Dov’è l’Italia?

ITALY_INDUSTRY (4)Siamo i cittadini di un paese che si crogiola nei luoghi comuni.

Il paese più bello del mondo. Il paese dell’inventiva. Il paese del genio creatore. Il paese della cultura che oltrepassa i millenni.

Il paese che in qualche modo se la cava sempre.

Nei fatti sembra invece che non sia più così.

Stiamo rovinando tutti gli angoli più belli del nostro variegato territorio. Non facciamo nulla per valorizzare il patrimonio naturalistico, storico e artistico che è concentrato qui da noi più che in tutto il resto del mondo.

ITALY_INDUSTRY (6)L’inventiva e il genio creatore li stiamo esportando con un saldo negativo grazie ai nostri giovani che studiano qui da noi ma trovano migliore accoglienza oltre frontiera.

Con gli ovvi vantaggi economici – a nostro discapito – di chi sa valorizzare il loro talento.

La cultura la stiamo poco alla volta riducendo a poca cosa con una scuola impoverita nei suoi programmi e famiglie che crescono ragazzi senza visione e senza ideali.

La degna conclusione di una politica senza un progetto che ha portato il nostro sistema produttivo al collasso, all’annientamento del sistema scolastico cambiandoli con una visione vuota e senza i valori del “saper fare” su cui basano le strutture sociali di paesi che oggi raccolgono i frutti di una politica con obiettivi a lungo termine.

ITALY_INDUSTRY (2)Semplice scaricare tutte le colpe su una classe politica che, oggettivamente, è del tutto inadeguata ai proprio compiti.

In realtà è un atteggiamento diffuso in cui la mancanza di senso civico e la critica gratuita sono i valori dominanti.

Questo è quello che oggi siamo e non è assolutamente detto che si riesca a invertire una tendenza negativa che dura da troppo tempo.

Un processo involutivo che – a onor del vero – sta avendo una forte resistenza nel settore produttivo industriale con una significativa presenza dell’Italia che si distingue per tecnologia, innovazione e capacità di competere sui mercati globali.

Molte di queste operano od orbitano nel settore delle macchine da costruzione.

ITALY_INDUSTRY (7)A me piace ragionare con i numeri. Tutto il resto sono soltanto parole.

Al Bauma 2013 hanno esposto 3.420 aziende provenienti da 57 paesi diversi.

Di queste, ovviamente, la stragrande maggioranza erano tedesche. Per la precisione ben 1.347.

Non ci si aspettava nulla di diverso dal paese che detiene il primo posto al mondo per la produzione industriale e che ospita la più grande fiera di macchine da costruzione di cui si abbia memoria.

Ma al secondo posto non vi erano ne’ la Cina, ne’ gli Stati Uniti bensì l’Italia.

Presente all’appello con 477 aziende e staccando la Cina che si piazzava al terzo posto con 323 espositori. Tutti gli altri in coda.

L’Italia ha brillato insieme alla Germania per innovazione, livello tecnologico, qualità e complessità del prodotto.

ITALY_INDUSTRYMotori, componenti idrauliche, macchine. Tutti settori in cui ci siamo distinti collocandoci ai vertici tecnologici.

Spesso non si tratta di aziende la cui proprietà è esclusivamente italiana – come ad esempio la Lombardini che fa parte del gruppo nord americano Kohler – ma il cui DNA è completamente nazionale.

Un segnale molto importante che vede i grandi gruppi apprezzare il know-how italiano e mantenerlo intatto quando il livello si colloca ai vertici del settore. Senza nessuna delocalizzazione e in barba ad altri fattori negativi.

ITALY_INDUSTRY (3)Ciò non toglie che questi fattori vadano rimossi con forza in modo che gli investitori arrivino e mettano radici ancora più profonde in Italia.

Ma tutto questo non basta. Un sistema è fatto in primis dalle persone che lo compongono e che lo gestiscono.

Se il nostro settore è oggi ridotto all’ombra di se stesso, gran parte della responsabilità è solo nostra. Di chi ci lavora e di chi lo gestisce.

Dov’è l’Italia in tutto questo? La risposta ognuno di noi la conosce fin troppo bene.

Ed è per questo che tocca a noi ritrovarla.ITALY_INDUSTRY (5)