Mamma li turchi…!

Mi ricordo il mio primo giorno di Facoltà. Non avendo “santi in paradiso” non conoscevo nessuno. Neanche un compagno di liceo con cui “farsi forza”.

Mi sedetti di fianco a un gruppo di ragazzi dall’accento straniero. Un gruppetto di quattro persone cordiali e amichevoli.

Mi presentai e scoprii che erano ragazzi turchi…di Istanbul. Frequentai parecchi corsi con loro e con due in particolare l’amicizia si consolidò nel tempo. Sono in contatto con loro ancora oggi grazie alla magia e alla potenza di Facebook. Due belle persone che portano alto il nome della loro nazione.

Prima di conoscerli avevo un’idea completamente diversa della Turchia e non me la immaginavo come un paese per certi aspetti molto più evoluto dell’Italia. già negli anni ’90 avevano la patente elettronica e i miei amici, in particolare Elif, una ragazza molto portata per lo studio, parlava correntemente italiano, francese, inglese e spagnolo…e ovviamente turco…che è veramente una lingua ostica e difficile…

Un progresso che da allora è continuato, che prosegue tuttora e che ha portato questa bellissima nazione così asiaticamente europea ad avvicinarsi a noi senza perdere la propria identità culturale. Vera testa di ponte verso il medio-oriente, la Turchia si presenta oggi con alcune aziende che, anche nel settore delle macchine movimento terra, iniziano a dire la loro senza alcun complesso di inferiorità.

Una di queste è la Hidromek che, dopo aver prodotto per un lungo periodo terne ed escavatori su licenza JCB, ha iniziato a camminare con le proprie gambe con dei nuovi progetti di assoluto valore.

Una gamma che colpisce il cuore del mercato senza perdersi in modelli per ora commercialmente secondari: tre terne che coprono la fascia mini, midi e maxi del mercato, quattro escavatori cingolati da 14 a 38 tonnellate di peso operativo (con modelli sia mono che triplice snodo), due escavatori gommati da 14 e 20 tonnellate di impostazione tipicamente tedesca, un material-handling da 22 tonnellate, tre escavatori long-reach da 24 a 43 tonnellate, un escavatore high-reach demolition da 44 tonnellate.

Insignita del prestigioso premio internazionale “iF – Product Design Award 2012” e di diversi risconoscimenti “Turkey Good Design” nel 2008 e nel 2010, la Hidromek si sta ritagliando una grande attenzione sul palcoscenico internazionale grazie a impianti idraulici Load Sensing a centro chiuso,  cabine confortevoli, terne a gestione elettronica, standard qualitativi molto elevati e in grado di competere con i migliori del mercato.

Il momento economico favorevole che vede la Turchia crescere con indici annuali che sfiorano le due cifre costituisce un banco di prova non da poco che consente a Hidromek di conquistare la fiducia di un numero sempre più elevato di clienti, di investire in ricerca e sviluppo e dimostrare di saper fare fronte a una richiesta pressante e continua.

La storia della Hidromek è anche un po’ la storia di quei compagni di università che hanno ampiamente dimostrato il lato migliore della Turchia all’interno del Politecnico di Torino: competenza, voglia di emergere, capacità progettuale, allineamento a severi standard internazionali.

Non è un caso che Hidromek abbia oggi filiali o punti di assistenza non solo in tutta Europa, con punte di eccellenza in Spagna, Francia, Polonia e paesi baltici, ma anche nei maggiori continenti con una espansione costante che si sta allargando a macchia d’olio e che garantisce il necessario supporto ai clienti.

Da “Cenerentola” a principessa il passo non è stato breve, segno positivo di una maturità conquistata sul campo e necessariamente destinata a durare.

Un bel segno che mi riporta in mente i miei compagni di università e come loro moltissimi altri: formarsi in altri paesi per poi usare il proprio capitale umano nella loro patria.

Un cerchio formativo che sta dando ottimi risultati sul campo.

Bravi loro, un po’ meno noi.

Un esempio da imitare con il giusto senso critico e una adeguata mentalità che, in Hidromek, sembra abbiano perfettamente imparato.

E allora …mamma li turchi!

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