Conviene fare un mini escavatore?
La risposta è quanto mai complessa ma, di sicuro, i grandi costruttori hanno le idee chiare in proposito.
Chi possiede uno specifico background in materia, e si è consolidato nel tempo come un apprezzato specialista di settore, continua lo sviluppo e la costruzione di queste macchine basandosi sull’esperienza acquisita nel tempo.
Tutti gli altri stanno cercando una soluzione ad annose domande che, soprattutto negli ultimi tempi, stanno diventando sempre più difficili e complesse.

Quel che è certo è che la fascia sotto le 3,0 tonnellate è quella più combattuta e con margini sempre più bassi. Non solo sul mercato europeo ma, soprattutto, nei mercati orientali dove il miniescavatore è nato, si è sviluppato, è diventato un protagonista indiscusso del panorama urbano di paesi come il Giappone.
I numeri e i margini sono minimi tanto che costruttori come Takeuchi non sono presenti con una propria rete nella patria di queste macchine preferendo concentrarsi su mercati più “ricchi” come quello Europeo o nord Americano.
Il fatto che un costruttore come Caterpillar si sia affidato, dopo anni di macchine non propriamente esaltanti, allo specialista europeo Wacker Neuson per i propri modelli fino alle 3,0 tonnellate di peso operativo la dice lunga sulla questione.
La capacità di analisi del colosso americano è cosa risaputa e decidere, proprio nella classe di mercato più battagliata, di stringere una partnership con un apprezzato specialista di settore spiega meglio di tanti discorsi la convenienza, la complessità e la quantità di investimenti necessari per mettere al mondo una gamma di macchine compatte dal rapporto prezzo/prestazioni conveniente.
Nel corso di Intermat 2015 la stessa Kobelco, specialista degli escavatori idraulici e delle gru idrauliche cingolate, ha annunciato di aver stretto un’alleanza con Yanmar, altro apprezzato specialista del settore, per i propri miniescavatori fino alle 3,0 tonnellate.
Il peso limite per la redditività dell’investimento sembra proprio essere quello. E non è un caso se proprio Wacker Neuson abbia effettuato pesanti investimenti di aggiornamento dei proprio modelli sotto quel peso operativo proprio grazie all’accordo ventennale stipulato con Caterpillar.

Yanmar e Kobelco collaboravano già con le macchine sotto i 1.000 kg e il costruttore franco-nipponico fornirà ora, come costruttore OEM, i propri modelli in colore azzurro al “collega” famoso, per contro, per i suoi grandi escavatori.
La stessa Yanmar ha annunciato la collaborazione con Venieri, fra l’altro uno dei suoi più importanti distributori in Italia, per il lancio di una gamma di compact wheel loaders costruiti dall’azienda ravennate e venduti sotto il brand degli apprezzati miniescavatori.
Si sono visti in questi giorni, in una importante fiera turca, miniescavatori Yanmar nello stand della Hidromek.
La stessa Terex, che si affida alla tedesca Schaeff per i suoi mini e midi, vende con la caratteristica livrea bianconera un piccolo modello girosagoma della Eurocomach.
Accordi e collaborazioni che tendono a massimizzare gli investimenti, a concentrare le risorse, a elevare numeri produttivi per contenere i costi e i prezzi all’utilizzatore finale. Chiara logica industriale che lascia la parola finale ai concessionari e alle singole preferenze di chi decide di firmare i contratti.
Comprare uno Yanmar o un “Kobelco-Yanmar”, comprare un Wacker Neuson o un “Caterpillart-Wacker Neuson” sarà questione di opportunità commerciale o di fiducia nel dealer. Nulla più.
Nulla a che vedere con marchi, preferenze di un colore rispetto a un altro, di blasone o emozione.
Di fatto i costruttori si interrogano se oggi convenga ancora “fare un mini”. E altri brand si trovano oggi di fronte a queste alternative strategiche in cui alleanze, acquisizioni e forniture sono le logiche, ben distinte da una chiara volontà di ingegnerizzazione, che legano fra loro dei brand che si pensava fossero “nemici per sempre”.
Non è più così. E in futuro ne vedremo sicuramente delle belle.
Fare un mini sicuramente conviene ancora. A patto di essere un vero specialista.



