Costruita su base Eurocomach, la CF3Plus è una perforatrice idraulica multipurpose che permette un utilizzo poliedrico nei cantieri più difficili e complessi. Pensata per un mercato molto tecnico ed evoluto (come quello italiano ed Europeo) è un piccolo gioiello.
In un altro momento di mercato questa macchina avrebbe conquistato la penisola. Oggi, con tutte le difficoltà che ben conosciamo, a un anno dal suo esordio è ancora una perforatrice idraulica per pochi palati fini ma, fortunatamente per Tescar, trova molti estimatori in Europa, un mercato evoluto che sa apprezzare la carica tecnologica di una macchina ideale in molteplici contesti, anche in virtù della sua più eclatante caratteristica: la massima poliedricità. La Tescar CF3Plus è infatti una perforatrice molto flessibile che può essere utilizzata per pali, micropali, tiranti, CFA, Soil Mix, diaframmi, come sonda geotermica o con martelli ad alta e bassa frequenza.
La genesi del progetto
L’ing. Vittorio Paolantonio è il responsabile del progetto CF3Plus, ne ha seguito la nascita, l’evoluzione e il fondamentale confronto tecnico tra gli uffici progettuali Tescar e gli omologhi Eurocomach. «Come accade per tutte le nostre macchine su base escavatore – esordisce il progettista della società marchigiana – l’abbinamento perforatrice-macchina base è eseguito in stretta collaborazione tra Tescar e la società che fornisce l’escavatore, in questo caso Eurocomach. In fase di progettazione c’è un confronto continuo soprattutto per quando concerne le tarature del sistema idraulico: si vanno infatti a modificare i parametri di portata dei distributori e, in genere, la necessità per la perforazione è indirizzata verso un incremento, benché non molto accentuato, della pressione». Questo a livello tecnico. Ma ancora prima della fase ingegneristica la vera genesi del progetto CF3Plus è da ricercarsi nella mission Tescar che è sintetizzabile nella capacità di ascoltare i clienti e «costruire macchine dal cantiere» secondo i dettami della più elevata customizzazione che poi si trasforma, com’è accaduto in questo caso, in una macchina inserita in gamma e proposta quasi come un ibrido tra la CF3 e la più grande e prestazionale CF6.
«In particolare – interviene Mirco Tonti, marketing manager Tescar – la CF3 plus nasce dalle esigenze dell’impresa Idrotecnica Costruzioni Generali. I suggerimenti e le richieste di Marco De Felice, General Manager dell’impresa romana e che derivano da anni di esperienza in cantiere, si sono tramutati in un nuovo progetto che ha sostanzialmente rivoluzionato la CF3, trasformando la macchina in qualcosa di inedito per l’intero mercato. Così in luogo del classico supporto abbiamo dotato la macchina di un pantografo, andando a realizzare la prima perforatrice di ridotte dimensioni dotata di questa tecnologia che permette di perforare a maggiore distanza (3,235 m). De Felice ci ha chiesto più cavalli e, attraverso la straordinaria collaborazione con Eurocomach, siamo giunti a dotare la CF3Plus di un motore turbo Yanmar. Non solo, abbiamo anche incrementato la coppia della testa di rotazione fino a raggiungere i 4.000 daNm. Le esigenze di maggiore stabilità sono state accolte con il sottocarro allargabile idraulicamente e per il CFA abbiamo dotato la macchina della contro slitta per ottenere una doppia spinta. Mentre le necessità di ridotti ingombri hanno sposato la filosofia del girosagoma».
La macchina nel dettaglio
Come accennato la perforatrice idraulica CF3 Plus riunisce in una sola macchina molteplici funzioni e configurazioni al fine di permettere all’operatore di affrontare diverse tipologie di lavoro. È montata sull’escavatore Eurocomach ESP100 girosagoma dotato di sottocarro allargabile per aumentare la stabilità in fase di lavoro e ridurre gli ingombri in fase di trasporto. La macchina è dotata di parallelogramma con sistema di contro slitta del mast al fine di aumentare o ridurre la distanza di lavoro dal centro-ralla al centro-foro e, nel contempo, per poter incrementare lo spazio disponibile sotto la rotary e utilizzare utensili più lunghi, che velocizzano il lavoro, e inserire più facilmente i tubi rivestimento. Il pantografo permette anche la realizzazione di tiranti inclinati.
La rotary è inoltre dotata di un blocco idraulico che permette di fissare la stessa al gruppo mast per utilizzare la contro slitta come un ulteriore dispositivo di pull down del gruppo perforante. Il motore è un’unità turbo Yanmar con potenza massima di 56,5 kW, mentre il sottocarro con i cingoli chiusi ha una larghezza di 2.320 mm che si incrementa di 600 mm attraverso l’allargamento automatico. La testa di rotazione si caratterizza per 4.000 daNm di coppia e il tiro-spinta del pistone pull-down si assesta su valori di 8.000-13.000 daN. L’impianto idraulico è di tipo load sensing e utilizza due pompe con portate rispettivamente da 185 e 20 l/min.
Il mercato della CF3Plus
Come accennato la nuova perforatrice è l’evoluzione della CF3 che, secondo dati statistici, è la macchina Tescar più venduta al mondo da quando è nata la società marchigiana (benché negli ultimi cinque anni sia stata sopravanzata dalla CF6, ndr). Questa trivella rientra nella gamma Tescar a base escavatore. Ricordiamo infatti come la società di Osimo (An) metta a disposizione dei clienti molteplici tipologie di perforatrici a base Tescar oppure su base escavatore. In particolare per i pali su base escavatore sono disponibili i modelli CF2.5, CF3, CF3Plus e CF6, mentre a base Tescar ecco la CF2.5 Compact, la CF6 e la CF10. Macchine che trovano mercato in tutto il mondo.
«Per quanto concerne la CF3Plus – interviene Tonti – si tratta di un modello ideale per l’Europa e per tutti i paesi tecnologicamente più avanzati, dove si è spesso costretti a costruire in spazi ridotti. Non è certo adatta ai mercati emergenti: è una macchina che abbiamo creato per i mercati tecnici, sviluppati, con conoscenza, per l’Italia e l’Europa, dove il prodotto Eurocomach si trova ovunque. Se le condizioni economiche fossero differenti questa macchina in Italia avrebbe davvero fatto il botto. Perché i perforatori italiani ne capiscono il valore, sono molto tecnici, esperti, sanno comprendere le qualità di una macchina. Purtroppo oggi le vendite sono piuttosto limitate, mentre nel mercato europeo sta andando molto bene».
Idrotecnica Costruzioni Generali opera nel settore pubblico e privato da oltre 30 anni ed è in grado di affrontare qualsiasi problematica lavorativa. I servizi della società romana coprono molteplici esigenze per imprese edili, studi di progettazione, istituti universitari e privati. Tra le lavorazioni offerte spiccano: palificazioni di grande e piccolo diametro, anche al coperto o in spazi ridotti; micropali e tiranti a rotazione e rotopercussione; pozzi artesiani e romani per acqua; infissione pali per fotovoltaici; sondaggi geognostici; impianti di sollevamento acqua per pozzi; consolidamento terreni per costruzione; fondazione su pali o micropali di fabbricati; e paratie con pali o micropali. Per far fronte a questo ampio spettro di lavorazioni, ICG può contare su un parco macchine comprendente: trivelle per pozzi, perforatrici per micropali e sondaggi, trivelle per pali anche radiocomandate, un escavatore girosagoma, un miniescavatore, una pala gommata, oltre a skid loader, compressori, gruppi elettrogeni, attrezzature, varie tipologie di pompe, autocarri con gru idraulica e un’autogrù fuoristrada da 40 t. Un parco macchine in cui la CF3Plus riveste un ruolo particolare. «La Tescar – ci spiega Marco De Felice, general manager di ICG – la sentiamo molto nostra. Tescar ha avuto la capacità di ascoltare i nostri suggerimenti, capirne le motivazione e di creare una macchina che è un vero gioiello. Un prodotto che garantisce prestazioni di alto livello, sia dal punto di vista della velocità che della potenza e minimo ingombro: dove gli altri si fermano per evidenti problemi di massa, noi possiamo intervenire perché rimaniamo nei cingoli. Oggi la nostra macchina è in configurazione da pali, ma è già predisposta idraulicamente anche per il CFA, un kit che rientra nei nostri progetti futuri. Del resto la CF3Plus ha anche il carro allargabile, quindi per il CFA potremo andare più in alto dei nostri concorrenti perché possiamo beneficiare di una maggiore superficie d’appoggio».
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