Riconoscimenti

Pilosio Building Peace Award 2015: il ri-costruire diventa etico

Hawa Abdi (a destra) con Samia Nkrumah, premiata nel 2014
Hawa Abdi (a destra) con Samia Nkrumah, premiata nel 2014

di Daniela Grancini

Ri-costruire la pace non è proprio come ri-costruire un edificio, ma un po’ gli assomiglia. E’ questo in estrema sintesi il messaggio che viene dall’edizione 2015 del Pilosio Building Peace Award 2015, non a caso svoltosi a Milano l’11 settembre, anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle.

DestraPerché la ri-costruzione della pace richiede la stessa fatica, lo stesso impegno, la stessa energia positiva, lo stesso slancio necessari per riedificare qualcosa che non c’è più, distrutto dalla guerra, dalla barbarie degli uomini, dalla violenza della catastrofi naturali…

E così il premio assegnato quest’anno alla dottoressa Hawa Abdi, una ginecologa somala  coraggiosa che ha salvato 90.000 vite in uno dei paesi più pericolosi al mondo è l’emblema di una volontà di ri-costruzione che va oltre le cose.  E il fil rouge tra ricostruzione di edifici e ri-fondazione della speranza attraverso soluzioni concrete ai problemi del mondo diventa un appello al settore delle costruzioni che, con il suo potenziale enorme, può svolgere un ruolo importante nel processo globale di pace che passa anche attraverso il miglioramento della vita delle persone, aiutandole a ri-costruire il proprio futuro.

Palazzo Mezzanotte a Milano, dove è stato assegnato il premio
Palazzo Mezzanotte a Milano, dove è stato assegnato il premio

Pilosio ha messo a disposizione la propria esperienza per fornire un sistema di abitazioni modulari di cui un esempio si può vedere ad Padiglione di Save the Children, a Expo 2015. Utilizzando queste installazioni sono state già costruite due scuole per i rifugiati siriani in Giordania, in collaborazione con Save the Children, Relief International e Clinton Global Initiative. E progetti simili stanno essere essere avviati in Somalia, in collaborazione con la Hawa Abdi Foundation per quello che verrà chiamato “Hope Village”, il Villaggio della Speranza.

Un modulo esposto a Expo 2015
Un modulo esposto a Expo 2015

Si tratta di strutture modulari che utilizzano, oltre ai tradizionali elementi Pilosio, sabbia, sassi, materiali locali e sono in grado di durare nel tempo, superando il concetto di provvisorietà che in genere connota questo tipo di manufatto.

E mai come in questo momento storico questo progetto suona attuale, perché è solo ricostruendo la qualità della vita che si può costruire la pace. Se ci sono scuole in cui educare, ospedali in cui curare, luoghi di culto in cui pregare, case in cui abitare, parchi in cui giocare, capirsi e abbattere le frontiere territoriali e culturali diventa più facile.

Dario Roustayan
Dario Roustayan

L’appello di Dario Roustayan, Presidente di Pilosio Building Peace e CEO di Pilosio al mondo delle costruzioni è stato vibrante:  il settore privato deve assumersi delle responsabilità in tal senso, fare qualcosa di tangibile e di concreto per costruire ponti (ideali ma non troppo) tra culture diverse con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di chi lotta ogni giorno per sopravvivere.

Non a caso la premiazione si è svolta a Palazzo Mezzanotte di Milano, sede della Borsa e della Finanza, a sottolineare che in futuro il business dovrà essere sempre più “morale”, il profitto non potrà essere disgiunto dal servizio agli altri, il costruire dovrà tener conto delle condizioni di chi dovrà abitare gli edifici e dello sviluppo globale di tutti.

Solo così il ri-costruire può diventare etica e progresso umano.

 

1 commento

  1. […] Ri-costruire la pace non è proprio come ri-costruire un edificio, ma un po’ gli assomiglia.È questo in estrema sintesi il messaggio che viene dall’edizione 2015 del Pilosio Building Peace Award 2015, non a caso svoltosi a Milano l’11 settembre, anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle. Perché la ri-costruzione della pace richiede la stessa fatica, lo stesso impegno, la stessa energia positiva, lo stesso slancio necessari per riedificare qualcosa che non c’è più, distrutto dalla guerra, dalla barbarie degli uomini, dalla violenza della catastrofi naturali… E così il premio assegnato quest’anno alla dottoressa Hawa Abdi, una ginecologa somala  coraggiosa che ha salvato 90mila vite in uno dei paesi più pericolosi al mondo è l’emblema di una volontà di ri-costruzione che va oltre le cose. Continua a leggere  […]

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