motivi che hanno spinto Pragma Costruzioni Generali di Montecalvo Irpino, in provincia di Avellino, a scegliere le unità MB Crusher:
• Basso investimento iniziale: le unità MB Crusher si ripagano in poco tempo.
• Abbattimento delle spese di trasporto: non c’è stato bisogno di smaltire il materiale inerte nei centri di recupero.
• Possibilità di riutilizzare il materiale in cantiere: tutto il lavoro viene fatto sul posto.
Il geom. Giuseppe Lo Conte, tecnico responsabile dell’impresa, ha le idee ben chiare: sono due anni che utilizza la benna frantoio BF90.3 e la benna vagliante MB-S18 in cantiere. “Essendo stata l’azienda che ha inventato questa tipologia di prodotto, ha conoscenza approfondita delle applicazioni e, nel corso degli anni, ha avuto modo di migliorare costantemente i propri prodotti.”
Inoltre, con le due attrezzature MB Crusher riesce a frantumare e ridurre volumetricamente il materiale in cantiere, senza doverlo conferire ai centri di recupero, e riutilizzarlo per sottofondi, opere fognarie e acquedottistiche.
Le due unità MB Crusher sono state usate nel cantiere per la demolizione e ricostruzione del ponte “Santo Spirito”, lungo la strada statale 90/bis “delle Puglie”, nel territorio di Montecalvo Irpino.
Il ponte era stato danneggiato da un evento franoso e quindi doveva essere ricostruito. Il lavoro è stato preso in carico da Pragma Costruzioni Generali in Raggruppamento Temporaneo d’Imprese per conto di Anas. Le due unità MB hanno riciclato direttamente sul posto il materiale di risulta dalla demolizione del ponte, un lavoro reso possibile dal fatto che il materiale ha superato le norme per poter essere riutilizzato sul posto per la realizzazione del sottofondo stradale dello spessore di 60 cm. Tutto fatto all’interno dello stesso cantiere.
Ma le testimonianze (e i cantieri in cui sono al lavoro le attrezzature di MB Crusher) non finiscono qui. Ci aspetta un’altra interessante applicazione. Il protagonista? Un materiale difficile da gestire, gettare e mettere in opera: il calcestruzzo.