Zugliani: con il Leone da sempre

Una storia di fedeltà al Brand MAN quella di Zugliani  che risale al 1982, ribadita fino ai giorni nostri con la messa in servizio di un ampio ventaglio di modelli della Casa tedesca, dai leggeri della gamma TGE ai pesanti delle serie TGX e TGS.

È questa la realtà del parco mezzi della Zugliani, società con sede a Imer in provincia di Trento, specializzata nel settore dell’edilizia civile e industriale e in altri comparti, come quelli delle opere stradali, del movimento terra e delle demolizioni.

Nata ufficialmente nell’agosto 1957 per iniziativa di Giovanni Zugliani, padre dell’attuale Amministratore delegato Luca, l’azienda trentina si è dapprima focalizzata nella realizzazione di impianti di risalita a fune, allora molto diffusi in zona. La società, specializzatasi in opere civili a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, ha ampliato e diversificato le proprie attività negli anni 2000, abbinando al settore delle costruzioni quello dei servizi alle imprese.

La Zugliani, che ha conservato nel tempo il proprio DNA di impresa a carattere familiare (vi lavorano i sei figli dei soci fondatori), può contare oggi su una cinquantina di addetti, che gestiscono un parco di circa venti camion pesanti, trenta commerciali leggeri oltre a un centinaio fra macchine operatrici (in particolare, escavatori e pale gommate), gru a torre, finitrici stradali e rulli compattatori.

Zugliani-MAN: una lunga partnership

Luca Zugliani

A quando risale il primo incontro con i camion di MAN?

Nel lontano 1982 – spiega Luca Zugliani, ingegnere strutturista e AD della società – mio padre Giovanni ha rilevato da un’asta giudiziaria il parco macchine di un’azienda locale, che comprendeva due MAN a tre assi, un 33.320 e un 33.240. Questi due camion si sono rivelati davvero indistruttibili. Da quel momento in poi, i mezzi del Leone sono diventati la colonna portante della nostra flotta, grazie anche al rapporto di reciproca fiducia che si è instaurato con il venditore della concessionaria di riferimento, la Summano Veicoli Industriali di Zanè, in provincia di Vicenza”.

Quali altri elementi sono stati determinanti nella scelta dei veicoli della Casa tedesca?

Sicuramente, la puntualità e la professionalità del servizio di assistenza e la disponibilità dei ricambi. Non è, infatti, sufficiente aver acquistato il miglior mezzo disponibile sul mercato, se non è supportato da un service all’altezza del compito. A maggior ragione se i cicli di lavoro, le condizioni operative e l’impiego estensivo delle prese di forza per azionare diverse tipologie di allestimenti intercambiabili (costruiti dalle Officine Cristallo) sono particolarmente stressanti, come avviene nel nostro caso. Abbiamo mezzi d’opera TGS 8×4 o 6×6 che accumulano percorrenze anche di 50 mila chilometri l’anno su strade di montagna con pendenze fino al 40% mentre i trattori TGX per impieghi stradali si attestano attorno ai 110 mila chilometri l’anno. E sfidanti sono anche le condizioni d’utilizzo del TGE 4×4 in flotta. Per queste ragioni, abbiano sottoscritto con MAN contratti di manutenzione e riparazione pluriennali, che ci mettono al riparo da ogni imprevisto”.

Un’ultima domanda. Come hanno accolto gli autisti i cambi automatizzati sui cava-cantiere?

All’inizio, parecchi anni fa, alcuni di loro preferivano ancora le unità a innesto manuale. Poi, in collaborazione con MAN, abbiamo organizzato un corso teorico-prativo su due giorni per spiegare le funzionalità e come sfruttare al meglio gli automatizzati. È stato u successo e, da allora, sono i cambi montati su tutti i nostri veicoli”.

Una vasta offerta di mezzi per il cantiere

MANAmpia e articolata è l’offerta della Casa tedesca nell’ambito dei veicoli per impieghi cantieristici. Spazia dai medio-leggeri della gamma TGL, disponibili con motorizzazioni da 160-190-220 e 250 Cv, ai TGM con propulsori da 250-290 e 320 Cv, fino ai modelli delle serie TGS e TGX. I TGS, in particolare, vengono proposti in versione trattore in configurazione 4×2, 4×4, 6×2, 6×4 e 6×6 e come carri 4×2, 4×4, 6×2, 6×4, 6×6, 8×2, 8×4 e 8×6.

Tre sono le motorizzazioni a sei cilindri in linea offerte dalla Casa tedesca, secondo le specifiche missioni di trasporto: D1556 di 9 litri (da 330-360 e 400 Cv), D2676 di 12,4 litri (da 440-480-520 e 540 Cv) e il nuovo D3066 di 12,7 litri (da 380-440-480-520 e 560 Cv). Il D3066, in particolare, è disponibile per la gamma TGS solo nella variante trattore 4×2. Si tratta di un propulsore a quattro valvole per cilindro con doppio albero a camme in testa, dotato di sistema d’iniezione XPI da 1800 bar di pressione di picco, ricircolo dei gas di scarico senza raffreddamento intermedio (HGR) e di un doppio dispositivo di dosaggio dell’urea per abbattere gli ossidi d’azoto (NOx).

È abbinato al cambio automatizzato TipMatic a 14 rapporti, oltre a quattro retromarce. Tra le numerose soluzioni specifiche per il cantiere sviluppate dal costruttore tedesco figura la trazione anteriore idrostatica attivabile HydroDrive, disponibile in abbinamento con l’automatizzato TipMatic o con un cambio a innesto manuale. Consente di superare tratti a bassa aderenza, senza il ricorso – e l’aggravio di tara e i maggiori consumi di gasolio – di un veicolo a trazione integrale. Il dispositivo prevede una pompa idraulica montata all’uscita del cambio che alimenta i motori ai mozzi ruota dell’assale anteriore. Una volta attivato mediante un pulsante sulla plancia, l’HydroDrive si disinserisce automaticamente a una velocità di circa 30 km/h. Al di sotto dei 22 km/h si reinnesta senza l’intervento del conducente.

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