Logica ineccepibile

Passeggiando nel tardo pomeriggio lungo una spiaggia del Conero possono capitare sorprese di ogni tipo.

L’altra sera ero con mia moglie e mia figlia e un vecchio PMI 450 parcheggiato vicino a delle barche ha attirato la mia attenzione.

Mia figlia era comodamente “trasportata” sulle mie spalle e quindi mi ha gioco forza seguito nella visita a quell’escavatore che, da tanto tempo, non incontravo sulla mia strada.

Ci abbiamo girato intorno, lo abbiamo visto da vicino, ne abbiamo sentito il caratteristico odore di olio idraulico e gasolio.

Abbiamo anche visto che, con il suo caratteristico braccio con deportée, viene ancora oggi impiegate per sollevare piccole imbarcazioni e portarle a riva.

La verniciatura artigianale ma ben coprente nasconde da un lato i segni tangibili del tempo e dall’altro serve inevitabilmente a proteggerlo nel corso della sua seconda vita come “tuttofare” del rimessaggio marino.

Lo stato di conservazione delle ruote motrici e folli, dei rulli, dei cilindri di sollevamento e del braccio denotano un basso numero di ore effettive di lavoro. I motori stellari hanno le solite perdite di olio ma questo è del tutto normale sia nei PMI che in altri marchi che usavano questa soluzione che comportava piccole noie a fronte di una coppia di traslazione notevole.

Solo la cabina è stata sostituita con una struttura in profilati e lamiera forata costruita per l’occasione.

Mia figlia, a un certo punto, mi ha fatto notare che le chiavi della “cabina” erano appese alla “porta” (che era aperta e ancorata con del fil di ferro alla lamiera forata) e che erano presenti anche quelle per la messa in moto.

In effetti ho constatato entrambe le cose e lei, candidamente, mi ha subito detto “Ma non potrebbe salire qualcuno e mettersi a pilotarlo?”.

In effetti era vero e, devo dirlo sinceramente, non mi era venuto subito in mente visto che mai e poi mai avrei tentato di usare quell’escavatore…anche se aveva attirato la mia attenzione di appassionato.

La mia risposta è stata immediata. “Hai ragione. Le chiavi sono alla portata di tutti ma la legge non lo consente”.

E da lì è cominciata una piccola conversazione in cui i contenuti della Direttiva Macchine e della L. 181/2008 sono stati testati, superando l’esame a pieni voti, dalla logica ineccepibile di una bambina che fra pochi mesi compirà otto anni.

In effetti ho pensato parecchio all’uso alternativo delle macchine movimento terra che hanno, per qualsiasi motivo, terminato il loro impiego classico nei cantieri.

Di fatto mi sono imbattuto in un classico caso di utilizzo improprio di un escavatore trasformato in gru, senza le necessarie sicurezze e omologazioni (e quindi senza sapere l’entità del carico sollevabile e la sua massima distanza dal centro macchina), senza una struttura di protezione per l’operatore omologata ROPS/FOPS, senza le cinture di sicurezza e per giunta lasciato incustodito, aperto, con le chiavi a disposizione di tutti e in uno spazio aperto a un pubblico eterogeneo e composto da molti bambini: una spiaggia balneare.

Vero è che, forse, la batteria era scollegata o addirittura assente ma la fatalità può sempre essere dietro l’angolo nei momenti meno opportuni.

Capisco anche che il gestore del rimessaggio balneare non avesse una mole di lavoro tale da giustificare l’acquisto di una regolare gru cingolata.

Di fatto tutto questo deve portarci a riflettere su una serie di condizioni, tipiche di un paese che dimostra nei fatti di non essere ricco come vorrebbe, riguardo l’impiego delle macchine movimento terra e da sollevamento, sulla generale vetustà del parco circolante e su una ancora diffusa e generalizzata leggerezza nell’uso di macchine che sono oggettivamente pericolose se finiscono in mani sbagliate.

Il legislatore lo sa molto bene e ha varato delle norme che qui si fa ancora fatica ad accettare (non dico capire e usare) mentre altrove, molto più concretamente, si applicano in modo del tutto automatico anche solo usando, per eseguire determinati lavori, mezzi idonei allo scopo.

Alla fine la logica ineccepibile di una bambina che inizierà fra poco la terza elementare ha messo pienamente a nudo un problema più diffuso di quel che non si pensi e che riguarda l’uso in sicurezza di macchine e attrezzature.

1 commento

  1. E brava Carola…vero che il mondo, visto con la semplicità di un bambino, molte volte fa risaltare cose che noi adulti ormai diamo per scontate…un plauso a Carola e un grazie ed un apprezamento per il suo papä….

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