Uno studio di progettazione tra i più importanti al mondo, due grandi imprese, un leader mondiale nel settore del sollevamento, quattro eccellenze per un intervento destinato a lasciare il segno. Bjarke Ingels Group, CMB, Colombo Costruzioni e Potain danno vita a CityWave, ultimo tassello del quartiere milanese CityLife
Si tratta del coronamento di un ambizioso piano di rigenerazione urbana che ha visto un’area nevralgica del capoluogo rinascere a nuova vita nel segno della modernità e trova il suo compimento in un progetto in cui qualità architettonica e sfide ingegneristiche parlano il linguaggio della contemporaneità, della sostenibilità e della tecnologia. A quindici anni dall’avvio dei primi cantieri del quartiere CityLife, CMB e Colombo Costruzioni stanno realizzando insieme CityWave, l’ultimo edificio direzionale in progetto che andrà a caratterizzare l’accesso dell’area da via Domodossola, uno degli assi principali dell’originario quartiere fieristico milanese. Un intervento di elevata complessità esecutiva, per la cui realizzazione le imprese hanno schierato in campo una squadra di ben otto gru Potain, coordinate in modo da assicurare la massima efficienza operativa e sicurezza all’interno di un cantiere estremamente complesso dal punto di vista logistico e organizzativo.
Il progetto di CityWave
Come già i suoi predecessori, a distinguere CityWave è un segno architettonico fortemente caratterizzante. In un’epoca in cui anche i boschi diventano verticali, il quarto edificio simbolo di CityLife assume infatti una forma a portale, sviluppandosi in orizzontale secondo una configurazione che gli ha già guadagnato il soprannome di “lo Sdraiato”. Progettato dallo studio danese Bjarke Ingels Group, questo edificio a destinazione uffici è l’ultima importante volumetria del quartiere, concepito per chiuderne l’area verso nord. Al di sotto della copertura troverà spazio il camminamento del parco, concepito da Bjarke Ingels come riferimento simbolico e reinterpretazione in chiave contemporanea della Galleria Vittorio Emanuele II. I Proprio la qualità architettonica è uno degli elementi dell’identità di CityWave, che riprende e continua un’idea di sviluppo urbano che può vantare nobili radici in uno dei padri putativi della “nuova Milano”, Giò Ponti. CityWave sarà anche il parco fotovoltaico più grande di Milano e uno dei più grandi in Italia. Grazie a una copertura totale di pannelli fotovoltaici su entrambi gli edifici East (RE) e West (RD), l’alimentazione del complesso avverrà grazie a fonti rinnovabili. La superficie sarà di circa 11.000 metri quadrati di pannelli, in grado di fornire una produzione di energia stimata in 1.200 MWh l’anno, tramite un impianto dimensionato per arrivare a una potenza di picco pari a 1425 kWp.
Le gru Potain di CityWave
Nella attuale configurazione, al momento sull’edificio principale sono al lavoro tre gru, due MDT 219 e la nuova MDT 319, sul secondo edificio sono all’opera una MD 285 C e una MDT 308 A, mentre l’area del canopy è coperta da una seconda MDT 308 A, una MD 208 A e una MDT 178. A prendere la scena in questa fase dei lavori sono i due esemplari di MDT 219 J10 – CCS, fiore all’occhiello della gamma di gru topless Potain caratterizzata da una serie di soluzioni costruttive e tecnologie che la rendono una soluzione versatile in grado di affrontare cicli di lavoro impegnativi garantendo un’elevata produttività. Gli allestimenti presenti in cantiere, in particolare, prevedono diverse configurazioni di bracci, argani e altezze di sollevamento.
La torre è una Serie K Potain con montante scatolato e saldato ad arco sommerso garantito per durata e corrosione nel tempo, scale di servizio inclinate in alluminio, cartuccera porta spine e piani di riposo zincati a caldo, doppia spinatura incrociata Potain a perni con diametro differenziato trattati superficialmente con sistema anticorrosione con boccole di tenuta e coppiglie di sicurezza. Per garantirne la massima durabilità la carpenteria è trattata con due passaggi di sabbiatura a pallinatura d’acciaio, asciugata a mezzo di riscaldatori ad alta temperatura e protetta da una doppia mano di vernice con fondo di primer antiruggine essiccata a forno a temperatura controllata. Il gruppo di rotazione è del tipo a controllo potenziometrico con regolazione della tensione di eccitazione del rallentatore e lubrificazione della ralla automatizzata con cartucce.
Tra i punti di forza della MDT 219 è inclusa la cabina Ultra View, che con i suoi 9 m² di superficie vetrata offre una visibilità grandangolare in grado di garantire la massima sicurezza durante il montaggio, la riparazione dei guasti e la guida, in quanto i tecnici e il gruista – che gode di una vista panoramica del cantiere – mantengono un contatto visivo costante; in più, il vetro frontale unico e fisso, i montanti anteriori molto sottili, la porta di accesso vetrata e il tetto anch’esso vetrato permettono di ridurre al minimo gli angoli morti. La cabina è dotata di un nuovo sistema di climatizzazione/riscaldamento con regolazione automatica montato su ruote per una migliore accessibilità; conformemente alla norma EN 14439, con una temperatura esterna di -10°C la temperatura all’interno della cabina raggiunge 18°C in 30 minuti.
A supportare il lavoro dell’operatore è il sistema Dialog VISU II, che fornisce tutte le informazioni relative al carico come altezza e posizione sul braccio, peso del carico sollevato, momento, tipo di rinvio selezionato e velocità del vento, oltre a visualizzare eventuali guasti comunicandoli in codici per una facile identificazione della soluzione. La gru è dotata di un radiocomando fornito con ricevitore, antenna, due batterie e carica batterie, in grado di visualizzare le stesse informazioni del sistema Dialog VISU II.
Come tutte le gru Potain la MDT 219 è dotata di una serie di soluzioni finalizzate a ottimizzare la produttività e il comfort dell’operatore. Fra queste, il meccanismo di sollevamento LVF Optima adegua la velocità in base al carico sollevato, permettendo di ottenere guadagni in termini di produttività; ciò consente di utilizzare sempre la massima potenza del motore, ottenendo parallelamente un miglioramento del 25% circa in termini di velocità. Il meccanismo di distribuzione del carrello DVF Optima permette invece di regolare la velocità del carrello in funzione del carico fino a un valore massimo di 100 metri/minuto. A queste due soluzioni si affianca il meccanismo di rotazione RVF, che offre una tipologia di controllo progressivo completo in grado di adeguare la velocità di rotazione e contro-rotazione adattandosi allo stile di guida del gruista. L‘operatore è in grado di controllare perfettamente le operazioni di decelerazione e arresto; il sistema inoltre controlla automaticamente e in modo costante la coppia di torsione della torre, evitando così inutili oscillazioni del carico in fase di spostamento. La MDT 219 integra anche una nuova funzione di limitazione di velocità che permette al gruista di limitare la velocità massima di tutti i movimenti. La soluzione agisce su tutti i movimenti contemporaneamente; quando la funzione è attivata vengono ridotte le velocità del sollevamento, carrello e rotazione, permettendo una maggiore precisione nei momenti di posa così come una migliore efficienza nei movimenti rapidi. un pittogramma visualizzato sulla barra di stato del display indica il livello di limitazione selezionato. A disposizione dell’operatore vi sono anche tre modalità di guida preimpostate: senza delinearizzazione (comando proporzionale, guida reattiva), delinearizzazione A (guida dolce, meno reattiva) e delinearizzazione B (guida di precisione). La regolazione fine per ogni movimento della velocità minima e della velocità massima permette un adattamento ottimale ai vincoli di cantiere, minimizzando il rischio di collisioni e migliorando produttività e ciclo di carico. Ad equipaggiare la gru è una classica soluzione Potain come il sistema integrato di controllo CCS Crane Control System che offre tra le altre cose due interessanti funzioni come il Power Control, che consente di fornire alimentazione all’argano riducendo la potenza richiesta dalla gru permettendo di ottenere maggiore flessibilità in cantiere e risparmiare energia, e la possibilità di aumentare la curva di carico attraverso il controllo dello sforzo dinamico sulla gru in fase di utilizzo. Da segnalare, infine, il sistema di aiuto alla manutenzione integrato, che consente di eseguire anche da remoto la diagnostica e di centralizzare gli interventi.
Potete leggere qui l’articolo completo, con la descrizione dettagliata del progetto, le caratteristiche tecniche delle gru Potain utilizzate e le interviste ai protagonisti di questo importante cantiere urbano.