Le nostre aspettative…

BRANDCome sempre i social network sono per me fonte di grande ispirazione.

Ringrazio ogni giorno coloro che, con un innegabile lampo di genio, hanno capito tutto della psicologia umana e hanno messo a frutto in modo ineccepibile la voglia di pettegolezzo innata nelle persone.

Oltretutto diventando molto ricchi sulle spalle degli altri e dando ampia dimostrazione non solo di evidenti capacità informatiche ma anche di fine psicologia…in barba a Freud e a tutti i suoi numerosi adepti. Con buona pace di questi ultimi che, a mio parere, dovrebbero inchinarsi più di fronte a dei geni come Mark Zuckerberg che non a dei sedicenti esperti in materia.

BRAND (3)E’ di questi giorni, nei vari gruppi che sono solito frequentare, l’ennesima discussione sulla validità di un marchio o di un costruttore a discapito di qualche altro. Con discussioni molto accese che spesso trascendono di livello arrivando all’offesa personale e all’insulto.

Se da un lato questo tipo di preferenze c’è sempre stato, il fatto di poter incontrare con facilità più persone grazie ai social rende questi confronti molto accesi e perduranti nel tempo.

Mi spiego.

Se incontro al bar un mio conoscente e discutiamo sulla validità di una macchina rispetto a un’altra, la discussione dura il tempo di un caffè o poco più.

BRAND (4)Se invece metto in un gruppo di appassionati la foto di una macchina e chiedo esplicitamente “Cosa ne pensate?” la discussione rimane per sempre a patto che qualcuno non la elimini per buona pace di tutti.

Questo porta a poter dire la propria in ogni momento del giorno o della notte, anche dopo molto tempo e andando a rispondere in modo preciso alle affermazioni di Tizio o di Caio spesso alzando i toni al di sopra di quanto normalmente accettabile.

Di fatto è come se scoppiasse una vera e propria rissa attorno a un tema che, probabilmente, con il poco tempo a disposizione all’interno di un bar e con la velocità che hanno solo le parole pronunciate, si riuscirebbe a chiarire ed esaurire in poco tempo rimanendo in buoni rapporti e andando oltre piccoli aspetti di apparenza che i social mettono in evidenza in modo impietoso.

BRAND (7)Lo schermo del PC è inoltre ritenuto dai più una barriera protettiva che spersonalizza e permette tutto e il contrario di tutto.

Ma il tema vero rimane però sempre e soltanto uno: quali sono le nostre aspettative nei confronti di un marchio a fronte, soprattutto, di quanto si è speso per acquistare e mantenere il proprio mezzo.

Stesso tema che mette in evidenza come i marchi di auto più blasonati sono in realtà quelli che, percentualmente in rapporto alla diffusione, danno molti problemi. Anche perché si è speso molto per comprarli e perché il “brand” di lusso richiede costi di gestione più elevati. Si ha quindi una elevata aspettativa dovuta alla elevata spesa iniziale.

BRAND (6)Aggiungiamo a tutto questo la scarsa propensione degli italiani a saper valutare in modo corretto il rapporto qualità/prezzo e a basarsi semplicemente sul marchio impresso su un prodotto e abbiamo chiuso il quadro.

In quasi trecento ore di formazione agli operatori di macchine movimento terra ho riscontrato in primo luogo la evidente ignoranza di fondo, fatti salvi rari casi, sulla provenienza delle singole macchine e sulle alleanze fra costruttori che hanno portato oggi ad avere prodotti che sembrano fra loro molto diversi condividere in realtà gli stessi componenti di base.

BRAND (8)Oltretutto quando, per fare fronte a un mercato estremamente competitivo, alcune macchine di diversi costruttori sono esattamente identiche, costruite negli stessi stabilimenti e l’unica differenza è la verniciatura. Fa quindi specie, alla luce dell’ignoranza di molti, vedere disprezzati alcuni prodotti a fronte della lode sperticata di una macchina identica ma di un brand diverso. Non ultimo il caso di alcuni mini escavatori progettati e costruiti da un marchio tedesco e commercializzati anche con i colori di un brand nord americano.

Il consiglio che mi sento di dare, alla luce di argomentazioni non sempre “brillanti”, è di esaminare a fondo le schede tecniche delle varie macchine. Informarsi sui tipi di tecnologie usate dai costruttori e sui riflessi che queste possono avere nell’utilizzo quotidiano. Capire i componenti con cui è costruita la macchina e vedere quali sono i riflessi concreti che questi hanno nei confronti dell’operatore.

BRAND (5)In poche parole occorre fare una cosa che non a tutti piace:  STUDIARE!

Studiare il depliant, studiare le schede, studiare i costruttori, cercare chi sono i fornitori dei singoli componenti. E alle fiere di settore cercare i product manager e parlare con loro andando oltre il colore della vernice e il marchio stampato sui cofani.

Secondo me le sorprese sarebbero molte. E le discussioni più pacate.

Buon lavoro a tutti!BRAND (2)

5 Commenti

  1. Salve ho letto il vostro articolo..sn d accordo con cio che scrivete..ma…e dico maaa. Bisogna a questo punto anche vedere lo spessore delle lamiere in tutta la componentistica…piu la qualita dell acciaio che nn e tanto semplice a verificare..a quel punto che consigliate??e x tutti i resti dei compinenti tipo le pimpe come si fa avedere se hanno usato dei buoni materiali??

    • Ciao Giorgio,

      il consiglio che chiedi era già scritto – in maiuscolo – nella mia riflessione.
      Occorre studiare a fondo la macchina che si intende comprare/utilizzare e confrontarla con le altre presenze del mercato in modo aperto e senza preconcetti.

      Non tanto gli spessori delle lamiere – che se la macchina usa acciai alto-resistenziali potrebbe avere una struttura con spessori molto più sottili ma molto più resistenti – ma è importante la concezione costruttiva.

      Le componenti idrauliche e le motorizzazioni sono anche abbastanza semplici da capire: basta segnarsi nomi e sigle e fare una accurata ricerca su internet. La rete – ma soprattutto i siti dei costruttori, le riviste specialistiche o i siti specializzati come quello con cui collaboro – sono forieri di informazioni preziose per chi le sa apprezzare.

      Un esempio: la sigla di un motore lo identifica in modo indelebile e si fa in fretta a vedere, per esempio, che molti costruttori di motori, in realtà, li marchiano solamente e se li fanno costruire da altri. E parlo di nomi altisonanti come Perkins, per esempio, che compra molti motori da FPT e poi li vende a proprio nome.

      Altro esempio: Kawasaki, Bosch Rexroth e Bucher Hydraulics producono componenti per una larghissima fetta di costruttori. Ma come tutti i grandi costruttori hanno una gamma che spazia “dall’utilitaria all’ammirgalia” e la sigla di una pompa aiuta a capire le sue caratteristiche – prima di tutto – per poi andare a vedere in quale linea di prodotto si inserisce. Se si tratta di una entry-level oppure di un prodotto premium.

      Ma tutto questo lo si capisce solo studiando e informandosi. E’ ormai finiti l’era delle macchine che avevano un motore, una pompa (e un cambio power-shift se si trattava di una pala o un dozer) la cui bontà si misurava sulla base delle dimensioni, delle lamiere e del rumore che faceva quando si metteva in moto.

      Il mondo va avanti e non vedo perché tutti si informano sul cellulare ultimo modello mentre invece non sanno praticamente nulla delle macchine con cui lavorano otto/dieci ore al giorno.

  2. Buongiorno Costantino…mi sono tornante in mente tante nostre “chiacchierate” su questo discorso… Purtroppo come si dice dalla mie parti “china nascia tunnu un mora quatratu” (chi nasce tondo non muore quadrato…ma sarà tondo o tonto? Hahahahaha). Troppi preconcetti…troppi esperti del nulla…sono sicura che se prendi 2 macchine uguali…e le cammuffi e le fai usare e dici ad un esperto dei soliti…che una è una del marchio X e l’altra del marchio Y…SUBITO si lancerà nell’elencare difetti e pregi di una e dell’altra… Soprattutto poi se dici che una delle 2 appartiene alla marca piu blasonata al mondo… Basti pensare a quanti mi hanno presa a male parole…quando ho deto che tanti motori Cummins sono degii FPT…addirittura hanno sostenuto che la FPT non fa motori e che glieli vende la Cummins… non ti dico altro..ne abbiamo parlato troppe volte… PRECONCETTI DURI DA ESTIRPARE…

    • Buona giornata Marcella.

      è ovvio che si tratta di un comportamento che intendevo stigmatizzare con la mia riflessione. La mancanza di una analisi attenta dei fatti si può infatti solo evitare con una corretta informazione e un insegnamento di un metodo che, oggettivamente, manca addirittura nelle metodologie di insegnamento del nostro sistema scolastico.

      Se a questo aggiungiamo che di solito la maggior parte degli operatori, per vari motivi, ha una forte repulsione verso la scuola o anche solo il semplice aggiornamento professionale, il cerchio si chiude in modo perfetto.
      Questo non vuole essere un insulto alla categoria – sia ben chiaro – ma una constatazione di un dato di fatto che va corretto con una costante azione di informazione e formazione che sia corretta e svolta da veri specialisti.

      Ovviamente lasciando da parte insulti, aggressioni verbali e altri metodi che non hanno nulla di autorevole.

      Le spiegazioni corrette costano, tempo, fatica e riflessione. Ma sul lungo periodo ne vale sicuramente la pena.

  3. Ciao Costa, lungi da me cosi come te da tua abitudine (e se certe volte sono stata pure io dura ancora una volta me ne scuso) esprimere giudizi LAPIDARI sulle persone (cosa che accade, almeno con me quando a lavar la testa all’asino si perde acqua sapone e tempo anche se ultimamente se vedo che il mio “interlocutore” non vuole ragionare mollo la presa o mi allontano dalle discussioni), hai centrato ancora una volta il punto… In tanti molte volte, non so per quale strano motivo, non perdono tempo a capire cosa usano…basta che hanno il marchio X fa niente se prodotta da Y…in ogni caso se X è meglio come nome o idea di fondo la macchina X è la migliore, ne avremmo casi da citare e lo sai bene… Tu hai citato la Perkins…ma potremmo citare altre case (e tu sai bene a quali mi riferisco) che costruiscono per terzi macchine uguali alle proprie. ma per molti clienti basta un marchio diverso e la macchine sono diverse e migliori quelle a marchio tal dei tali… (Non ti dico cosa succede se a i patiti del “gatto” gli dici che hanno in mano rispettivamente un Eder o un Mitsubishi…o motore FPT… hahahahahaha)… Spero solo che la gente del nostro settore riesca a togliere na volta per sempre i paraocchi e sia piu obiettiva… Come tanti nostri amici comuni ha saputo fare….anche grazie a te!!!!

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