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Michele Vitulano nuovo Presidente Unacea

Nei primi sei mesi del 2022 sono state immesse sul mercato italiano 11.468 macchine per costruzioni, con una crescita del 25% rispetto a quanto rilevato nel primo semestre del 2021.

Più in dettaglio, sono state 11.084 le macchine movimento terra vendute (+25%), e 384 le macchine stradali (+6%). La dinamica espansiva tuttavia, da un confronto tra primo e secondo trimestre 2022 (+27%), risulta decisamente più contenuta di quanto registrato tra il primo e il secondo trimestre dello scorso anno (+43%), attestandosi su livelli coerenti con il mutato scenario internazionale ed economico.

I dati, elaborati da Unacea sulla base dei risultati di vendita dei produttori e degli importatori di macchine movimento terra e per i lavori stradali, sono stati presentati dall’associazione, nell’ambito di una conferenza stampa online patrocinata da Ecomondo (manifestazione fieristica con la quale continua la collaborazione).

La nuova Presidenza

Durante l’incontro è stata inoltre presentata la nuova Presidenza Unacea che il consiglio direttivo ha affidato per il prossimo biennio a Michele Vitulano (Indeco), che subentra a Mirco Risi, in carica dal 2018.

Il consiglio direttivo, anch’esso rinnovato in occasione dell’assemblea di Unacea vede l’ingresso di Davide Cipolla (Cifa) e Mario Spinelli (Wirtgen Italia). Confermati i restanti consiglieri: Nicola D’Arpino (CNH Industrial) e Ruggero Riva (Cgt), cui sono affidate le due vicepresidenze, David Bazzi (Komatsu), Giovanni Bolognini (Caterpillar), Alessandro Ditillo (Soilmec), Domenico Matrone (Jcb Italia), Mirco Risi (Simex), Paolo Salvadori (Imer Group), ed Enrico Santini (Fiori Group).

La parola a Michele Vitulano

Michele Vitulano

“Sebbene i risultati di mercato si mantengano positivi, il settore delle macchine e delle attrezzature per costruzioni attraversa un periodo complesso sul versante della produzione. Alle incertezze della pandemia e alle difficoltaĚ€ sul versante logistico e dell’approvvigionamento, si aggiungono gli effetti della guerra in Ucraina, della crescente inflazione e, da ultima, la crisi di governo italiana. Rimango tuttavia ottimista per il futuro: le aziende italiane sono abituate a operare in contesti difficili e continueranno con la stessa caparbietaĚ€. D’altra parte gli investimenti pubblici in opere infrastrutturali decisi per il rilancio post Covid, cosiĚ€ come la maggior competitivitaĚ€ dell’euro sui mercati internazionali, dovrebbero assicurare la tenuta del settore e, piuĚ€ in generale, di tutte le attivitaĚ€ di costruzione“.