Il futuro è nell’olio?




DANA_REXROTH_02Fra una corsa e l’altra, fra un viaggio e l’altro, mi resta anche un po’ di tempo per pensare all’attuale evoluzione tecnica in corso.

Soprattutto in tema di trasmissioni si stanno facendo salti in avanti fino a poco tempo fa del tutto impensabili.

La barriera invalicabile fra power-shift e idrostatica, ritenuti due mondi completamente separati, sta definitivamente cadendo grazie alle innovazioni portate dalla  meccanizzazione agricola.

I cambi a variazione continua CVT hanno fatto da tempo la loro comparsa nei trattori agricoli e, grazie a un successo crescente, si sono poco alla volta affermati non solo nei grandi trattori per produzioni intense.

Oggi sono richiesti anche su modelli con potenze medio-basse e, soprattutto, nella fascia di macchine più vendute che si assesta intorno ai 100 CV…poco più…poco meno.

DANA_REXROTH_03Segno evidente dei tempi e di una nuova generazione di utilizzatori che chiede confort, sicurezza e consumi più contenuti per aumentare produttività e margine operativo.

Un modo di pensare che è entrato nella forma di idee del movimento terra. E che alcuni costruttori stanno seguendo di buon passo.

Sia il power-shift che l’idrostatica hanno vantaggi e svantaggi che si annullano a vicenda e sono presenti in modo alternato nell’una o nell’altra soluzione.

Consumi minori in applicazioni opposte…con l’idrostatica in vantaggio sul carico e sul ciclo corto e il power-shift nel classico load & carry. Minore fluidità con il power-shift compensata da una superiore capacità di trazione su macchine importanti e dalla grande massa operativa. Viceversa per l’idrostatica.

Non è un caso se i costruttori usano una o l’altra tecnologia a seconda del tipo di macchina e della sua dimensione.

DANA_REXROTH_01Ma l’avvento dei cambi CVT in agricoltura e la loro iniziale introduzione su macchine ad alte prestazioni ha fatto pensare i costruttori di macchine movimento terra….soprattutto quelli impegnati con pale gommate e dumper articolati.

I vantaggi in termini di semplicità di guida, di consumi e di prestazioni dei CVT è talmente evidente che in più d’uno si sono impegnati per sviluppare trasmissioni ad hoc.

La prima a uscire allo scoperto è stata Caterpillar con la serie XE e, a seguire, arriveranno presto anche tutti gli altri.

Decisamente interessante la soluzione proposta da Dana Rexroth che, unitesi in una joint-venture con sede a Trento, hanno sviluppato due cambi a variazione continua per pale gommate medio-grandi.

Non è un caso se questo è avvenuto proprio in Italia….l’ho già detto altre volte…nel settore della meccanica siamo ai primi posti al mondo insieme a Germania, Giappone e Corea con una lunga serie di primati che, nella maggioranza dei casi, condividiamo con i nostri “cugini” europei.

La soluzione proposta da Dana Rexroth non sarà sicuramente l’unica del mercato ma, insieme ad altre soluzioni già ampiamente in uso su macchine più piccole, come ad esempio sui sollevatori telescopici, è destinata ad aprire la strada verso un nuovo modo di usare le macchine movimento terra. Con tutte le loro sfumature di impiego che spaziano dai cantieri nudi e crudi fino alle industrie passando per tutte quelle applicazioni che sono a cavallo fra un settore e l’altro.

DANA_REXROTH_04Il futuro, quindi, passerà dall’olio? Certamente sì, quanto meno nella stragrande maggioranza delle applicazioni.

E la tecnologia dei materiali, con nuove leghe e nuovi acciai per raccorderie e distributori, insieme ad oli in grado di lavorare a temperature e pressioni sempre più elevate, darà una grande mano allo sviluppo di nuove soluzioni più semplici e redditizie.

E ancora una volta l’Italia reciterà un ruolo da protagonista.