Affiliamo denti, lame e cingoli…

MerloAffiliamo denti, lame e cingoli. Prepariamo le macchine per il 2015 che si prospetta, secondo i dati macroeconomici del Centro Studi Confindustria, come lo spartiacque nella crisi cominciata nel 2008…ossia ben 7 anni fa.

Una durata inusitata per un evento ciclico atteso che ha però raggiunto proporzioni mai viste dal 1929 ad oggi ed eguagliato, per danni economici, solo dalla Seconda Guerra Mondiale.

I bombardamenti ci sono stati, fortunatamente, risparmiati ma i danni reali sono del tutto assimilabili a quelli della recessione economica dovuta all’evento bellico che più di altri ha infiammato il vecchio continente.

Il tanto vituperato “jobs act” (legge sul lavoro) sta producendo i suoi primi effetti benefici con vantaggi annui per le imprese considerevoli: ogni neoassunto garantisce un risparmio medio di circa 8.000 euro portando la competitività del nostro mondo del lavoro quasi alla pari con quello della Comunità Europea.

Ma con evidenti svantaggi in termini di burocrazia parassitaria e di tassazione sul lavoro che, nonostante tutto, rimane ancora troppo elevata.

Nonostante tutto ci sono evidenti segni positivi: in primis dalla richiesta del mercato delle macchine utensili con un +14,4% medio nel secondo trimestre 2014. Il dato interessante per le nostre aziende, leader mondiali insieme a quelle tedesche, è che gli ordini hanno registrato un +38,2% sul mercato interno e un +11,5% su quello estero.

Le nostre aziende manifatturiere, quindi, stanno producendo a gran ritmo con percentuali stratosferiche di esportazioni che, oggi, permettono all’Italia di non naufragare.

Non solo.

MERLOIl costo del greggio ai minimi storici e l’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro stanno fornendo armi formidabili per le nostre imprese che operano sui mercati esteri con un recupero di competitività che speriamo sia ulteriormente rafforzato dalle riforme che lo Stato deve fare a tutti i costi.

Ma tutto questo cosa c’entra con il nostro settore che opera sul mercato interno e che ha visto una vera e propria ecatombe di aziende?

C’entra. E anche parecchio. In primo luogo perché il clima di fiducia concorre a far aumentare la domanda interna e quindi anche la necessità di servizi relativi al mercato dell’edilizia.

In secondo luogo perché gli investimenti previsti per la tutela del territorio dovranno generare l’inizio di nuovi cantieri di cui il paese ha bisogno da tanti punti di vista. Sia per la protezione ambientale che per una rincorsa al ritardo infrastrutturale di cui soffre l’Italia.

Non solo. L’acquisto di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea, secondo le modalità del “Quantitave Easing”, permetterà di generare quella liquidità che le banche dovranno immettere sul mercato.

Per due motivi: perché l’acquisto avviene direttamente dalle banche e non dagli stati che emettono il debito, e perché il denaro incassato dovrà essere messo a disposizione di famiglie e imprese.

Il Centro Studi Confindustria ha emesso ieri la propria analisi mensile definita “Congiuntura flash” in cui lo scenario è quanto mai confortante.

Fra i dati disponibili per il settore immobiliare si ha un notevole dato trimestrale di fine 2014 con un +14% di mutui concessi.

MerloOvviamente la situazione si dovrà assestare in modo diverso rispetto al passato ma occorre tenere conto che lo stesso mercato del settore immobiliare cambierà completamente scenario nei prossimi anni.

Non è un caso che i dati ufficiali a livello globale forniscono una prevista impennata nella vendita di macchine compatte con una esplosione del mercato dei midi escavatori.

Ristrutturazioni e riqualifica del patrimonio immobiliare portano a un uso diverso delle macchine, a investimenti verso il risparmio energetico, a una diversa organizzazione delle imprese.

Aspetti che vedranno una evoluzione positiva del mercato verso i grandi noleggiatori con le aziende che dovranno puntare sulla formazione degli operatori e un  loro impiego in modo più razionale.

I dati macroeconomici forniscono un incoraggiante spinta del 2,1% sul PIL nel 2015 e di un ulteriore +2,5% nel 2016.

Un impulso notevole visti i numeri che è in grado di sviluppare il nostro paese.

Affiliamo denti, lame e cingoli. E tiriamoci su le maniche.

Ci sarà tanto da lavorare!