Un pezzo di storia

Signore e signori, sua maestà il 682

articolo di Luca Masaracchio

E’ stato il camion che nella storia del trasporto italiano ha rappresentato l’idea di affidabilità e robustezza.

Il Fiat 682 ribattezzato semplicemente 82, così come accadde in seguito ai fratelli minori 642, 643 e 650, inaugurò dal punto di vista estetico una nuova tipologia di cabina avanzata Fiat, quella cosiddetta coi “baffi”, in pratica due nervature orizzontali che alleggerivano la grande griglia posta sul frontale della cabina.

Concepito per fronteggiare le esigenze del trasporto merci dell’immediato dopoguerra e dell’imminente ricostruzione, per carichi compresi tra 14 e 44 tonnellate.

L’abitacolo era molto spazioso, nonostante il vistoso tunnel motore, con ampie vetrature sui lati e grandi spazi interni; a spingere il pesante della casa torinese un generoso motore Fiat, il 203 dalle caratteristiche record per l’epoca, 6 cilindri in linea con distribuzione a valvole in testa e iniezione diretta, di 10.676 cm³ in grado di erogare 140  CV a 1.800 giri/minuto, per un P.T.T. di 14 tonnellate.

Il propulsore 203 trovò sempre posto nelle versioni successive, sul “fratello maggiore” 690 oltre che su alcune automotrici diesel realizzate per le Ferrovie dello Stato.

Il Fiat 682 sarà contrassegnato da 4 serie, identificate dalla lettera N, con le varianti contrassegnate dalla lettera T per i modelli destinati al traino dei semirimorchi.

La fama del pesante torinese solcò ben presto gli italici confini, spopolando in Europa e soprattutto in Africa, ove si distinse per l’eccezionale adattabilità anche a quel particolare contesto, conquistandosi il titolo di “Re d’Africa”.

ancora oggi lo si intravede nei servizi televisivi dei corrispondenti esteri, mentre andando su e giù per l’Italia è facile incontrarne qualche esemplare come quello che vedete nella foto sotto.

Nel film “Il Bestione” (1974) di Sergio Corbucci, la versione T4 fu protagonista insieme al Fiat 691N nelle mani dei camionisti Sandro Colautti e Nino Patrovita, al secolo Michel Constantin e Giancarlo Giannini.

L’82 ha stabilito anche il record di permanenza nelle linee di produzione -ininterrottamente dal 1952 al 1987 per ben 35 anni – sopravvivendo a quello che potremmo considerare suo figlio il “683” del 1966, ed anche a quelli che possiamo considerare come discendenti in linea retta: il “684” del 1971 ed il “160” del 1976.

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4 Commenti

  1. Buongiorno,
    cerco autocarro Fiat 682/n2 2assi ribaltabile restaurato in ottime condizioni.
    Cordialmente saluto
    Rossi Giuseppe

    • Buongiorno signor Rossi, ho girato la sua richiesta al Centro usato Iveco, spero le rispondano al più presto. Buon lavoro

  2. Era il migliore. Mai problemi,e sé c’era un problema si poteva risolvere da noi stessi.

    • Camion che hanno fatto storia, indubbiamente. Ma la tecnologia evolve e ora l’elettronica e la digitalizzazione richiedono competenze specifiche e mirate. Ma l’intelligenza del buon meccanico non andrà mai in pensione.

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