Tecnologia & Alleanze

CNH e HDX: un Innovation Center che guarda al futuro

di Daniela Grancini

Le alleanze sono alla base del futuro delle aziende. Il MOU siglato tra CNH e HDX ne è un recente esempio. Ecco cosa dobbiamo aspettarci da questa partnership.

Nel corso dell’ultimo CES di Las Vegas HD Hyundai XiteSolution (HDX), la holding intermediaria di HCE, e CNH hanno firmato un MOU per creare un centro di ricerca congiunto negli Stati Uniti.

Si tratta di un importante accordo che segna il consolidarsi di una collaborazione strategica tra il costruttore sudcoreano e il nostro Paese. Partnership intrapresa anche da Hyundai Motor Company con Iveco Group per quanto riguarda le nuove tecnologie in ambito automotive e ora rafforzata, in un altro comparto, con la creazione di un nuovo centro di ricerca tra CNH e HDX. Questo MOU pone le basi per uno sviluppo congiunto di innovazioni tecnologiche su ampia scala. Perché l’unione, come si sa, fa la forza.

CNH vanta una ormai pluriennale alleanza con il Gruppo Hyundai con cui aveva già avviato alcune operazioni di cui quella più significativa è senz’altro l’accordo sulla fornitura di mini-escavatori da parte del gruppo coreano, per molto tempo unico fornitore di questa gamma di prodotto cui recentemente si è affiancata l’italiana Sampierana, acquisita da CNH nel 2022, a ulteriore integrazione della gamma offerta. Ma è da segnalare anche l’accordo con Hyundai per quanto riguarda gli escavatori gommati lanciati lo scorso anno in Europa (e ora in nord America), che sono sostanzialmente un rebranding di quelli del costruttore coreano. Ed è in questo rapporto ormai decennale, proficuo per entrambe le parti, che si inserisce questa nuova collaborazione.

A questo punto è doveroso accennare anche ai cambiamenti che negli ultimi cinque anni hanno connotato il mondo delle macchine da costruzione, un settore che precedentemente non ha registrato una grande innovazione tecnologica se si esclude quella dei motori la cui evoluzione, incalzata dalle regolamentazioni in continuo aggiornamento, ha assorbito parecchie risorse economiche e progettuali. Questo non ha comunque impedito a molti costruttori di guardare con interesse ad alcune tecnologie che in altri settori (pensiamo all’agricoltura e ai veicoli commerciali) erano presenti ormai da anni. Un fenomeno che però è andato molto oltre le aspettative dei vari player. Ce lo conferma Franco Invernizzi, Vice President Strategy & Product Portfolio.

Tecnologia a tutti i costi? Anche no

Franco Invernizzi

In effetti questa corsa all’innovazione a tutti i costi ha i suoi pro e i suoi contro. Un aspetto senz’altro positivo è che sono state lanciate molte innovazioni che si sono poi tradotte in un reale beneficio per l’utilizzatore finale. Quello negativo riguarda gli investimenti ingenti che i costruttori si sono sobbarcati e che si prevede saranno sempre più cospicui anche in futuro perché l’innovazione tecnologica non potrà altro che crescere. A questo si aggiunga che è in arrivo un nuovo ciclo di regolamentazione sui motori, si parla già di Stage VI in Europa e del famoso Tier V in nord America. È quindi un settore che, nonostante sia in buona salute (il 2023 è stato particolarmente positivo per tutti gli operatori e passerà alla storia come un anno record) ha spinto molti a cercare partner con cui condividere gli investimenti per ottimizzarli. Noi abbiamo visto che Hyundai poteva vantare un’innovazione tecnologica complementare alla nostra, con rispettive eccellenze tecnologiche che, una volta condivise, avrebbero generato valore per entrambe le società. E, ovviamente, per il cliente finale”.

Il Gruppo CNH (agricoltura inclusa) non è nuovo a partnership tecnologiche: nel 2021, ad esempio, ha completato l’acquisizione di Raven Industries, società con sede negli Stati Uniti e attiva nelle tecnologie per  l’agricoltura di precisione e, nel 2023, ha acquisito Hemisphere GNSS, leader globale nella tecnologia di posizionamento satellitare ad alte prestazioni, un passo fondamentale nello sviluppo delle soluzioni automatizzate e autonome per i segmenti Agriculture e Construction.

Inoltre, CNH possiede un fondo di Corporate Venture Capital che si occupa di acquisizioni di minoranza in aziende ad elevato livello tecnologico. Il Focus sull’innovazione, che costituisce quindi il leit motiv della road map di CNH è quindi proprio quello che sta alla base del recente MOU che non può limitarsi all’obiettivo di condividere gli investimenti con un partner ormai storico per CNH, ma deve guardare oltre. E capire cosa davvero vogliano gli utilizzatori, quanto siano disposti a pagare per le nuove tecnologie e dare loro esattamente ciò di cui hanno bisogno per crescere ed essere competitivi

Ma il cliente finale cosa vuole?

Ed è proprio questo il punto. Nessuno ha capito davvero che cosa il cliente finale stia cercando. Il rischio, come avviene in tutti i settori che attraversano queste fasi di transizione tecnologica, è quello di investire in un’innovazione che di fatto nessuno vuole e che poi non ha riscontro sul mercato.

Spesso alcune innovazioni appaiono agli utilizzatori come un mero esercizio stilistico, presentate più per sorprendere che per avere un effettivo riscontro dal mercato. Sempre per citare il CES, incubatore indiscusso di novità, a Las Vegas sono stati presentati prodotti fantascientifici che difficilmente, almeno nell’immediato, saranno realizzabili e soprattutto vendibili. C’è quindi il rischio che questi investimenti siano a fondo perduto e che il gioco non valga la candela. Ma bisogna esserci. Tenere il passo con le tecnologie che avanzano, non restare indietro, disporre di tutti gli strumenti per realizzarle, coerentemente con i tempi di richiesta del mercato. E la premessa perché tutto questo abbia successo, è capire le reali esigenze dell’utilizzatore. Una bella sfida, ma che è necessario raccogliere per non sprecare tempo e risorse economiche.

L’articolo completo con le anticipazioni sul nuovo Innovation Center si può leggere qui.