Pale gommate

La DL200-3 di Doosan

articolo di Costantino Radis

Siamo onesti.

A prima vista la  DL200-3  di Doosan non entusiasma granché. Lo sbalzo posteriore spiovente e forse un po’ piccolo rispetto al resto della macchina. La cabina come quella dei modelli più grandi che appare un po’ sproporzionata. Stretta e alta tanto da temere per la sua stabilità. Il design involuto della griglia posteriore. Non invoglia sicuramente a salire in cabina e a farsi provare.

Superata questa prima impressione si apre però un mondo inaspettato in cui la comodità del posto guida, la visibilità, l’agilità, la forza di scavo e di trazione e il comportamento dinamico equilibrato la fanno subito apprezzare.

Ne esce una pala gommata che può dire la sua sia nei grandi impianti di lavorazione inerti, sia come macchina di servizio che al carico dei mezzi più piccoli, sia come jolly multiuso nelle imprese di movimento terra e demolizioni.

Bisogna provarla per andare oltre l’apparenza e capire che è una grande pala sotto mentite spoglie.

 

CABINA E POSTO GUIDA: COME LE GRANDI

La nuova DL200-3 condivide, diversamente da molti altri costruttori, la stessa cabina dei modelli più grandi.

Un posto guida che fornisce l’impressione di essere su una pala più grande di quanto non sia in realtà: tanto spazio a disposizione, una ergonomia curata in tutti i particolari che contano, superfici vetrate ampie, un monitor per la telecamera posteriore ben posizionato che integra e non sostituisce i due specchi retrovisori interni.

Il bracciolo di destra è regolabile in profondità, altezza e inclinazione per fornire il necessario supporto all’avambraccio.

Il sedile è sospeso pneumaticamente ed è ovviamente regolabile. Rispetto alla serie precedente ha una conformazione più ergonomica. A destra e sinistra ci sono due ampi vani portaoggetti di cui quello di destra chiuso e raffrescato. Radio e climatizzazione (la cui potenza è di 6.000 kcal) si comandano da una chiara consolle collocata sopra il finestrino di destra. Le bocchette di distribuzione dell’aria sono collocate in modo uniforme all’interno dell’abitacolo così da non avere squilibri che comportano malesseri.

Di fronte all’operatore è presente la strumentazione integrata sia analogica (velocità in km/h) che digitale con un monitor multifunzione che fornisce tutti i valori fondamentali in tempo reale (giri/min, marcia inserita, temperatura olio e acqua, livello gasolio) oltre alla modalità di impiego fra le tre disponibili: Eco, Normal e Power.

Il comando dell’attrezzatura è monoleva multifunzione di serie con ulteriore leva per la terza via idraulica. A richiesta è possibile avere le tre levette finger tip con l’inversione di marcia e il kick-down tramite pulsanti.

La scala di accesso è ben realizzata: gradini antiscivolo di grande dimensione, spaziatura regolare, leggera inclinazione in modo da vedere sempre il gradino sottostante, giusta collocazione rispetto alla porta così da facilitarne l’apertura.

Esattamente come una grande pala. E si vede.

 

MOTORE, TRASMISSIONE E IMPIANTO IDRAULICO: UNA PICCOLA CHE PENSA IN GRANDE

Le scelte motoristiche di Doosan per rispondere alle normative Stage IIIb variano a seconda delle fasce di potenza e delle motorizzazioni disponibili in casa.

Nel caso della DL200-3 la scelta è caduta sul Doosan DL06K con tecnologia basata su EGR e DPF. Si tratta dell’evoluzione dell’apprezzato motore DL06 con iniezione diretta Common-Rail e turbocompressore con intercooler aria-aria. È un sei cilindri da 5,9 l che sviluppa una potenza di 119 kW @ 2.100 rpm e una coppia massima di 735 Nm @ 1.400 rpm. Si tratta di una scelta che vede Doosan privilegiare una motorizzazione presente in casa anche se la soluzione con EGR + DPF ci vede come al solito un po’ scettici. Sui modelli di classe superiore, infatti, sono impiegati motori Scania con SCR con tutti i vantaggi di questo tipo di soluzione. Ma di questo ne parleremo ancora.

La catena cinematica è composta da un cambio powershift ZF a quattro rapporti con dispositivo anti shock per inversioni e cambi marcia graduali. Il funzionamento può essere manuale, automatico dalla 2° alla 4° marcia con kick-down, automatico dalla 1° alla 4°. Gli assali sono degli ZF completamente nuovi rispetto alla serie precedente. Entrambi di serie a slittamento limitato al 45% (bloccaggio completo per l’assale anteriore in opzione), hanno i freni a disco maggiorati e integrati nelle riduzioni a planetari per aumentare la durata e ridurre gli intervalli di manutenzione.

L’impianto idraulico è al livello dei migliori concorrenti con un distributore Load-Sensing alimentato da una pompa a portata variabile da 160 l/min a una pressione di lavoro di 250 bar. Una soluzione più costosa rispetto a un normale impianto a centro aperto ma che garantisce fluidità, morbidezza di azionamento e movimenti contemporanei agevolando l’operatore.

 

STRUTTURA E BRACCIO: ARRIVA IN ALTO CON EQUILIBRIO

L’impostazione derivante dalle pale di classe superiore si vede al primo sguardo.

Lo sbalzo posteriore pronunciato evidenzia una impostazione classica che da un lato vede lo schema motore/cambio/radiatori inserirsi nel solco della tradizione e dall’altro la ridotta altezza dei cofani agevolare la visibilità posteriore e semplificare le operazioni di manutenzione ordinaria, tutte eseguibili da terra.

Il bilanciamento complessivo è favorito da questa impostazione anche se gli ingombri posteriori sono penalizzati.

Il semitelaio anteriore ha una struttura semplice e robusta che può accogliere tre tipi diversi di bracci: con geometria a «Z» standard, con geometria a «Z» long-lift e con cinematismo parallelo per impieghi tool-carrier. Le altezze al perno sono rispettivamente di 3,86, 4,24 e 3,81 metri.

Le soluzioni non sono sicuramente rivoluzionarie ma assicurano due elementi fondamentali: robustezza e longevità delle carpenterie.

La classe di appartenenza obbliga a contenere le dimensioni complessive entro i margini della trasportabilità ordinaria. La larghezza di 2,53 m alle ruote e 2,55 m alla benna fa sembrare la DL200-3 stretta e alta e la «sostanza» delle carpenterie (non dimentichiamo che il peso operativo sfiora le 15 ton) aiuta a mantenere quella necessaria stabilità che una benna da 2,7 mc richiede. Il carico di ribaltamento è pari a 10.920 kg con macchina in linea e 9.480 kg con macchina sterzata a 40°. Si tratta di valori che si inseriscono fra i migliori della categoria e confermano la Doosan DL200-3 come un inaspettato outsider sotto mentite spoglie.

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