Interventi sul territorio

Vigili del Fuoco sempre in corsa contro il tempo

La notte del 26 dicembre 2018 una violenta scossa di terremoto sveglia la Sicilia orientale, l’epicentro sul versante sud-orientale dell’Etna, la prima di una lunga serie fino al 2019, uno sciame sismico tra Zafferana Etnea ed Acireale (Ct), coinvolge nove centri abitati, 9000 gli sfollati.

L’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia di Catania individua l’origine del sisma nella faglia Fiandaca-Fleri (la stessa del 1984), stavolta azionata da un’eruzione dei giorni precedenti, all’interno della Valle del Bove. Abbiamo avuto l’opportunità esclusiva di assistere alle attività dei Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza il territorio.

L’attività cantieristica a Piano d’Api

Troviamo all’opera la squadra dei Vigili del fuoco, coordinata dall’Ispettore Antincendi Paolo Quattropani, in azione sulla chiesa di Santa Maria della Misericordia, che sorge sulla S.P. 116 in aderenza ad altri fabbricati di civile abitazione, con il compito di mettere in sicurezza la relativa facciata impedendo il ribaltamento della stessa sulla stretta strada provinciale, permettendone così la riapertura al transito, ma anche a tutela delle famiglie che vivono negli edifici circostanti.

L’attività cantieristica comprende anche la centinatura della torre campanaria. Per raggiungere l’obiettivo è stata necessaria anche una accurata lavorazione di travi in legno, con tagli certosini e posa in opera sempre a cura dei Vigili del Fuoco, per l’adesione alle tante cornici del prospetto della Chiesa con la successiva collocazione di tiranti realizzati con dei cavi d’acciaio. Diversi i mezzi impiegati nelle varie fasi, come gli ATrid (Automezzi Tridimensionali), piattaforme aeree da lavoro utilizzate dagli operatori SAF (specializzati in lavori in quota e emergenze speleologiche, alpine e fluviali), con un tandem formato dal Renault Maxity 150 DXi con braccio da 20 mt e dall’Iveco Eurocargo 110-220L (sbraccio 30 mt), da cui il personale VVF opera dal  cestello o calati tramite funi.

A supporto vi sono anche i Combi (veicoli attrezzati per alluvioni o terremoti), allestiti con vani per le attrezzature specifiche delle tecniche USAR (Urban Search and Rescue – Ricerche e Soccorso in ambito Urbano), con un tris di Iveco Daily 55S17W.

A seconda dello scenario operativo variano: numero, dimensioni ed attrezzature dei mezzi da impiegare, in questo caso i medio-piccoli sono stati fondamentali.

Una giornata tipo

L’Isp. Quattropani ci descrive una giornata di lavoro del gruppo: “Iniziamo, se non ci sono altre emergenze, alle 8.00 del mattino proseguendo di continuo, anche la pausa pranzo, sempre che l’urgenza dell’intervento lo consenta, preferiamo farla in loco con un panino, piuttosto che andare in mensa e perdere tempo prezioso negli spostamenti. Da operatori del soccorso siamo abituati a mantenere ritmi forsennati di lavoro, anche di notte o sotto le intemperie, in questo caso anche lo sciame sismico continuo non ci consente il minimo indugio.”

In questa fase opera un squadra “mista” con nove unità, 5 SAF che lavorano in quota, mentre 4 puntellatori operano a terra, le professionalità che stanno lavorando nell’area post sisma provengono dai Comandi  di tutta Italia, una iterazione professionale che amalgama ancor di più i componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che in passato ha prestato il soccorso tecnico urgente anche in teatri operativi esteri: Albania, Francia, Grecia e Turchia.

Guidati dalla staffetta ci arrampichiamo sul vulcano, avvicinandoci verso l’epicentro, qua e là tante le case sventrate.

Il Cantiere Pisano

La Chiesa di San Giuseppe, con elementi romanici e particolari neogotici, fu danneggiata anche nell’84, complessivamente l’80% degli edifici di culto è inagibile, qui è il Funzionario Tecnico arch. Giuseppe Risalvato, a descriverci le varie fasi del progetto urgente di messa in sicurezza, vagliato come gli altri dal Dipartimento Regionale Protezione Civile e dalla Sovrintendenza Beni Culturali.

Siamo intervenuti principalmente sulla torre campanaria, con attività di puntellamento e cerchiatura tramite impalcati realizzati con Tubi Innocenti, realizzando una sorta di armatura interna ed esterna al torrino con tavole ripartitrici ammorsate delicatamente sulla struttura, è stato come immobilizzare un arto fratturato”.

Partendo dal basso verso l’alto” continua Risalvato, “la squadra ha collocato 7 cinturazioni coi puntoni che vengono a gravare nelle zone d’ambito dell’imponente torrino di forma ottagonale, con bloccaggio del tetto di forma piramidale (base e tetto sono in cemento armato), propedeutica al montaggio di una mantovana parasassi a protezione della sottostante piazza oltre che della Strada Provinciale 4/I, in attesa del progetto di restauro e consolidamento della chiesa, lesionata anche sull’abside.

Risalvato, trova il tempo per rispondere alle domande dei cittadini, chi per sopralluoghi, chi per le sorti della chiesa, senza staccare lo sguardo dai suoi uomini arrampicati ad oltre 20 mt, ma anche per dirci che i V.F. hanno operato in 16 chiese e relativi campanili.

Le forze in campo, un Iveco Eurocargo 180-320 con autoscala e cestello Magirus da 39 metri che in pochi secondi fa la spola tra marciapiedi e torrino con uomini e materiali, grazie anche alla consolle sul cestello.

Ma anche uno Scania R 560 V8 di una ditta locale con gru retrocabina Fassi F 800 da 35 mt con cestello, manovrata a distanza dall’operatore tramite radiocomando, inviata a supporto dalla Protezione Civile Regionale, alcuni Combi ed il personale: 6 saf, 3 puntellatori, 2 autisti.

La colonna mobile “Movimento Terra – Sicilia”

Responsabile è il Capo Reparto Concetto Iannello: “Sin dalle prime ore abbiamo sgomberato le strade dalle macerie, anche rimozione parziale di muri pericolanti, o porzioni di altre strutture edili a rischio, recuperando numerose automobili sepolte dai detriti, in un contesto caratterizzato da una rete stradale stretta e tortuosa, ricca di saliscendi, operando a fianco dei colleghi dell’USAR (esperti del salvataggio in macerie), il nostro lavoro si è interfacciato coi colleghi a terra i quali rispetto all’operatore a bordo del mezzo hanno una visuale più ampia”.

A coordinare le operazioni è il Comandante di Campo che assieme ai funzionari si occupa dei primi sopralluoghi, delineando le modalità di intervento, al nucleo M.T. la scelta dei mezzi da utilizzare, in questo caso macchine compatte, mini escavatori New Holland E10SR e JCB 8035, minipala compatta (MPC) New Holland C232, terna JCB 4CX, escavatore (ESC) New Holland E215B, equipaggiati con martelli e pinze demolitori, polipi e benne da carico, due autocarri ribaltabili (ACT) con gru retrocabina PM, Iveco Eurocargo 180E30 e 150E28 a trazione integrale, un trattore stradale Mercedes Actros 2044 con semirimorchio trasporto macchine operatrici ed alcuni mezzi d’opera Astra HD a quattro assi con carrellone, un altro HD 8 con autogrù Cormach da 40 tonnellate, a condurli 7 operatori specializzati, col brevetto per mezzi movimento terra.

Iannello, si sofferma sulla sicurezza: “prestiamo un’attenzione particolare  sia per gli operatori che per i civili che spesso assistono alle operazioni di soccorso, ma anche per le persone, animali o le cose che possono essere state travolte dai crolli, cercando sempre di arrivare prima possibile, anche se chi chiede aiuto a sua volta ogni minuto di attesa lo percepisce (giustamente) come un’eternità“.

Nel campo base, allestito ad Acireale hanno trovato posto diverse decine di veicoli cui hanno fatto riferimento i Centri avanzati in loco, sale operative posti su furgoni (UCL), deputati a ricevere le richieste di intervento.

Un’autorimessa ben equipaggiata

Parecchi gli interventi ordinari, del “Movimento Terra” che schiera numerose macchine ed attrezzature, acquistate dal Corpo dietro richiesta dei singoli Comandi, tenuti in perfetta efficienza (alcune sono degli anni ’80), per fronteggiare molteplici richieste, tra cui calamità naturali,  incendi e tutela ambientale.

A Catania, in occasione dell’80° Anniversario della fondazione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera dei Vigili del fuoco. In questi mesi, contrassegnati dall’emergenza epidemiologica Covid-19, anche gli uomini del corpo sono scesi in campo, per le opere di sanificazione sul territorio e l’allestimento di ospedali da campo.

 

articolo di Luca Masaracchio

Si ringrazia per la preziosa collaborazione il Dott. Luigi De Luca, Responsabile Comunicazione – Area Sicilia Vigili del Fuoco.