La tecnologia non risparmia nessuno.
E lo fa con tutte le migliori intenzioni…o almeno così sembra per quanto riguarda le macchine per le costruzioni.
Se l’elettronica è ormai più di vent’anni che convive giornalmente fianco a fianco con gli operatori delle macchine movimento terra (e fa fatica ancora oggi a farsi accettare!) l’impiego di tecnologie in grado di prevedere errati comportamenti, di evitare danni o di agevolare il lavoro di chi ogni giorno è impegnato in cantiere sta poco alla volta coinvolgendo prodotti di tutte le fasce e di tutti i settori.
Al Bauma 2013 sia Bomag, brand del Gruppo Fayat, che Wacker Neuson, hanno presentato delle interessanti piastre (Bomag anche un piccolo rullo) dotate di un dispositivo elettronico che forniva indicazioni immediate sul grado di compattazione del materiale.
Non è solo marketing spinto ma è un vero e proprio segno dei tempi. Se fino a ieri la bravura e la sensibilità nel riconoscere il giusto grado di compattazione erano demandati al polso, all’orecchio e all’occhio di chi usava la piastra, oggi non è più così e i costruttori vanno incontro alle richieste pressanti di imprese piccole e grandi.
In realtà se l’impiego di questi dispositivi arriva da due aziende che hanno il proprio cuore progettuale in Germania c’è un “perché” molto chiaro: la ricerca della massima qualità anche in quei lavori impropriamente giudicati “minori” e in cui le piastre hanno un largo impiego.
Tenendo anche conto dei livelli prestazionali delle piastre di alta gamma di Bomag e Wacker Neuson si capisce che la consapevolezza del livello qualitativo dei lavori che si stanno eseguendo è fondamentale per garantire uno standard elevato a prescindere dalla grandezza del lavoro svolto.
Il ripristino dello scavo per una canalizzazione, piuttosto che la compattazione di un sottofondo in un centro storico o in zone pedonali difficilmente raggiungibili con mezzi di grandi dimensioni sono lavori che vengono sempre più spesso eseguiti usando piastre ad alte prestazioni che devono garantire elevati livelli di compattazione e rigidi criteri qualitativi.
Il funzionamento è semplice in quanto, basandosi su un indicatore con luci a led che mostra con dei diversi colori il livello di compattazione raggiunto, l’operatore è in grado di capire se continuare a passare con la piastra o spostarsi verso zone in cui non ha ancora agito.
Ovviamente non ha nessuna valenza ai fini della garanzia che si sia raggiunto un livello idoneo di compattazione ma, per contro, aiuta nella gestione del cantiere, consente di ottimizzare i costi e, cosa importante, permette di evitare grossolani errori di valutazione lasciati al singolo.
Tenendo conto che la manodopera qualificata è merce sempre più rara, soprattutto da noi, ben vengano tutti i dispositivi che permettono di lavorare a prova di errore.
O a prova di stupidi, direbbe qualcuno.