Saie 2013

Ma le macchine dove sono?

Chi si ricorda gli anni d’oro del Saie, quando si faceva fatica  a camminare nelle aree esterne e interne, non solo a causa dell’affluenza dei visitatori, ma anche per la quantità di macchine e attrezzature esposte, non può che interrogarsi sul senso (e sul futuro) di manifestazioni “in cerca di identità” come queste.

Il passato, come dicevano i latini, è “perfectum” cioè compiuto e quindi a nulla serve cercarne sbiadite fotocopie. Ma il futuro occorre reinventarselo, possibilmente senza bugie. Se questa non è più una fiera in cui la merceologia delle macchine possa sentirsi a buon diritto rappresentata, occorre dirselo. Per onestà intellettuale e per non fomentare in visitatori ed espositori false speranze.  E i primi ad essere intellettualmente onesti dovrebbero essere i politici che dovrebbero avere il coraggio di non affermare, come invece ha fatto l’ineffabile  ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che “Il Saie è il salone di riferimento dell’industria italiana”. Non è vero. O meglio, non lo è in toto. Perché le macchine, la meccanizzazione edile, l’industria meccanica sono parte integrante dell’industria italiana delle costruzioni  che, se manca questo tassello, è monca.

Perché le “smart cities”, il “better building” il “tunnelling” e i grandi progetti senza macchine, attrezzature, tecnologie che aiutino a demolire, costruire, ristrutturare, non servono a niente, anzi rischiano di accentuare la scollatura tra Paese reale e utopia.

Il dott. Paolo Peretti, direttore del Centro Formazione e Ricerca di Merlo

Va invece segnalata (e applaudita) la “mostra nella mostra” “Ambiente & Lavoro“, che occupa il padiglione 36, storicamente dedicato alle grandi macchine movimento terra. Per almeno due motivi: una grande affluenza di pubblico (le salette adibite ai corsi di formazione erano piene, quella di Ipaf in testa e così pure lo stand del CFRM Centro Formazione e Ricerca di Merlo) e una grande attenzione a quello che è il trend del futuro per il mondo delle costruzioni: la formazione degli operatori e la sicurezza. Temi fondamentali, strettamente legati alle macchine e alle attrezzature, che evidenziano, in un panorama per altri aspetti piatto, che qualcosa è cambiato (e cambierà) nell’approccio al lavoro di chi opera nei cantieri.

E allora, proprio nessuna novità da segnalare ai patiti delle macchine? Qualcosa per dire il vero c’è: da Cormach arriva il prossimo giugno (l’anteprima sarà al Samoter) una nuova gru da 70 metri di altezza, un mostro da 575 ton/metro e Merlo ha pubblicizzato (anche se non esposto perché la world première sarà il prossimo novembre ad Agritechnica) il nuovo sollevatore telescopico ibrido per il settore agricolo. Una tecnologia che potrebbe essere mutuata anche per il comparto edile.

Oggi inizia la “fiera nella Fiera” Expo Tunnel di cui  riferirà on line Costantino Radis.

Una panoramica del Saie 2013 nella Foto Gallery