Fiere storiche

La scelta di Yanmar

saie-1Molti sostengono che il Saie non abbia più nulla da esprimere per quanto riguarda il comparto delle macchine movimento terra. E per certi versi questa affermazione è assolutamente condivisibile: negli anni d’oro piazzali e padiglioni erano pieni di macchine, le code sulla tangenziale di Bologna interminabili, i treni presi d’assalto. Ora no.

Tuttavia in questa edizione (l’ultima annuale, dal 2018 la fiera sarà biennale), non è mancata una presenza secondo me importante: un costruttore del calibro di Yanmar che ha scelto proprio la piazza di Bologna per presentare una macchina che farà parlare di sé, il nuovo B7 Sigma. E sulla quale abbiamo già messo le mani, oltre che gli occhi.

saie-2E se esserci dove gli altri non ci sono fosse una strategia? Tra l’altro i vertici francesi erano tutti presenti allo stand, a sottolineare quanto credano nel nostro mercato e in un polo fieristico che, sebbene fortemente ridimensionato, continua ad attrarre pubblico e visitatori. Ed ecco i dati ufficiali (che, come tutti i dati ufficiali post evento, siamo sempre abituati a prendere con estrema cautela).

Secondo gli organizzatori, si è registrata una crescita a doppia cifra (+ 10%): per questa  52esima edizione oltre 1.000 espositori, oltre 70.000 le visite, più di 250 eventi, 170 prodotti novità presentati dalle aziende, 114 delegazioni di buyer provenienti da 4 continenti che hanno dato vita a circa 300 incontri b2b. Sono stati più di 2.000 i professionisti che hanno partecipato agli incontri di formazione organizzati direttamente da Saie, a cui si aggiungono le migliaia di professionisti che hanno seguito le iniziative promosse nell’area di Acca, in quelle di Logical Sacert e di All Digital Smart Building e nello spazio “La fabbrica delle Idee” di Federbeton.

saie-3L’annuncio della biennalizzazione della fiera è stato accolto da molti (e dalla sottoscritta in particolare) con particolare sollievo. Nella scelta ha pesato non solo la necessità di allinearsi alle grandi fiere internazionali dell’edilizia, ma anche quella di mettere più tempo e più possibilità di contenuti innovativi nella cadenza annuale di una manifestazione che dava, inutile nasconderselo, evidentissimi segni di stanchezza.

Occorrerà adottare un nuovo concetto di fiera: quella del futuro, come ha affermato Federica Brancaccio, presidente di Federcostruzioni “non sarà uno spazio-vetrina ma deve diventare un momento topico di un percorso che conta ad esempio delle visite in cantiere e in fabbrica, dei progetti tra aziende e filiere, delle iniziative condivise con protocolli interdisciplinari”.

La bulimia di prodotti e di eventi, generata dalla valanga di sollecitazioni e di informazioni da cui siamo tutti travolti forse (ed è un bene) sta ridimensionandosi. Probabilmente il Saie dei bei tempi non tornerà più (ci stiamo riferendo ovviamente alle macchine da cantiere) ma una salutare pausa di riflessione potrebbe portare nuovo slancio, nuovo entusiasmo, nuove idee. E far ritornare in molti costruttori la voglia di esserci. Ancora.