Propulsioni alternative

H2Pro: il futuro? Si chiama idrogeno

L’industria dell’idrogeno verde è solo agli inizi ma sembra essere molto promettente. Lo ha capito molto bene H2Pro, una start up costituita nel 2019 da esperti dell’Israel Institute of Technology.  Dopo aver raccolto 22 milioni di dollari, ha immesso sul mercato un nuovo tipo di elettrolizzatore che si servirà di elettricità rinnovabile per produrre l’elemento chimico più leggero e abbondante nell’universo, disincentivando il ricorso a combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale.

“L’idrogeno è la perfetta sostituzione dei combustibili fossili. Puoi bruciarlo o convertirlo in elettricità usando una cella a combustibile senza emettere CO2 bensì semplice acqua”. ha affermato Talmon Marco, CEO di H2Pro.

Quando abbiamo avviato l’azienda nel 2019 – ha dichiarato Talmon Marco – era molto più difficile avere una conversazione con gli investitori sull’idrogeno. Oggi, invece, vediamo un mercato mondiale“.

H2Pro, è stata costituita in collaborazione con i fondatori di Viber e Juno e oggi può contare sull’operato di 35 persone e su investimenti provenienti da Bill Gates, l’imprenditore milionario Li Ka-shing ma anche dal gruppo industriale giapponese Sumitomo Corp e Hyundai Motor.

Non ancora molto utilizzato perché costoso e poco efficiente, l’idrogeno si propone oggi come uno degli strumenti più promettenti per spingere le industrie, per esempio dell’acciaio e cemento, e il settore dei trasporti, come aviazione e navigazione, a decarbonizzarsi.

Una tecnologia innovativa

H2Pro si serve di una tecnologia di scissione chiamata E-TAC (Electrochemical, Thermal Activated Chemical) che estrae l’idrogeno dall’acqua – composta da una molecola di idrogeno e due molecole di ossigeno – separandolo dall’ossigeno per produrre il 30% in più di idrogeno verde rispetto all’elettrolisi tradizionale.

Questo sistema è efficiente al 98,7% e, secondo i risultati della ricerca di H2Pro pubblicata su Nature Energy, potrebbe ridurre del 50% i costi delle apparecchiature per produrre idrogeno.

La startup israeliana sostiene che produrrà idrogeno verde per 1 dollaro al chilogrammo entro il 2025 (nel 2019 un chilo di idrogeno verde costava dai 2,50 ai 6,80 dollari).

Attualmente, H2Pro è in grado di sostenere la produzione di circa 100 grammi dell’elemento chimico (più leggero e abbondante dell’universo) al giorno con un prototipo di laboratorio ma si aspetta di disporre presto di un modello più grande per la produzione quotidiana di 1 chilogrammo. Il denaro raccolto finora dalla startup verrà destinato a ulteriori ricerche per realizzare elettrolizzatori su scala commerciale.

Ma H2Pro non è la sola sul mercato a guardare con interesse all’idrogeno. Aziende come ITM Power Plc, Nel ASA e Green Hydrogen Systems A/S – con sede in Europa – puntano a diventare leader nella produzione di questo elemento chimico. Anche altri attori industriali più affermati come Siemens Energy AG, Thyssenkrupp AG e Haldor Topsoe A/S si preparano ad avviare la produzione su larga scala.

Secondo le stime dell’Unione, entro il 2050 la corsa delle imprese in Europa dovrebbe portare fino a 470 miliardi di euro di finanziamenti pubblici e investimenti privati in questo settore.

E i produttori di macchine per le costruzioni  e dei veicoli industriali si stanno già attrezzando per cogliere tutte le opportunità che la ricerca della sostenibilità mette a disposizione.