Tecnologia primato italiano

IVECO_LINCEIn questi giorni ho avuto modo di seguire in modo indiretto un importante evento sportivo che ha visto l’impegno delle truppe di montagna insieme alle rappresentative di altri 15 eserciti stranieri.

Un evento che non ha visto l’impegno dei soli militari ma, congiuntamente, anche quello di svariate aziende che, a vario titolo, collaborano in modo attivo con eserciti di mezzo mondo.

La presenza estremamente qualificata di imprese italiane mi ha fatto profondamente riflettere in merito alla capacità della nostra industria di essere all’avanguardia della tecnica e detentrice di svariati primati tecnologici.

Non si tratta di primati fasulli ma di vere e proprie eccellenze che distinguono in tutto il mondo il nostro paese e la nostra capacità di innovare.

Non è la prima volta che riporto affermazioni di questo tipo – supportate ovviamente da numeri positivi entusiasmanti – a difesa di un sistema industriale nazionale che permette all’Italia di “stare al mondo” in modo onorevole.

Imprenditori talmente abituati a camminare con i piedi costantemente immersi nel fango della burocrazia italiana che, appena planano sul terreno asciutto dei mercati internazionali, corrono senza problemi verso traguardi sempre vincenti.

Spesso soppiantando nomi altisonanti. Chi è appassionato di veicoli industriali sa molto bene il successo che sta avendo il veicolo blindato Iveco Lince che ha costretto, suo malgrado, la cessazione della produzione del ben più blasonato (ma inefficiente) Hammer.

Vedere la diffusione del marchio nazionale di veicoli industriale in paesi come, ad esempio, la Germania, fa capire come l’Italia possa recitare la parte del protagonista anche nella “tana del lupo”.

Il Common Rail sappiamo tutti che è nato da una collaborazione tra la Fiat e la facoltà di ingegneria del Politecnico di Bari…ed è ora lo standard di iniezione su tutti i motori a gasolio del mondo. Anche in quelli di aziende che, fallendo, hanno sperimentato sulle spalle dei clienti altri sistemi di iniezione. Ed alcune di queste aziende sono ancora oggi ritenute – a torto – detentrici di primati tecnologici inesistenti.

Senza contare le aziende italiane che forniscono sistemi e componenti a costruttori mezzo mondo progettando e costruendo soluzioni spesso uniche sviluppate su misura per applicazioni estremamente dure e specializzate.

Quando ci renderemo conto che il nostro paese è un vero leader forse metteremo da parte la sudditanza psicologica verso tutto quanto è oltre frontiera.

Per ora godiamoci i nostri tanti, tantissimi primati tecnologici.

E lavoriamo tutti insieme per diffondere il made in Italy ovunque nel mondo.