Bar Stadio

CAT_D8TMi rendo conto che ho basato la mia professione sulle parole.

Parole che spesso volano nel vento e non sono ne’ lette con attenzione ne’, cosa più sconfortante, comprese nei messaggi che vorrebbero trasmettere.

Nonostante questo il mio lavoro mi appassiona e non lo cambierei con nessun altro al mondo.

Nonostante questo, anzi, proprio per questo, non mi stanco mai di leggere, capire e cercare di andare incontro a tutti coloro che operano nel nostro settore.

Di recente ho nuovamente assistito, in modo del tutto silenzioso e sornione, ad una discussione che amo definire “da bar Stadio”.

L’ennesimo confronto fra marchi e soluzioni tecniche basato su elementi del tutto aleatori e non, come dovrebbe essere, su una analisi oggettiva delle macchine.

LIEBHERR_TA_230 (2)Tutto è nato da alcune immagini di un nuovo dozer Liebherr, di cui non si ha ancora nessuna notizia ufficiale (ma che è indubbiamente esistente), con carro triangolare secondo una soluzione introdotta illo tempore (eravamo nel 1977) da Caterpillar sulla prima serie del fortunato D10 (ora D11) del costruttore di Peoria.

I commenti sono passati dall’iniziale stupore per il nuovo maxi dozer del costruttore tedesco a disquisizioni decisamente poco tecniche – fatto salvo qualche rara eccezione – incentrate su un tifo da stadio nei confronti di un marchio piuttosto che un altro e su una soluzione tradizionale rispetto al famigerato carro triangolare.

Ovvio che, quando si passa a tifare per un marchio senza esaminare i dati tecnici, i pro e i contro di una scelta rispetto a un’altra, le cose non possano che trascendere arrivando quasi agli insulti personali.

Pensavo, con il tempo, di essere riuscito a comunicare un messaggio, del tutto personale, che mi vede sempre in prima linea nel cercare di affrontare ogni discussione con pacatezza e con ragionevolezza esaminando schede tecniche, ragionando sulle soluzioni che i singoli costruttori decidono di portare avanti e che prevedono l’analisi di una lunga serie di elementi complessi e fra loro spesso difficilmente conciliabili.

CAT_D8T (2)Trasmissioni idrostatiche, cambi Power Shift, carri triangolari piuttosto che tradizionali, investimenti produttivi dettati da previsioni di mercato o da specifiche esigenze che possono nascere sulla base di evoluzioni improvvise dei settori estrattivi o industriali.

Si tratta di elementi che, capisco, possono sfuggire a chi non vive una realtà economica complessa come quella della produzione industriale ma che, oggettivamente, sono gli unici dati che guidano un progetto e, prima ancora, la sua decisione di metterlo in pratica.

Considerazioni che nel tempo possono dare ragione o torto a chi le aveva promosse con entusiasmo a prescindere, purtroppo, anche della validità puramente tecnica di una soluzione.

Se Liebherr, per esempio, ha sempre fatto della trasmissione idrostatica un proprio cavallo di battaglia (vincendo anche sfide importanti per dimensioni e prestazioni), ha dovuto però convertirsi al Power Shift quando si è trattato di immettere sul mercato il suo primo dumper articolato. Nonostante molti anni di prove e studi.

Se Caterpillar ha fatto del carro triangolare il suo emblema principale, ha però rinunciato a questa costosa soluzione (e in certe applicazioni non propriamente efficiente) a favore del carro tradizionale con una ruota motrice e una ruota folle.

LIEBHERR_TA_230Così come ha scelto la trasmissione idrostatica, spesso apertamente criticata, per le sue pale gommate di classe media e bassa.

Così come Liebherr ha deciso di adottare il carro triangolare per il suo nuovo dozer PR776 (destinato per ora, sembra, ai soli mercati non emissionati).

Il mercato è pieno di corsi e ricorsi che hanno fatto usare soluzioni all’inizio nemmeno lontanamente immaginate.

L’importante è capire il perché questo è successo. Dopo di che ognuno scelga il colore preferito.

Ma con la consapevolezza che estetica, brand e colore sono elementi di scelta secondari e che vengono dopo la rete di vendita, le prestazioni e l’affidabilità.

E lasciando le discussioni da bar a chi i bar li frequenta sul serio.

Noi siamo altro. Noi siamo professionisti.