Il mondo va avanti…e noi con lui…

CASE_CX_serie_C_03Fin da piccolo sono sempre stato attratto dalla tecnologia e dal suo uso nella vita di tutti i giorni.

Non che la mia famiglia fosse così portata alle innovazioni e al cambiamento ma la lettura delle pubblicazioni di ogni tipo dedicate alle macchine movimento terra mi ha sempre stimolato alla ricerca del “perché” le cose accadano. E soprattutto perché accadano in un certo modo.

Le riviste aziendali dei costruttori arrivavano a casa per posta. Nessuno le leggeva. Io aprivo il cellophane con curiosità e sono stato indelebilmente marchiato dall’imprinting della carta stampata di taglio tecnico. Un destino segnato già da allora.

Lo studio della matematica, della fisica e delle materie tecniche è per me sempre stato un momento di gioco e di svago più che non un momento di costrizione. Merito sicuramente dei miei insegnanti che mi hanno fatto capire come la realtà del mondo fosse tutta immersa nella magia dei numeri.

Numeri che sono alla base anche delle materie classiche (con buona pace di chi erroneamente afferma il contrario) con la metrica, le regole di composizione del testo, la sequenza logica dei fatti che porta allo studio della filosofia e del latino.

Mi hanno quindi dato particolarmente fastidio alcune riflessioni del tutto gratuite di un “blasonato” giornalista e scrittore italiano che ha il privilegio di poter pontificare dalle testate di un famoso quotidiano grazie alla sua militanza in un partito politico che, da sempre, ha fornito il lasciapassare per sdoganare intellettuali di ogni genere.

In un suo intervento di qualche tempo fa, il “blasonato” ha criticato la tecnologia – ma è ormai sua abitudine da sempre – quale causa della attuale disoccupazione giovanile italiana.

Non contento, in suo libro che è diventato un vero e proprio best-seller estivo (potenza della comunicazione di massa) ha fortemente criticato l’attuale generazione di giovani definendoli “sdraiati”.

Senza capire che gli “sdraiati” ci sono sempre stati in ogni periodo storico e che oggi, in Italia, proprio perché il paese non è sufficientemente svecchiato e avviato verso la tecnologia, mancano i giovani attivi ad equilibrare la situazione.

Mancano perché, una volta portata a termine una formazione tecnologica, se ne vanno altrove per mancanza di opportunità. E abbracciano quanto altrove viene loro offerto da menti più illuminate – e per fortuna ce ne sono moltissime – del “blasonato”.

CASE_CX_serie_C_01La tecnologia ha da sempre illuminato la nostra strada. La vera differenza consiste nell’uso che se ne fa.

Chi usa le macchine movimento terra è ben lieto che queste ci siano e che ogni giorno si evolvano per aumentare la produttività, diminuire i consumi, abbassare l’impatto negativo con l’ambiente.

Tutti siamo ben lieti di vedere un evento disastroso riparato grazie all’ausilio di queste macchine. Tutti siamo ben contenti di vedere una sistemazione ambientale o una nuova opera che aiuta le persone a vivere meglio grazie all’impiego di mezzi tecnologici e avanzati.

Nessuno rimpiange i posti di lavoro di quelle persone che un tempo svolgevano manualmente, duramente e spesso fino allo stremo, gli stessi lavori. Quei posti di lavoro si sono trasformati in altri impieghi in cui la dignità delle persone e le loro capacità intellettive sono state valorizzate come meritano.

Oggi sono proprio i paesi con il più elevato tasso di sviluppo tecnologico a offrire opportunità di lavoro alle persone e ai giovani in particolare.

Ci sono figure professionali come i programmatori informatici la cui offerta non soddisfa la domanda del mercato.

Ed è proprio in quei paesi che si sviluppa gran parte della tecnologia madre che fa evolvere le macchine movimento terra e, più in generale, ogni tipo di tecnologia, più o meno evidente, che usiamo nella nostra vita quotidiana.

Con buona pace del “blasonato” che, da parte sua, non ha ancora capito la fondamentale distinzione fra mezzo e fine. Fra la tecnologia e l’utilizzo che se ne deve fare.

Intanto il mondo va avanti…e noi con lui…CASE_CX_serie_C_02