Il punto sul noleggio

Mini inchiesta

Boels_01di Marco Giussani

Abbiamo incontrato Marco Prosperi, Direttore di Assodimi, e raccolto la testimonianza di due importanti attori del mercato: Tarcisio Sciocco, Regional Manager Boels Italia, e Roberto Nicoletti, presidente del Gruppo Emac. L’occasione perfetta per fare il punto sull’attuale situazione del Noleggio.

Abbiamo ultimamente avuto modo di allargare lo sguardo sull’attuale situazione del noleggio nel nostro paese. Ne è uscito un quadro composito dove alle luci, che ci sono, si contrappongono le ombre di un’Italia a varie velocità culturali e di comprensione stessa delle dinamiche di mercato. Un’Italia che ha visto crescere e svilupparsi il noleggio – non siamo ai livelli del nord Europa, ma la situazione rispetto ad alcuni anni fa è decisamente migliorata – raggiungere ottimi traguardi dal punto di vista della sicurezza, ma che si dibatte in problemi di assoluta mancanza di liquidità. Un paese che se ha penalizzato i super specializzati, pare premiare la flessibilità operativa e la capacità di proporre parchi macchine diversificati.

Assodimi: un aiuto per noleggiatori e clienti

Marco Prosperi
Marco Prosperi

Punto di partenza della nostra piccola indagine sulla salute del noleggio è l’associazione Assodimi. «In Italia – esordisce Marco Prosperi, Direttore Assodimi – il noleggio è ancora in evoluzione ma finalmente si vede. Per alcune tipologie di macchine, su tutte le piattaforme aeree, il mercato vive quasi esclusivamente di noleggio. E anche associazioni legate ai costruttori sia di piattaforme che movimento terra ci contattano perché stanno capendo come il noleggio rappresenti il futuro. Però non siamo ancora ai livelli europei, non solo dell’Europa del Nord e della Gran Bretagna, dove si ha un concetto di noleggio molto evoluto, ma anche della media del continente. La Spagna, che è un mercato molto vicino al nostro ha una penetrazione del noleggio, cioè la percentuale di quanto si noleggia sul volume delle vendite, molto elevata. Noi siamo un po’ più indietro». In effetti qualche ostacolo tipicamente italiano allo sviluppo del noleggio persiste.

«Innanzitutto – riprende Prosperi – c’è l’amore italiano per il possesso. Ma stanno cambiando le generazioni, in edilizia ci stiano arrivando, in altri settori come nell’agricoltura, ci arriveremo, abbiamo ottimi segnali. In secondo luogo c’è titubanza, c’è paura per quanto concerne le responsabilità, le assicurazioni, i subappalti. Molti soci Ance vorrebbero noleggiare ma, in sostanza, non sanno come si fa. C’è poca cultura in materia. Ma in realtà noleggiare non è difficile. In particolare per chi fa parte di Assodimi. Come associazione da anni diamo le linee guida, stiamo usando il progetto Quality Rent che permette di scrivere nero su bianco come funziona il noleggio».

La situazione e il futuro

AperturaLe difficoltà sono certamente culturali, ma riguardano anche le tariffe, le differenze geografiche, la percezione stessa del noleggio come servizio e non solo come semplice macchina. «L’Italia – continua il Direttore Assodimi – è suddivisa in tre zone: nord, centro e sud e presenta tariffe differenti per ogni area. Il grande cliente che lavora in tutta Italia può essere in difficoltà perché non ci sono noleggiatori di grandi dimensioni che operino sull’intero territorio nazionale e quindi spesso è costretto a replicare tutte le pratiche. Sul fronte delle tariffe, invece, come associazione non possiamo fare molto perché la legislazione non ce lo permette. Siamo creando appositi osservatori per le tariffe, ma la crisi ha portato a un abbassamento così pronunciato che spesso è diventato una guerra dei prezzi. Inoltre nel mercato stanno nascendo delle realtà che non sono dei veri e propri noleggiatori, ma società che prestano le macchine. Si tratta di noleggiatori non professionali dai quali ci si deve guardare, perché il cliente, affidandosi a questi personaggi, non è minimamente tutelato». Infatti il noleggio è un servizio, al suo interno ci sono tante voci e la macchina è solo una parte del servizio. All’interno del noleggio c’è la manutenzione, la sicurezza, la consulenza, ci sono le verifiche periodiche, tantissimi elementi che possono essere assicurati solo da un professionista del settore.

«Per il 2014 – Prosperi riporta il discorso sulla stretta attualità – abbiamo registrato un primo trimestre stentato, mentre da aprile il noleggio è ripartito con una certa esuberanza. Del resto rispetto alla vendita in questa crisi i cali del noleggio sono stati a una sola cifra, tranne in alcuni settori specifici come quello delle gru edili. In questo contesto i noleggiatori troppo specializzati, meno flessibili e organizzati hanno pagato dazio. Ma quest’anno ci aspettiamo di uscire dalla crisi, dopo un 2013 praticamente stabile».

 

L’esperienza Boels Italia

Boels_02Dopo la voce istituzionale è ora di dare la parola a un operatore del mercato. In questo caso Boels, il grande noleggiatore generalista presente in Italia dal novembre del 2011. «In meno di tre anni – spiega Tarcisio Sciocco, Regional Manager Boels Italia – alla sede di Assago, in provincia di Milano, abbiamo aggiunto le sedi di Brescia e di Verona. Offriamo un sistema di noleggio un po’ diverso dal tipico italiano, che è molto settoriale, e possiamo dirci decisamente soddisfatti dal nostro trend di crescita. Nei primi quattro mesi del 2014 abbiamo avuto un incremento di fatturato del 50% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente».

Boels è un generalista che noleggia dalle piccole attrezzature al movimento terra (fino agli 80 q), al sollevamento. A livello di macchine ottengono ottimi risultati i classici prodotti del noleggio italiano, quindi il movimento terra di piccole dimensioni e il sollevamento, ma la società registra buoni tassi di crescita sulle piccole attrezzature. E anche a livello di tariffe dimostra tutta la sua flessibilità. «La politica delle tariffe di Boels – continua Sciocco – vuole stabilire una sana via di mezzo, essere presente nel mercato con grande flessibilità tenendo conto come i prezzi praticati in Italia non siano gli stessi abituali in altri paesi come Germania o Olanda. Le attuali tariffe di noleggio sulle macchine più grandi a nostro avviso non sono proponibili e da qui la nostra scelta di fermarci agli 80 q per quanto concerne il movimento terra. Investire su macchine di grandi dimensioni in questo momento non è economicamente vantaggioso. La gamma sarà ampliata quando le condizioni di mercato lo consentiranno. Il nostro progetto è però in continua evoluzione anche per quanto concerne le filiali, con la volontà di aprirne di nuove nel 2015».

L’esperienza Emac

Emac_03Decisamente diverso il mercato cui si rivolge il Gruppo Emac che opera in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Preciso e tagliente, Roberto Nicoletti, presidente Gruppo Emac, ma anche presidente Assodimi, ci offre il quadro di un mercato pronto a spiccare il balzo ma trattenuto a terra da brutti vizi tutti italiani. Emac, che si occupa principalmente di gru e strutture provvisionali e quindi fortemente rivolto all’edilizia costruttiva, inevitabilmente ha risentito della forte crisi del comparto. «Anche quest’anno i segnali non sono molto positivi – esordisce Nicoletti – siamo soprattutto preoccupati per un’assoluta mancanza di liquidità, di soldi. Al di là dei pochi cantieri da gestire, ma sia chiaro non è tutto fermo, quello che preoccupa è la necessità di divenire fortemente selettivi in un mercato che non dà garanzie di solvibilità. Purtroppo, soprattutto chi lavora con la pubblica amministrazione, non ha titolarità del credito. E il problema si sposta anche sui privati che hanno sempre maggiori difficoltà».

Roberto Nicoletti
Roberto Nicoletti

La via d’uscita proposta da Nicoletti è solo una: «serve una presa di coscienza da parte della pubblica amministrazione che deve pagare immediatamente i debiti. Siamo stanchi di promesse. Oggi ci sono imprese che dovrebbero eseguire dei lavori ma sono costrette a fare marcia indietro. Il pagamento dei debiti porterebbe nuove energie, denaro fresco che andrebbe a mettere a posto le tensioni che inevitabilmente si creano tra il noleggiatore e il cliente. Abbiamo risorse che stanno girando in maniera insufficiente e anche quando sono impegnate in cantiere non sappiamo se porteranno redditività o solo problemi. A questo si aggiunge un’inevitabile guerra dei prezzi».

Difficoltà che si innestano su un terreno lungamente lavorato per raggiungere livelli interessanti e che ora rischia di veder compromesso un lavoro di anni. «Per creare un vero mercato del noleggio di qualità in Italia – continua il presidente Emac – ci abbiamo messo tantissimi anni. Ora il cliente si è abituato ad avere un noleggio all’altezza delle sue aspettative e ha iniziato a trovare nel noleggio la risorsa per i propri cantieri. Purtroppo oggi, preoccupati dai bassi indici di rotazione ci facciamo prendere da un mercato falso che ci fa proporre prezzi che non permettono di investire per il futuro. I noleggiatori, salvo pochi casi, non stanno rinnovando i parchi macchine. Comunque siamo ancora in tempo per salvarci, non siamo alla frutta. Nel frattempo però abbiamo lasciato molte aziende sane per strada, ma ho la convinzione che tante aziende possano esprimersi molto bene nel futuro e il mondo del noleggio possa essere il volano della ripresa. Però il mercato deve ritrovare un equilibrio ed è essenziale che si inizi una fase di crescita che parta dalla finanza. Anche le banche devono essere costrette a tirar fuori il denaro per le imprese locali e per i privati che devono essere rimessi in condizione di investire. Il recupero del patrimonio edile esistente deve essere il nostro leit motive, ma per rinnovare le abitazioni serve accesso al credito. Basta alta finanza e speculazioni che vanno a togliere risorse al lavoro quotidiano».

Non c’è che dire: concordiamo.

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