Sembra proprio che la sequela di incidenti in cui sono coinvolte le macchine movimento terra non voglia fermarsi.
Questa volta è accaduto nel bacino marmifero di Carrara, precisamente nella zona estrattiva di Fantiscritti.
Protagonista l’operatore trentaduenne Daniele Frediani che, alla guida del suo Hitachi ZX 870 LCH-3, si è ribaltato da una bancata cadendo pesantemente sul lato sinistro.
Le cause effettive sono ancora da accertarsi ma la cosa che più conta è che l’operatore se l’è cavata con una gamba rotta e un fortissimo spavento.
La cosa chiara è che il ROPS ha fatto il suo lavoro proteggendo l’operatore rimasto all’interno del guscio protettivo.
Sarà un caso, sarà che Hitachi prevede, per i grandi escavatori, le cabine per applicazioni pesanti della serie HR, sarà che la bancata non era altissima e il braccio ha attutito gli effetti della caduta…ma nel concreto Daniele potrà raccontare come sono andate le cose.
E di questo ne siamo lieti.
Rimane però il fatto che la sicurezza, nell’uso delle macchine movimento terra, è ancora e sempre un aspetto fondamentale da affrontare con attenzione. I costruttori, anche per rispetto delle norme obbligatorie, ci mettono il proprio.
Imprese e operatori devono fare la loro parte puntando – oltre ai contenuti dei corsi obbligatori – su una maggiore cultura della sicurezza e su una maggiore consapevolezza del reale funzionamento delle macchine che sono le prime compagne di lavoro giornaliere.
Ho conosciuto molti operatori che conoscevano vita, morte e miracoli dei dispositivi di sicurezza delle loro automobili mentre non avevano idea di cosa fosse il dispositivo di protezione ROPS e il perché dovessero usare le cinture di sicurezza durante l’uso delle macchine movimento terra.
In un arco di tempo brevissimo abbiamo purtroppo due storie del tutto simili ma con un finale completamente diverso.
Luca Pellegrini è morto a 23 anni schiacciato dal braccio del suo escavatore.
Daniele Frediani è ricoverato in ospedale a 32 anni con una gamba rotta.
Entrambi alla guida di due escavatori moderni, ben costruiti e “sicuri” per quanto le più moderne normative prevedano e per quanto sia oggi possibile esserlo da un punto di vista tecnologico.
Daniele è rimasto in cabina mentre Luca no. Un aspetto fondamentale che ha permesso a Daniele di salvarsi nonostante l’escavatore che stava usando pesasse quasi quattro volte tanto quello di Luca.
Nelle discussioni che sono nate fra gli addetti ai lavori nei vari social network, si parla spesso di fatalità di fronte a eventi come quello accaduto a Carrara.
Tenendo bene a mente che le fatalità coprono, da un punto di vista statistico, una percentuale del tutto irrisoria (non entro qui nel calcolo statistico che sta dietro ai coefficienti di sicurezza ma vi assicuro che è così) l’unica reale fatalità non prevista dalle norme potrebbe essere quella di un meteorite che centra in pieno la cabina della macchina.
Ma qui nulla si potrebbe fare.
Nel concreto, invece, anche le fatalità normalmente intese, se affrontate con i corretti strumenti pratici e mentali, sono governabili limitando i danni e riducendoli al minimo.
Gli effetti disastrosi e realmente imprevisti di una frana (di proporzioni non ciclopiche ovviamente) che cade su un escavatore possono essere ridotti al minimo se la macchina è omologata ROPS e FOPS e se l’operatore sa come comportarsi mantenendo il sangue freddo.
E ancora una volta l’operatore, con la sua formazione si rivela determinante.
Buon giorno, avrei esigenza di un preventivo per un arco di protezione per un escavatore kubota u 10 abbattibile e cinture di sicurezza.
grazie .
Baschetti Roberto