La crisi aguzza l’ingegno!

ASTALDI_002La crisi apre orizzonti e prospettive che – diversamente – non ci sogneremmo mai di percorrere.

L’Italia è stata – negli anni del boom economico – una stimata patria di grandi imprese di costruzioni. Superata negli ultimi decenni da altre nazioni europee con in prima fila la Francia, la Germania, l’Austria e la Spagna.

La fallimentare gestione politicizzata degli appalti in terra nostrana ha portato l’abbassamento dei livelli competitivi delle nostre aziende con i pochi appalti ad elevato valore aggiunto – come ad esempio la nuova centrale del teleriscaldamento di Torino – aggiudicati da organizzatissime imprese straniere – nello specifico la Strabag – che rispettano tempi, capitolati e controlli di qualità come fossero orologi di grande precisione.

ASTALDI_006Il sostanziale annullamento del mercato interno delle grandi opere – con la Salerno-Reggio Calabria rimasta quale triste e problematica valvola di sfogo – ha portato le grandi imprese italiane ad essere nuovamente quelle “grandi imprese” che tutti ci ricordavamo.

La competizione a livello internazionale – con regole fisse e giudici corretti – valorizza il know how delle nostre aziende che sanno come mettere sul piatto della bilancia – soprattutto negli appalti in cui non conta il massimo ribasso  – la capacità di offrire tecnologia e innovazione.

La notizia della settimana ruota intorno alla acquisizione – da parte di imprese italiane – di commesse pubbliche per un valore superiore a 35 miliardi di euro…ovviamente oltre frontiera. Of course.

Salini-Impregilo, Ansaldo-Breda e Ansaldo Sts – in ATI con due realtà spagnole e peruviane – si sono aggiudicate la commessa da 5 miliardi per la costruzione della nuova metropolitana di Lima.

ASTALDI_005In Turchia la Astaldi si è aggiudicata – in ATI con alcune realtà locali – la costruzione e gestione della nuova autostrada Gebze-Smirne per un totale di 6,5 miliardi di dollari. Si tratta di 420 km di nuova rete con il ponte sospeso sulla baia di Izmit che sarà uno dei più lunghi al mondo.

La gestione della nuova tratta durerà 22 anni.

Altro bel colpo messo a segno da Astaldi – e sempre in Turchia – è la costruzione e gestione del nuovo ospedale di Etlik, nella capitale Ankara, che ospiterà 3.500 posti letto (…penoso il confronto con la nostra sanità!) per un totale di 2,3 miliardi di dollari.

Questa volta a Istanbul – ma non cambiamo nazione – Astaldi si è aggiudicata la costruzione e successiva gestione per 10 anni del terzo ponte sul Bosforo. Si tratta di una commessa del valore di 2,5 miliardi di dollari.

ASTALDI_004Si cambia scenario – questa volta siamo in Russia – ma non si cambia impresa.

Di nuovo Astaldi, in ATI con il suo partner turco che sembra portare fortuna all’impresa italiana, si è aggiudicata l’ampliamento dell’aeroporto di Pulkovo di San Pietroburgo per un totale di 700 milioni di euro e la realizzazione della tangenziale esterna alla città per un totale di 2,2 miliardi di euro.

Un totale complessivo che è pari alla manovra finanziaria di uno stato come l’Italia.

Una chiara capacità di sapersi confrontare con il mercato mondiale delle grandi opere laddove siano richieste – come nel caso della metropolitana di Lima – eccellenze tecnologiche che ci hanno già fatto primeggiare anche nei paesi del nord Europa con Ansaldo punta di diamante nei trasporti su rotaia.

Ma senza dimenticare la capacità di sapersi porre sul mercato con la gestione di opere pubbliche complesse come nel caso del nuovo ospedale dell’Ankara.

ASTALDI_003Se poi parliamo della classica ingegneria civile – di cui le autostrade e i ponti sospesi sono l’espressione che tutti abbiamo chiaramente in mente – si tratta di un gradito ritorno alle origini dopo decenni in cui le imprese del nord Europa avevano monopolizzato il mercato internazionale.

Non voglio nemmeno parlare dell’immobilismo italiano in cui le infrastrutture esistenti necessitano di urgenti manutenzioni e in cui il territorio si sta sgretolando sotto il proprio peso – è di questi giorni la notizia della frana che incombe sulla frazione La Palud di Courmayeur in Valle d’Aosta – ma il fatto che le nostre imprese abbiano nuovamente intrapreso il circolo virtuoso della ribalta internazionale non può che fare piacere a tutti gli addetti ai lavori.

Ormai la musica è sempre la stessa: quando si suona a casa nostra stoniamo in modo evidente.

Quando invece suoniamo in trasferta siamo dei veri e propri virtuosi.

L’orchestra – a quanto pare – funziona. Forse bisogna fare qualcosa – qui da noi – per migliorare l’acustica del palcoscenico.ASTALDI_001