La strada della passione

CAT_966_KChe si debba cambiare strada risulta chiaro anche ai più scettici.

Quotidiani che ogni giorno snocciolano arresti eccellenti, continue inchieste della magistratura che fanno emergere gravi irregolarità nell’aggiudicazione degli appalti, inchieste che portano a risultati in cui non vi è un solo settore nazionale in cui non governi il malaffare e la collusione con varie forme di malavita.

Che la corruzione sia il vero male del nostro paese – sia a livello pubblico che a livello privato – è sotto gli occhi di tutti…così come lo scoraggiamento di coloro che ancora hanno un’etica del lavoro.

Le forze che si oppongono alla giusta direzione del paese sono fortissime e rappresentano tutti coloro che – a qualsiasi titolo – vivono grazie a privilegi immorali che il nostro corpo normativo rende legittimi.

CAT_349E_02Lunedì scorso ho avuto modo di visitare il cantiere del rifacimento della pista dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo.

A prescindere dal cantiere – che rimane oggi uno dei più spettacolari e complessi d’Europa – è stata una giornata positiva per un incontro che ho avuto nel tardo pomeriggio.

La frequentazione dei social-network – se fatta con intelligenza e con spirito di vera e onesta apertura – permette di conoscere persone con cui si condividono idee, pensieri e passioni.

Dopo molti mesi di amicizia virtuale ho quindi avuto la fortuna di incontrare personalmente Giuseppe che vive e lavora in provincia di Bergamo.

Giuseppe – e quando si dice che il nome segna una vita – è un gran lavoratore…esattamente come il San Giuseppe che incarna la figura del papà per antonomasia.

CAT_D8T_02Con Giuseppe mi sono scontrato spesso in modo anche aspro ma mai maleducato. Opinioni tecniche spesso contrastanti su macchine, costruttori e reti distributive ma sempre argomentate e intelligenti. Mai un insulto o una brutta parola, mai un fraintendimento.

Tanto che nel tempo è aumentata la stima reciproca e la voglia di chiacchierare davanti a una bibita.

Il mancato appuntamento al Samoter 2014 ha solo slittato di poco il nostro primo incontro vis-à-vis che si è materializzato appena terminata la mia visita di lunedì scorso.

Mi sono trovato di fronte una persona che fa del proprio lavoro  -insieme alla propria famiglia e agli amici – le principali ragioni di vita.

CAT_980_KIl tempo è volato con i suoi racconti sulla grave situazione in cui versano le aziende di costruzioni di Bergamo e Brescia, sulle prospettive occupazionali dei prossimi mesi, sulle prospettive future di sua figlia che è la classica ragazza a cui i docenti consigliano di frequentare l’università ma che – vista la grave situazione del nostro paese – vuole contribuire quanto prima alle esigenze famigliari. Con l’ovvio disappunto di Giuseppe che vorrebbe invece che conseguisse una istruzione universitaria per essere pronta alle sfide sempre più difficili del futuro.

Abbiamo parlato a lungo di come il nostro settore sia ormai in preda a lupi che albergano non solo nelle imprese ma che trovano facile supporto anche in funzionari di banca conniventi – e le notizie di ieri in merito a quanto accaduto in Carige ne è un pieno riscontro – e che agevolano – per chiari interessi personali – aziende il cui coefficiente di crescita non è assolutamente giustificato ne’ dalle condizioni economiche ne’ da una sana e fisiologica espansione delle competenze e del giro d’affari.

Un dialogo fitto fitto – davanti a un bicchiere di chinotto – in cui gli spunti di riflessione che Giuseppe mi ha lasciato sono tanti e tutti molti seri.

CAT_349E_01Vagliando tutti i pensieri nati con vivacità – è la cosa migliore che si possa fare quando si guida fra Bergamo e Torino – ne è emerso uno con grande prepotenza.

Le persone che svolgono il proprio lavoro con coscienza, lealtà e spirito critico – in poche parole “lavorano onestamente” – sono mosse in prima istanza da una grande passione per quello che fanno.

Prima ancora che per motivazioni legate al mero guadagno, vivono il proprio lavoro come una vera e propria professione.

Sentire la preoccupazione nelle parole di un professionista come Giuseppe – arrivato dopo anni di duro lavoro ad essere responsabile di uomini, mezzi e installazioni fisse in una delle aziende storiche più reputate del Bergamasco – la dice lunga su un paese che sta imboccando la strada in verso opposto rispetto alla soluzione.

Quando poi senti che l’azienda storica in cui Giuseppe è cresciuto e ha lavorato per trent’anni ha infine gettato la spugna contro fatti ed eventi ben più grandi di lei, contro banche stranamente assenti e contro pagamenti che non arrivano per mille e più cavilli, capisci che ci vuole molto di più per essere un paese affidabile e veramente moderno.

La strada della passione è l’unica oggi che ci possa portare fuori dalla palude.

E le persone come Giuseppe sono le uniche che possano trasmetterla e possano dare segnali positivi ai giovani che si aspettano risposte per il loro futuro.CAT_D8T_01