Veicoli da cantiere

Veicoli MAN da cantiere: forti e affidabili

Quando si parla dei mezzi da cantiere di MAN non bisogna solo pensare ai tradizionali cabinati 6×4 e 8×4 della gamma TGS declinati in versione mezzo d’opera per allestimento con ribaltabile o con betoniera per il trasporto del calcestruzzo premiscelato. Esistono, infatti, veicoli dei segmenti medio e pesante, cioè delle serie TGL, TGM e TGX, che svolgono compiti di trasporto specifici, diversi dall’off-road duro. Si tratta di camion per impieghi municipali, per la manutenzione stradale con cabina singola o doppia, per l’appoggio e il rifornimento al cantiere o, anche, di modelli particolari pensati per l’abbinamento con gru retro-cabina di sbraccio e portata elevate. Nell’ambito dell’offerta di prodotto TGL – con massa totale a terra da 7,5 a 12 tonnellate – e TGM – da 12 a 26 tonnellate di peso-, MAN propone le versioni Tipper adatte per l’abbinamento con un ribaltabile o con un’attrezzatura scarrabile a gancio sui cabinati in configurazione 4×2 (TGM e TGL), 4×4 (TGM) e 6×4 (TGM). La motorizzazione prevista per i TGM è sei cilindri in linea di 6,9 litri D0836, proposto con tarature di potenza di 250 CV (quest’ultima unità disponibile anche sui TGL), 290 CV e 320 CV. Il quattro cilindri D0834 di 4,6 litri è, invece, il propulsore d’elezione dei medio-leggeri TGL con potenze di 160 CV, 190 CV e 220 CV. Anche per i TGX esiste una versione Tipper in configurazione 6×4, mentre i cabinati e i trattori sono a listino anche come 6×4 e 8×4. La gamma TGS, studiata per le missioni in cantiere, per il fuoristrada duro e per i servizi municipali, offre numerosi modelli e schemi di trazione: trattori stradali o telai 4×2 e 6×2, i classici 6×4, 8×2 e 8×4 per molteplici campi di impiego, nonché gli specialisti dell’off-road con le formule 4×4, 6×6, 8×6 o 8×8.

Il sistema HydroDrive

Se la maggior parte delle percorrenze avviene su strade asfaltate ed è richiesta una maggiore capacità trattiva solo in circostanze particolari (su fondi fangosi o in presenza di ghiaia), è possibile optare per il sistema HydroDrive di MAN con motori idraulici ai mozzi. Per offrire un’ampia possibilità di scelta, il sistema è disponibile sui mezzi dotati di cambio automatico TipMatic o di unità a innesto manuale. Con l’HydroDrive inserito anche la marcia in discesa è più agevole, grazie alla trasmissione della coppia frenante del motore all’assale anteriore. La combinazione della trazione idrostatica ‘on demand’ con il rallentatore primario PriTarder (alimentato dal fluido dell’impianto di raffreddamento del veicolo) consente di limitare il ricorso all’impianto frenante servizio anche a velocità medio-basse. Due sono le motorizzazioni a sei cilindri in linea Euro VI Step E offerte dalla Casa tedesca sui modelli della gamma TGS: D1556 di 9 litri e D2676 di 12,4 litri. Il primo è disponibile con tarature di 330 CV, 360 Cv e 400 CV, mentre per il secondo i livelli di potenza sono di 430 CV, 470 Cv e 510 CV, cui corrispondono coppie di 2.200, 2.400 e 2.600 Nm.

Una soluzione efficiente

L’indicazione dei bloccaggi sul cruscotto di un mezzo cava cantiere

La trazione idrostatica inseribile HydroDrive introdotta da MAN sul mercato nel 2005, è una soluzione pratica ed efficiente, in termini di rapporto costi-benefici, quando è richiesto un grip addizionale solo per brevi periodi per superare tratti sterrati a bassa aderenza per la presenza di fango o ghiaia. La Casa tedesca la propone sui TGS a 2, 3 e 4 assi e sui trattori della gamma TGX in abbinamento con le motorizzazioni D15 di 9 litri e D26 di 12,4 litri. Il sistema HydroDrive può essere inserito con il veicolo in moto a bassa velocità e rimane attivo fino al raggiungimento dei 28 chilometri l’ora. Oltre questo limite si disinserisce automaticamente. Rimane tuttavia in stand-by per riprendere a funzionare al di sotto del 22 chilometri l’ora.

Questa soluzione può trovare applicazione sui trattori MAN, come il TGX 18.510, o sui cabinati per impieghi particolari, come  TGS 35.510 8x4H-6, nella foto qui sopra equipaggiato con gru Palfinger PK 135.002 TEC7 capace di uno sbraccio in orizzontale di 34,5 metri rispetto alla colonna di rotazione. Il TGS a quattro assi monta il sei cilindri in linea D26, tarato a 510 Cv con 2.600 Nm di coppia massima. Il propulsore è abbinato all’automatizzato TipMatic 12.28 OD a 12 rapporti con tre modalità di cambiata: Efficiency, Performance e Offroad. Con quest’ultima funzionalità, i passaggi di rapporto sono effettuati più rapidamente a regimi superiori.

Più convenzionale, perché a trazione integrale permanente, è il TGS 18.470 4×4, che monta un propulsore D26 di 12,4 litri da 470 CV, abbinato al cambio automatizzato TipMatic 12.28 OD a 12 rapporti con software di cambiata Efficiency, Performance, Manoeuvre e Offroad. Si tratta di un mezzo per impieghi municipali e per la manutenzione della rete stradale, dotato di ribaltabile trilaterale Meiller, di impianto idraulico multifunzione Aebi-Schmidt e di gru retro-cabina Palfinger PK 12502 SH.

Un classico della gamma da cantiere TGM è il 18.320. Si tratta di un 4×4 con motorizzazione D08 di 6,87 litri tarato a 320 CV con una coppia di picci di 1.250 Nm fra 1.200 e 1.700 giri al minuto. L’allestimento è costituito da un ribaltabile trilaterale Meiller. Il veicolo è equipaggiato con il dispositivo ComfortSteering che facilita, grazie a un motore elettrico e a una centralina elettronica, l’utilizzo dello sterzo da parte del conducente, regolando (in più o in meno) la coppia necessaria per il cambio di direzione o per il mantenimento di quella impostata.

Il comando per l’inserimento dei bloccaggi dei differenziali.

Indipendentemente dal mezzo utilizzato e dalla configurazione d’assi – sia essa a trazione posteriore, integrale permanente o inseribile ‘on demand’ HydroDrive – nella marcia offroad è indispensabile agire d’anticipo per prevenire eventuali situazioni critiche. Occorre, quindi, scegliere la modalità di cambiata Offroad per affrontare lo sterrato, porre il cambio automatizzato in modalità manuale, selezionare il rapporto più adatto alle condizioni del terreno (la quarta va bene nella maggior parte delle situazioni operative), azionare per tempo (cioè preventivamente) i bloccaggi dei differenziali (meglio se a veicolo fermo) e attivare la logica d’intervento ‘fuoristrada’ per il sistema di antibloccaggio delle ruote (Abs).