Escavatori cingolati

Sempre avanti

articolo di Costantino Radis

I nuovi JCB JS220 e JS360 portano ancora più avanti la tecnologia del costruttore britannico nel campo degli escavatori idraulici di classe medio-alta. Nuove cabine, nuove soluzioni idrauliche, nuovi motori Stage IIIb fra cui spicca il nuovo Ecomax. Due macchine che dicono decisamente la loro e sono oggi una concreta realtà.

Che JCB si sia ritagliata nel tempo una ottima reputazione con le terne e i sollevatori telescopici è cosa risaputa. Che molti operatori del settore siano ancora oggi un po’ sospettosi quando si tratta di avvicinarsi a prodotti più «impegnativi» come gli escavatori cingolati dalle 20 alle 38 ton della serie JS, è altrettanto vero. Ma in realtà i modelli JCB affondano radici sicure nell’esperienza maturata negli anni in termini di capacità progettuale, di esperienza sul campo e di prodotti di sicuro valore. Tanto che le soluzioni adottate da questi escavatori sono sempre state di ottimo livello e con una elevata ricerca di stabilità nel tempo sia nelle denominazioni dei modelli che nel design. Tutti elementi da non sottovalutare e che consentono di mantenere elevati valori residui nel mercato dell’usato e un family-feeling che aiuta a consolidare una reputazione di primo piano.

Nel corso dell’ultimo press-event organizzato presso i world-headquarters di Rocester, abbiamo avuto modo di «mettere le mani» su due nuovi importanti modelli: il JS220 e il JS360 che aggiornano le serie precedenti con le nuove cabine, nuovi motori Stage IIIb e nuove soluzioni idrauliche. E abbiamo nuovamente avuto delle piacevoli sorprese come ci era già capitato in passato con gli escavatori della serie JS.

 

Cabina e posto guida

Il mantenimento del valore del marchio passa anche per un aggiornamento che preservi i valori del costruttore e il suo stile riconoscibile. Ce lo insegnano tutti i grandi marchi. La nuova cabina degli escavatori JS si rinnova senza farsi notare. L’adeguamento normativo ROPS/FOPS ha comportato la progettazione di una struttura completamente nuova che, nonostante le linee squadrate, ricalca quanto già visto nelle serie precedenti. La colorazione «total black matt» aiuta a nascondere i cambiamenti tanto che, a prima vista, sembrerebbe la stessa cabina di prima. In realtà le dimensioni sono aumentate e l’interno ha ora una disposizione dei comandi diversa in cui la consolle laterale ad andamento curvilineo (che a me piaceva molto in verità!) lascia spazio a una disposizione più convenzionale che vede i comandi dell’idraulica e dei tergicristalli. Gli altri sono tutti sui due braccioli (motore e luci a destra, climatizzatore a sinistra) con il nuovo monitor multifunzione LCD da 7” protagonista assoluto.

Il nuovo monitor consente di avere sotto controllo tutti i parametri di funzionamento ed è integrato da due elementi analogici per livello carburante e temperatura acqua. La telecamera posteriore è ora integrata nel monitor. Il comando è semplice e intuitivo anche se le dimensioni potrebbero essere più grandi per facilitare la visione e allinearsi alla migliore concorrenza che propone oggi visori anche più grandi dei canonici 7”. Si tratta di una scelta che vede JCB mediare le sue esigenze di global player con una forte presenza sui mercati dei paesi in via di sviluppo che vogliono semplicità e affidabilità. Molto importante, per la sicurezza, la nuova funzione JCB 2GO che richiede, dopo la messa in moto, l’abbassamento della leva di sicurezza e la pressione di un pulsante apposito per poter azionare l’impianto idraulico. Nel complesso una cabina in cui si sta comodi e in cui lo spazio, punto debole del passato, ora non manca più.

 

Bracci, carri e torrette

 

Il vero colpo di teatro di JCB è rappresentato dai bracci e dalle torrette che vedono il costruttore inglese presente direttamente con allestimenti speciali long-reach e demolition.

Oltre ovviamente a una lunga lista di bracci e avambracci di varie misure e geometrie, comprese versioni con triplice articolazione e Mass-Excavator. Una ampia scelta che si appoggia su una struttura standard di assoluta robustezza– sia per il JS220 (22 ton di peso operativo) che per il JS360 (37 ton di peso operativo) – forte di una esperienza ormai consolidata. Le torrette, soprattutto per quanto riguarda i bracci long-reach e demolition disponibili dalla fabbrica con il nuovo JS360, sono modificate per far posto alla cabina tiltabile, ai contrappesi maggiorati, ai perni maggiorati per sopportare gli sforzi superiori. Una cura dei particolari che denota uno studio dei problemi di coloro che lavorano nelle demolizioni e che fa capire come JCB abbia intrapreso una strada che non si limita a singoli episodi sporadici ma vuole essere la base per una tradizione da consolidare nel tempo. Attacchi e innesti rapidi, protezioni di sicurezza per eseguire controlli e cambi di attrezzatura, cura dei percorsi delle tubature, cabine tiltabili con cerniere robuste e strutture ROPS e FOPS ben concepite.

Lo stesso vale per i bracci long-reach che stanno diventando una nicchia sempre più importante e interessante con tutti i costruttori ormai presenti con bracci appositamente studiati. I carri non sono da meno con protezioni dei rulli, spessori delle lamiere e concezione generale che nulla ha da invidiare ai più importanti big-player del mercato.

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