Pipeline

Un compatto per il pipeline

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Cristiano Pinotti Abbiamo visto all’opera un escavatore Liebherr R914C impegnato nel ripristino di un metanodotto nel basso Piemonte. Un settore, il pipeline, dove serve potenza, stabilità e forza, anche di sollevamento. E quando si opera nello stretto le dimensioni contenute divengono fondamentali. Quando si pensa al settore energetico legato al gas naturale viene spontaneo immaginarsi grandi realizzazioni accoppiate a macchine di enormi proporzioni. Una visione corretta nel caso di nuove condotte, sempre più rare in Italia e in Europa, ma che nella realtà operativa di tutti i giorni deve fare i conti con un preponderante lavoro di manutenzione, volto a intervenire sulle linee esistenti e finalizzato a ottimizzarne il tracciato in relazione alle esigenze abitative specifiche per ogni territorio. È proprio questo il campo in cui lavora l’impresa Tre Colli spa. Core business: pipeline

A destra Luca Zermani, responsabile acquisto macchinari e membro del CDA di Tre Colli spa, in compagnia di Mirco Tresin, responsabile vendite di Liebherr EMtech Italia.
A destra Luca Zermani, responsabile acquisto macchinari e membro del CDA di Tre Colli spa, in compagnia di Mirco Tresin, responsabile vendite di Liebherr EMtech Italia.

Nata nel 1971, come accade per molte imprese che operano nel settore pipeline, anche Tre Colli ha la propria sede in Emilia, in provincia di Parma, ma noi abbiamo incontrato i vertici aziendali a Carrosio (Al) località in cui la società ha impiantato gli uffici operativi e il Centro manutenzione pipeline. «A livello logistico – ci spiega Luca Zermani, responsabile acquisto macchinari e membro del CDA di Tre Colli spa – la provincia di Alessandria ricopre una posizione strategica tra il porto di Genova, dove arrivano le merci, e l’area della bassa Lombardia, dove si trovano le maggiori raffinerie. In sostanza il grosso delle tubazioni passa per quest’area». Il pipeline, com’è facile intuire, rappresenta il core business dell’impresa che si occupa sia della realizzazione delle nuove condotte, sia del settore delle manutenzioni sui metanodotti, un’attività che permette alla società di differenziarsi rispetto alla concorrenza. «Quello che avete visto oggi – continua Zermani – è un classico lavoro di ripristino susseguente lo spostamento di un tracciato. Ed è il riassunto di molti nostri lavori: non sempre grandi contratti, ma spesso tanti piccoli interventi che vanno a coprire la manutenzione di tutte le linee esistenti sul territorio italiano. Un’attività che ci impone di lavorare principalmente con Snam rete gas ed Eni e che assorbe circa il 70% del fatturato». Il rimanente 30% viene invece sviluppato attraverso la prefabbricazione (lo stabilimento è posto sempre nella sede di Alessandria) e le costruzioni industriali dove, tra le varie realizzazioni, spicca quella dell’outlet di Serravalle. Il tutto potendo contare su una media di circa 300 dipendenti, un numero soggetto anche a importanti variazioni in relazione a eventuali grandi commesse che giocoforza vanno influire parecchio non solo sul personale diretto, ma anche sulle società che collaborano con la realtà di Carrosio. Il parco macchine e il mercato 916Ovviamente, anche a livello di parco macchine, il settore pipeline è quello che assorbe più risorse con una trentina di attrezzature da scavo, dai mini ai grandi escavatori, cui si devono aggiungere varie macchine di servizio e molti autocarri, soprattutto da 35 q. A livello di escavatori, in genere la scelta di Tre Colli cade su macchine di ottima potenza però trasportabili in sagoma senza permessi particolari. Le macchine, data la tipologia di lavoro cui sono chiamate, sono generalmente tutte equipaggiate con l’omologazione sollevamento. Un parco macchine cospicuo che va a rispondere a un mercato sostanzialmente nazionale, ma che la società sta cercando di ampliare attraverso nuovi sbocchi, in particolare in ambito extra Unione Europea. «In molti di questi paesi fuori dall’UE – riprende Zermani – il mercato non è saturo, ma spesso vengono richieste particolari qualifiche differenti da quelle europee. Documentazioni che, in genere, richiedono parecchio tempo e notevoli risorse. Oggi, per quanto ci riguarda, le nazioni più interessanti sono Kazakistan, Congo, Algeria, paesi dove possiamo accedere alle gare di appalto con le certificazioni in ordine. In passato abbiamo lavorato anche in Svizzera, ma l’Europa nel suo complesso è un mercato pressoché saturo e difficile. Quindi è inevitabile cercare un po’ più lontano dove la raffinazione è ancora possibile. Del resto nel vecchio continente, tra vincoli ambientali e burocrazia, il nostro sta diventando un settore sempre più complicato». Le potenzialità internazionali e la capacità di seguire molteplici cantieri sparsi per l’Italia hanno indotto la società specializzata nel pipeline a limitare fortemente i marchi per quanto concerne le attrezzature da scavo, anche al fine di non avere problemi per quanto riguarda l’assistenza e la reperibilità dei ricambi. «In quest’ottica – continua Zermani – Liebherr ci sta accompagnando nel settore dell’escavazione da un paio d’anni. Nel complesso abbiamo quattro escavatori Liebherr: due R916, un R926 e l’R914C». Il rapporto con Liebherr OLYMPUS DIGITAL CAMERACome responsabile degli acquisti, Zermani vive in prima persona la scelta dei marchi e la vita lavorativa delle macchine. «Il rapporto con il costruttore è nato anche attraverso la fiducia riposta nel venditore del marchio tedesco, ma è comunque passato attraverso veri test fatti con il noleggio. Abbiamo notato come le macchine siano funzionali alle nostre necessità e anche sotto il profilo dell’assistenza non abbiamo nulla da dire. Per noi, infatti, è molto importante che l’assistenza tecnica copra bene il territorio in cui andiamo a operare. Per questo le nostre scelte a livello di escavatori cadono sempre su tre o quattro marchi che riteniamo di pari livello e che danno ottime garanzie di service e ricambistica». Anche sotto questo aspetto Liebherr, grazie agli stabilimenti di produzione piuttosto vicini al territorio italiano, offre ottime garanzie e nell’eventualità il ricambio non fosse disponibile a magazzino viene assicurato entro le 24 ore. Ottima la soddisfazione anche sul fronte dei consumi: «abbiamo notato una notevole capacità idraulica ma con motori non mostruosi, a livello di cilindrata, in grado di garantire ottima potenza con consumi più che accettabili». L’R914C all’opera OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Per la manutenzione degli impianti – riprende Zermani – il 914 Compact è ideale. Oggi l’abbiamo visto al lavoro in un’area di ampie dimensioni, ma spesso ci capita di operare in spazi davvero ristretti. La Liguria è l’esempio tipico, con interventi in ambiti angusti e spesso con notevoli pendenze. Al di là dei miniescavatori questa è la prima macchina compatta di un certo peso che acquistiamo e abbiamo constatato come si sposi molto bene con le nostre tipologie di lavoro. Spesso, infatti, abbiamo bisogno di grande forza di sollevamento per accoppiare i tubi in fase manutentiva e in questi frangenti il peso e la stabilità della macchina incidono parecchio. Del resto la forza di sollevamento è un carattere distintivo dell’idraulica Liebherr che, abbinata a un peso ragguardevole, permette di differenziarsi da altre macchine». OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl 914 inserito nel parco macchine Tre Colli è in versione full optional. A livello di allestimento presenta il braccio triplice, la lama, tutti gli impianti (martello, pinza e rotazione), le valvole anticaduta, tutti i sistemi di sicurezza, la centralina di ingrassaggio automatico e il climatizzatore. A dispetto di dimensioni di ingombro molto compatte è una macchina da 170 q, che quindi può lavorare in spazi angusti ma con la sua benna da 1 m3 permette di districarsi bene anche in cantieri di maggiori dimensione. La macchina è equipaggiata con un motore Deutz quattro cilindri in linea, turbodiesel, Common rail after-cooler, raffreddato ad acqua, da 80 kW di potenza massima a 1.800 giri/min. L’impianto idraulico si avvale di una pompa a cilindrata variabile da 195 l/min, con una pressione massima di 350 bar e il controllo dell’idraulica è affidata la Liebherr Synchron Comfort System (LSC). Ovviamente la macchina prevede la preselezione della potenza del motore e delle performance idrauliche in base alle specifiche lavorazioni cui è chiamato l’escavatore, che può quindi essere tarato per dare precedenza alla riduzione dei consumi o alla massima forza di scavo a seconda delle necessità operative.

L'opinione dell'operatore
OLYMPUS DIGITAL CAMERAClaudio Mattei è l’operatore del Liebherr R914C e il suo volto sorridente la dice lunga in merito alle qualità della macchina che gli è stata assegnata. “Benché abbia solo 180 ore di lavoro – esordisce – l’escavatore ha già dimostrato tutto il suo valore. In questo caso abbiamo eseguito una variante all’oleodotto per cambiarne il percorso ed evitare il passaggio vicino alle abitazioni e ora la sto usando per un lavoro di ripristino, ma in genere la utilizzo per gli scavi e per la posa dei tubi. Per essere precisi nel lavoro abbiamo richiesto il braccio triplice, così come la lama che è molto utile in funzione di dozer e in salita conferisce maggiore stabilità: una qualità assolutamente necessaria per i nostri lavori. Ovviamente apprezzo anche altre doti come la potenza e la maneggevolezza”. 

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