Gru a torre

Le due gru della “Scheggia di vetro”

I 120 metri di calcestruzzo verticale della nuova torre milanese Gioia 22, soprannominata anche “Scheggia di vetro”, sembrano non aver risentito del lockdown per Covid 19. Ormai due terzi dell’opera sono stati completati, e la sua superficie composta da forme rettangolari, triangolari e a trapezio viene quotidianamente ricoperta da specchi in moduli che riflettono il suggestivo skyline urbano.

La “Scheggia di vetro” , posizionata tra i due Pirelloni e facente parte del progetto Porta Nuova è posta lungo via Melchiorre Gioia e al termine dei lavori diventerà la sede milanese di UBI Banca Spa che la adibirà a uffici.

Nel 2017 il gruppo Coima Sgr  ha presentato il progetto del nuovo grattacielo direzionale e un anno dopo il terreno edificabile è stato liberato con la demolizione dell’ex palazzo Inps  di Via Melchiorre Gioia 22 che, inutilizzato dal 2012 e risalente al 1961, era costituito da ventuno piani e occupava una superficie complessiva di 40000 . Poi è iniziata la fase di bonifica con la rimozione di oltre 200 tonnellate di amianto presenti nel palazzo.

La “Scheggia” in dettaglio

L’edificio prevede 30 piani di cui 4 interrati, per una superficie lorda totale di 68432 , e gli oltre 6000  di pannelli fotovoltaici, insieme ad altri sistemi green tra cui le pompe di calore che pescano acqua dalla falda, contribuiranno a ridurre notevolmente l’impatto ambientale con emissioni prossime allo zero. La fine dei lavori, tenuto conto anche del Covid e conseguentemente di nuove scadenze da rispettare, è prevista per marzo 2021. Attualmente è in corso il montaggio delle facciate continue a cellule, circa 20 mila m² di materiale il cui completamento fino in cima è previsto entro la fine di settembre. All’interno dell’edificio sono iniziate le finiture e l’installazione degli impianti come previsto da progetto, con un ritmo incalzante e in modo più agile del previsto, nonostante la presenza di manodopera inferiore.

Avvicinandoci all’edificio osserviamo gli operai della Colombo Costruzioni mentre salgono e scendono freneticamente dai montacarichi, ma ciò che fa davvero impressione sono le due grandi gru Potain a torre saldamente ancorate alla struttura. Cresciute insieme all’edificio sono le regine di questo cantiere.

Su misura per questo cantiere

Grande potenza di sollevamento, design innovativo, facili da usare, comode per il trasporto e tempi di montaggio rapidi, le gru a torre Potain costellano gli skyline di tutto il mondo, sono in grado di costruire supergrattacieli, edilizia residenziale, e si adattano a una grande varietà di cantieri.

La gru 1 (G1) è una MD 365 B L16, motore da 100 cavalli (tra i più veloci creati da Potain), portata massima di 16 tonnellate, ed è stata tra le gru che ha contribuito alla costruzione del grattacielo Isozaki a City Life, così come la gru 2 (G2), una MD 208 A da 12 tonnellate, utilizzata anche per la torre Unicredit. L’altezza massima raggiunta dalla G2 è stata di 151 m, mentre la G1 ha toccato i 136 m, ed entrambe hanno coperto l’intera area senza creare interferenze.

Gli ancoraggi, tre sulla G2 e due sulla G1, sono composti da travi di 18 m con peso di 3 tonnellate, sollevate e posizionate da apposite autogru. Si tratta di un’importante soluzione tecnica studiata ad hoc per il cantiere che ha fatto “scuola” ed è stata applicata anche su altri grattacieli milanesi.

Le due gru, dotate anche di passerella pedonale per facilitarne l’accesso al personale, sono sottoposte a manutenzioni ordinarie, manutenzioni programmate, e a verifiche quotidiane che l’operatore porta a termine quando sale in cabina. In ogni caso l’impresa Colombo Costruzioni ha la possibilità di interfacciarsi con lo staff Manitowoc che interviene in relazione all’urgenza. Ogni macchina ha un suo programma di manutenzione che va dal semplice controllo giornaliero da parte del gruista, alla funzionalità dei fine corsa, fino a manutenzioni più specifiche. In media, dopo 500 ore o tre mesi di lavoro le manutenzioni prevedono il controllo delle funi di sollevamento e dell’usura dei freni, il controllo dell’armadio elettrico, la lubrificazione della ralla e delle parti in movimento e altre regolazioni previste da manuale, fino ad eseguire, una volta all’anno, manutenzioni più approfondite nel cuore delle macchine e sulle carpenterie. Le telecamere a trasmissione Wi-Fi installate nel bozzello delle due gru rendono l’operatore sempre cosciente sulle varie operazioni da svolgere.

Partner di lunga data

Da sinistra: Gianluigi Consolaro di Manitowoc Cranes, Stefano Crespi e Gianluca Arconi di Colombo Costruzioni , Sabino Riefoli e Matteo Pastore di  Manitowoc Cranes

La collaborazione di Potain con Colombo Costruzioni è di lunghissima data. Colombo Costruzioni ha realizzato importanti progetti a Milano e si è sempre affidata a Manitowoc Cranes, da sempre impegnata a fornire la gamma più innovativa, sofisticata e completa di soluzioni per il sollevamento, non solo per la gestione e l’assistenza delle gru a torre, ma anche per le soluzioni tecniche al fine di sviluppare al meglio le fasi di lavoro.

Colombo Costruzioni si affida al team Manitowoc e viceversa, quando è necessario interfacciarsi su aspetti tecnici e organizzativi per trovare la soluzione migliore per il posizionamento delle macchine e lo sviluppo del cantiere. Dunque, più che di una semplice vendita di macchine si tratta di una stretta e duratura collaborazione, un’importante “tres d’union” tra le due aziende per strutturare al meglio le fasi di lavoro.

La pianificazione avviene in pianta e in prospetto. In pianta occorre evitare le interferenze tra le gru e prevedere, oltre al montaggio, anche le fasi di smontaggio, quando le gru dovranno abbassarsi e tornare al piano stradale, ma con davanti la torre costruita. In prospetto invece, le gru devono innalzarsi insieme all’edificio ancorandosi su di esso, perciò è necessario progettare il giusto numero di ancoraggi evitando interferenze con i casseri rampanti. Dunque la collaborazione deve essere costante per tutto l’arco del cantiere, tutto va valutato, calcolato e verificato preventivamente.

L’articolo completo, con gli approfondimenti e le interviste sul prossimo numero di Macchine Edili. 

di Claudio Guastoni