La visione che manca a (quasi tutti) gli italiani

MERLO (3)Sono rientrato ieri sera da un press-event in cui il Gruppo Merlo ha presentato alla stampa tecnica italiana i primi modelli della nuova gamma modulare e gli investimenti finora effettuati nello stabilimento di San Defendente di Cervasca, alle porte di Cuneo e ai piedi delle Alpi Marittime.

Un passo più in là c’è quella Francia in cui, nonostante un grande concorrente transalpino, Merlo è uno dei leader indiscussi con tanto di Legion d’Onore che i francesi hanno attribuito al Cavaliere Amilcare (ma senza cavallo!!!…come scherzosamente sottolinea) per i meriti del suo lungo e costante lavoro.

Ebbene, sono tornato a casa con il sorriso sulle labbra e la felicità nel cuore.

Per due motivi.

Il primo e più importante (e non me ne vogliano in Merlo) era che mi attendeva la mia famiglia.

Il secondo è che con persone come Amilcare Merlo, i suoi figli e tutto il suo staff direzionale, c’è ancora qualche speranza per i bambini e i giovani a cui dobbiamo dare qualche certezza che non sia solamente quella di doversene andare da qui per trovare un lavoro adeguato alle loro capacità e al loro talento.

MERLO (2)La crisi ha dato il coraggio a questa azienda familiare (che macina utili ogni anno) di ripartire da un foglio bianco su cui progettare i nuovi modelli – che oggi fissano nuovamente una pietra miliare nel settore dei sollevatori grazie a una tecnologia che li colloca alla pari con le macchine movimento terra più evolute – e di effettuare quegli investimenti e quelle necessarie rivoluzioni culturali per recuperare la competitività di cui tanto si parla.

Tutto questo in un paese fermo al palo e che si avvita su problemi sostanziali come le interrogazioni parlamentari sulle partite di calcio o la negazione di diritti che, nei paesi additati come vero modello di civiltà, sono elemento assodato di fatto.

A Cuneo ho invece trovato la soluzione concreta alla perdita di competitività: una visione imprenditoriale che è anche una visione di vita.

Un crescita aziendale costante e sostenibile con la continua e graduale assunzione di personale anche in questi anni di profonda crisi.

La ricerca di nuovi mercati con il raggiungimento di una quota di esportazione che è arrivata a superare il 90%.

L’innalzamento dello standard qualitativo e tecnologico delle macchine per essere competitivi nei mercati e nei segmenti ad alto valore aggiunto.

Una completa riorganizzazione industriale che snellisca il processo produttivo e permetta di essere più vicini alle esigenze del cliente finale, ai suoi tempi di lavoro e alle sue richieste specifiche.

Parole?….no. Fatti.

Un piano di investimenti superiore ai 100 milioni di euro in tre anni. Una verticalizzazione del prodotto che ha altri pochi paragoni sul mercato, un controllo dei processi che vede la Merlo detenere in house una quantità enorme di brevetti e soluzioni tecnologiche, una nuova gamma modulare che permette di avere un numero elevatissimo di versioni con un numero limitato di componenti.

DCIM100GOPROA nulla servirebbe tutto questo, però, senza la chiara volontà di rimanere in Italia e senza una generazione di giovani imprenditori, i figli di Amilcare Merlo, determinati e capaci nel proseguire con prudenza, spirito imprenditoriale e perseveranza, l’attività industriale che ormai è attiva su più fronti: sollevatori, veicoli per l’ambiente, trattori forestali, componenti elettroniche e plastiche in proprio.

La capacità di Amilcare è stata quella di far esprimere a ognuno di loro, senza preconcetti e senza forzature, le proprie migliori propensioni personali.

Gli Amministratori del Gruppo sono infatti Silvia e Paolo Merlo con la giovane donna che si occupa degli aspetti amministrativi esprimendo al meglio la determinazione e preparazione femminile nella gestione delle risorse grazie a prudenza e precisione innate. Il fratello Paolo si occupa invece degli aspetti commerciali grazie a intraprendenza e capacità di relazione interpersonale preziose per un incarico come questo.

E tutti gli altri componenti della famiglia, sotto la supervisione di Amilcare, rivestono cariche nodali per il buon andamento del Gruppo.

Duro lavoro, oculatezza negli investimenti, continua crescita e formazione, continua ricerca sul prodotto, selezione ferrea di personale giovane e motivato con una percentuale che arriva oggi al 20% di laureati attivi in azienda.

La visione a me sembra chiara e senza troppe complicazioni: tiriamoci su le maniche, lavoriamo un po’ di più, impegniamoci di più, diamoci da fare e non sprechiamo.

Un visione che manca a (quasi tutti) gli italiani.DCIM100GOPRO