Un chiaro segnale di cambiamento

Il segnale è chiaro e inequivocabile: le macchine servono. Ma non solo per muovere terra.

Anzi.

La kermesse riminese Ecomondo 2013 ha sancito quello che gli operatori di settore sapevano ormai da tempo: le macchine movimento terra servono e serviranno ancora ma non più per operare solo nel mondo delle costruzioni.

La crisi del settore immobiliare, unitamente alla ben nota endemica difficoltà degli enti pubblici, ha portato alla situazione di stallo che tutti conosciamo e che sembra non trovare una soluzione efficace e duratura.

Per contro il settore legato alla riqualificazione ambientale, legato anche ad alcuni grandi eventi tra cui spicca l’Expo 2015, ha portato l’interesse dei costruttori verso mercati giudicati marginali fino a poco tempo fa da una gran parte dei competitor tradizionalmente legati al mondo del movimento terra classicamente inteso.

Il confronto con il SAIE – ormai ridotto all’ombra della propria ombra – emerge impietoso: le macchine ci sono, servono ancora moltissimo, ma non più – o almeno non solo – per muovere la terra dei cantieri di costruzione.

Non sta a noi determinare il perché di questa situazione ma i fatti sono chiari e sotto gli occhi di tutti.

La presenza ad Ecomondo 2013 dei maggiori competitor globali, affiancati da molte realtà specialistiche, ha fornito una carrellata sull’evoluzione del mercato legato alla riqualificazione ambientale, alle bonifiche, alla gestione del ciclo di rifiuti in cui le macchine sono indiscusse protagoniste.

Stand non faraonici ma tutti ricchi di spunti e contenuti in cui si è manifestata una vera attenzione alle problematiche del “cliente tipo” del settore.

Non solo macchine ma anche attrezzature con gli italiani – esattamente come al Bauma – collocati in prima fila a livello mondiale.

La riqualificazione degli spazi e dell’ambiente passa attraverso l’uso delle macchine e delle attrezzature.

L’Italia è un paese che ha urgente bisogno sia di riqualificazione di spazi che di riqualificazione ambientale.

Qualcosa si sta facendo – ma non ancora abbastanza – e l’aria che si respirava ad Ecomondo andava verso quel giusto e cauto ottimismo che accompagna ormai da tempo l’imprenditoria nostrana alle prese con gli umori di una classe politica distante dalle problematiche concrete di tutti i giorni.

Il segnale incoraggiante arriva però dai costruttori generalisti che – dopo anni di generale scarsa attenzione alle problematiche tecniche del settore – hanno dimostrato di essere pienamente consapevoli delle sue potenzialità e delle sue specifiche esigenze.

Un buon livello tecnologico che ha nuovamente trovato nella rassegna riminese – ormai vero riferimento internazionale del settore – il suo appuntamento più adatto per discutere anche di macchine.

Se i segnali di cambiamento dovevano arrivare è sicuro che questi siano stati inequivocabili e univoci.

Ci auguriamo che tutto il paese sappia intraprendere la giusta direzione verso quei reali sbocchi di mercato che diano un vantaggio a tutti: imprenditori e cittadini in primis.