Il perbenismo e l’ipocrisia che non ci piacciono

STACCHIO_001Ho letto, sollecitato dal “mio” illuminante Giuseppe, un articolo di Deborah Dirani pubblicato su “L’Huffington Post”.

Il titolo è emblematico ed esprime chiaramente una posizione di fede che non lascia spazio a fraintendimenti di nessun genere: “Io non sto con Graziano Stacchio”.

Per chi (pochissimi) non sapessero chi è Graziano Stacchio, riporto alla memoria la sventata rapina in provincia di Vicenza in cui un commando di malviventi ha assaltato una gioielleria.

Il sig. Stacchio ha ucciso, con il proprio fucile, uno dei malfattori con la riprovazione della Sig.a Dirani.

Peccato che, secondo diverse testimonianze, il gioielliere stesse andando incontro ai rapinatori a mani alzate, in segno di resa, con l’intenzione di aprire la gioielleria e salvare la vita della giovane commessa (30 anni).

Peccato che i rapinatori sparassero a più non posso contro il gioielliere ignorando le sue mani alzate con il solo evidente scopo di ucciderlo e di rapinare il suo negozio.

Peccato che lo stesso avesse già subito altre due rapine di cui una, nel proprio laboratorio, con il sequestro dei suoi due bambini che, ancora oggi, si svegliano urlando in piena notte in preda alla paura.

STACCHIO_001 (2)Solo il coraggio del Sig. Stacchio ha permesso che non accadessero cose ben peggiori. Anche se il suo coraggio non è bastato ad evitare che il gioielliere decidesse di chiudere la propria attività in via definitiva per evitare che la propria famiglia, prima o poi, venisse coinvolta in qualche lutto.

Tutti coloro che lavorano nel nostro settore e che sono sia imprenditori, sia artigiani, sia operatori sanno molto bene cosa significhino la lunga serie di furti, danneggiamenti e atti vandalici che sempre più spesso assillano la vita lavorativa e che sono ascrivibili a soggetti come quello ucciso dal sig. Stacchio.

Quando, nei casi più estremi ma purtroppo frequenti, non spariscono dai cantieri le macchine, anche molto grandi, con cui si devono portare a termine i lavori.

Una lunga sequela di danni e danneggiamenti a cui le forze dell’ordine non sanno mettere fine e che segnano in modo evidente la vita di ognuno di loro. Con l’amarezza che segue ai sacrifici fatti per la propria azienda.

Una sensazione di solitudine che pervade tutti gli italiani e gli stranieri onesti e che, forse, non colpirà la Sig.a Dirani dall’alto del suo sicuro pontificare sulla pelle altrui. Soprattutto se questi fatti non sono subiti personalmente ma se ne sente parlare dal mondo dorato dei salotti per bene.

Io non provengo da quel mondo ne’ tantomeno mi interessa entrarvi. Vengo dal fango dei cantieri e più di una volta ho subito sulla mia pelle atti criminosi di vario genere. Dai piccoli furti in cantiere ad eventi ben più gravi.

STACCHIO_001 (3)Ed è per questo che non dimentico, non voglio dimenticare e non voglio mettermi dalla parte dei perbenisti e degli ipocriti che non vedono il lento ma costante declino provocato dalle belle parole, dai discorsi filosofici e da un lassismo che lascia spazio ai delinquenti impuniti.

Ritengo che ognuno possa pensare liberamente in merito a fatti come questi ma di sicuro, fintanto che ci sono persone come la Dirani, non credo che la situazione ormai cronicamente malata del nostro paese possa migliorare.

E tutti coloro che lavorano onestamente – dagli operai, agli imprenditori, ai professionisti – e sono uniti in un grande girotondo trasversale, sono sconcertati che vi possano essere persone che abbiano posizioni come quelle della Sig.a Dirani.

E intanto le istituzioni stanno colpevolmente a guardare.

Salvo poi chiedere il pagamento delle tasse a fronte del nulla.