Indagini di mercato

Macchine: l’Italia benino, ma l’export…..

AperturaNei primi nove mesi del 2014 sono state vendute sul mercato italiano 4.479 macchine per costruzioni, con una crescita del 12% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2013. Nel dettaglio, le vendite di macchine movimento terra sono state 4.403 (+11%) e 76 macchine stradali (+17%).

“Nell’analizzare il dato di questi primi nove mesi dell’anno – dichiara Paolo Venturipresidente di Unacea – dobbiamo rifuggire da qualsiasi trionfalismo. Se da una parte sembra infatti che il punto più basso del ciclo possa esser stato toccato con il 2013, registriamo ancora una perdita di oltre l’80 per cento rispetto ai livelli del 2007. Inoltre il dato del terzo semestre sul secondo indica una crescita di soli 4 punti percentuali, denotando un rallentamento della crescita rispetto all’andamento di inizio anno. ” Unacea, anche a fronte delle continue catastrofi causate dal dissesto idrogeologico, chiede urgentemente un piano di lavori nazionale di ampia portata e incentivi premiali da inserire nei bandi di gara per chi utilizza macchinari di ultima generazione (più sicuri e rispettosi dell’ambiente) e tecnologie per la produzione di calcestruzzo più durevole e di qualità (ad esempio il mescolatore nelle centrali di betonaggio).

Nei primi sette mesi dell’anno, secondo i dati Istat elaborati da Unacea, l’export di macchine per costruzioni ha registrato vendite per 1.397 milioni di euro, con un calo del 7% su base annua. La contrazione più significativa riguarda le macchine per la perforazione (-37%); in calo anche l’export di macchinari per il calcestruzzo (-7%) e di macchine stradali (-5%). Di poco negativo l’andamento delle macchine per il movimento terra (-1%), mentre crescono le esportazioni di gru a torre (+10%) e di macchine per la preparazione degli inerti (+8%). Le importazioni, con un valore di oltre 280 mila euro, crescono del 22%. La bilancia commerciale si mantiene positiva di oltre 1.113 milioni di euro, registrando tuttavia una contrazione del 12% rispetto allo periodo dell’anno precedente.Tabelladati mondiali del settore sono stati presentati al congresso del Cece (la federazione europea di settore cui aderisce Unacea) che si è svolto ad Anversa in Belgio la scorsa settimana. Secondo la relazione di David Philllips, direttore di Off-Highway Research, il mercato mondiale delle macchine per costruzioni è stato nel 2013 di 74,3 mld di euro e scenderà nell’anno in corso a 72,7 mld (-2%) per poi crescere nel 2015 fino a quota 76,6 mld di euro (+5%). La zona di vendita di maggiori dimensioni risulta quella nordamericana con 20,5 mld di euro nel 2013, 22,9 mld a fine anno (+12%) e 24,5 mld nel 2015 (+7%). La Cina che era in testa alle vendite mondiali nel 2011, continua ad attraversare una fase di difficoltà: nel 2013 ha assorbito un valore pari a 17,4 mld di euro e peggiorerà la sua performance a fine anno con 15 mld di euro di acquisti (-14%), risalendo la china solo nel 2015 con 15,8 mld (+5%). Stabile risulta il mercato indiano con 1,6 mld di vendite in attesa che la fiducia diffusasi dopo le elezioni influenzi anche il settore delle costruzioni. In Giappone sono state vendute macchine per costruzioni per un valore pari a 4,7 mld di euro nel 2013 – cifra che scenderà a 4 mld a fine anno (-15%) rimanendo invariata nel 2015. In Europa, infine, il 2013 ha registrato vendite per un valore di 9,5 mld di euro, mentre il 2014 si dovrebbe chiudere con un consuntivo di 10,3 miliardi (+8%) e il 2015 di 11,1 mld (+8%).

TestoNell’ambito del congresso del Cece – che ha visto la partecipazione di circa 200 delegati, per lo più senior manager di aziende produttrici europee e di associazioni di categoria nazionali – è stata discussa la nuova proposta di revisione della direttiva europea sulle emissioni (97/68/EC) riguardo alla quale l’industria chiede un sufficiente tempo di allineamento e una maggiore omogeneizzazione al livello normativo globale. È stato inoltre giudicato positivamente l’introduzione delle macchine per costruzioni nei negoziati riguardanti il Ttip per i benefici che potrebbero derivare in termini di convergenza delle normative tecniche e ambientali tra Usa e Ue. Allo stato attuale infatti, secondo i calcoli effettuati dal Cece, i costi di una macchina destinata al mercato statunitense sono superiori del 17% rispetto a quelli della stessa macchina destinata al mercato comunitario. La sorveglianza di mercato continua ad essere un punto molto critico per l’industria europea di settore. Mentre si arriva a spendere fino 70% dei fondi di ricerca e sviluppo per produrre macchinari conformi alle direttive europee in materia di sicurezza e rispetto ambientale, da un’indagine del Cece emerge che un’azienda su tre subisce perdite perchè i clienti preferiscono acquistare macchine non conformi presenti illegalmente sul mercato europeo. Nel febbraio del 2013 la Commissione europea dopo pressanti esortazioni aveva elaborato una proposta legislativa migliorativa che era stata poi sottoposta al parlamento europeo. Tale proposta è da allora ferma al Consiglio europeo.